Publisher: BEGAGE LLC Developer: OPQAM Piattaforma: PS4 Genere: Shoot-‘Em-Up Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 11,99 € Perché un giocatore dovrebbe prendere in considerazione l’acquisto di un titolo come Dogos? Perché forse si è stufi dei soliti brand che ripropongono annualmente la stessa minestra, o perché si è alla ricerca di qualche genere di nicchia, o addirittura perché si è nostalgici di generi definiti “retrò”. Assecondando queste richieste, molti titoli indipendenti hanno ottenuto il loro successo nel corso negli ultimi anni, riuscendo addirittura a superare in termini di qualità e creatività produzioni già affermate. Gli sviluppatori di questo titolo si sono ispirati agli shoot-‘em-up a tema spaziale (ci vengono in mente R-Type o Gradius) riproponendo una formula simile ma abbandonando il 2D in favore del 3D. Il risultato tuttavia non ci ha particolarmente colpito, nonostante delle buone premesse. Una minaccia aliena Appena avviata la campagna di Dogos (anche perché non ci sono altre modalità disponibili) verremo subito introdotti alla trama con un breve incipit narrativo: gli alieni Zeetnuks minacciano la terra e la base in cui si cerca di migliorare la tecnologia umana per far fronte all’invasione viene attaccata. L’unico sopravvissuto è Desmond Phoenix, eroe dell’avventura, che tra l’altro è riuscito a portare con sè una delle navicelle prototipo in sviluppo alla base. Durante i livelli, attraverso una sorta di diario di bordo prosegue la narrazione che però è soltanto di contorno rispetto al gameplay, sui cui si basa principalmente Dogos. Niente di nuovo quindi, o di così stupefacente da essere segnalato, ma da uno sparatutto sono altre le cose che ci aspettiamo: un gameplay ben bilanciato, il giusto equilibrio della difficoltà e varietà di arsenale, nemici e ambientazioni. Dogos purtroppo soddisfa solo in parte queste richieste, e vi spieghiamo perché. Guerra d’aria e di terra Il principale difetto di questo shoot’em up 3D è senza ombra di dubbio il cattivo bilanciamento tra i due tipi di combattimento: le forze nemiche si dividono infatti tra aria e terra e per colpire questi due diversi tipi di nemici, giustamente, c’è bisogno di una diversa modalità di fuoco. Il combattimento aereo funziona discretamente bene, al contrario quello contro le forze di terra è eccessivamente sbilanciato. Colpire tutti i nemici a terra è difficile e frustrante, considerata anche la loro eccessiva resistenza rispetto alle forze d’aria e l’imprecisione della modalità di fuoco verso questo tipo di nemici. Un problema che compromette l’intera esperienza di gioco, soprattutto nei livelli di difficoltà più alti. A proposito di difficoltà, a parte lo sbilanciamento di cui abbiamo appena parlato, siamo rimasti piuttosto soddisfatti: i vari livelli di difficoltà infatti, vanno incontro ad un pubblico molto variegato, dai principianti ai veterani del genere. Inoltre, la presenza di diverse difficoltà sprona il giocatore a rigiocare più volte la campagna principale. Un altro fattore che invoglia ad affrontare più volte la campagna è la presenza degli obbiettivi secondari, che se raggiunti daranno accesso a nuove risorse per il nostro arsenale. Perché è così importante parlare di rigiocabilità? Perché il genere stesso impone una longevità non troppo estesa e considerando la durata media delle 14 missioni giocabili, il tutto si riduce ad un poco più di un’ora. Avere obbiettivi secondari e difficoltà aggiuntive è quindi fondamentale per compensare la scarsa profondità della campagna e giustificare l’acquisto del gioco. Per noi è un compromesso che probabilmente solo gli appassionati del genere potrebbero essere disposti ad accettare.

Continua su PlayStationBit...