La seconda iniziativa, già in fase di preparazione e la cui attuazione è prevista nel corso del 2017, come annunciato nel corso della conferenza, è il finanziamento, attraverso un Bando pubblico, per la realizzazione di un videogioco sull’attuale tema del dissesto idrogeologico. L’occasione è offerta dal cinquantesimo anniversario dell’alluvione di Firenze, di cui si celebra quest’anno la ricorrenza. Il progetto, di natura sperimentale, è realizzato con il supporto dell’Agenzia per la Coesione Territoriale attraverso il Programma Sensi Contemporanei per il cinema e in collaborazione con la Regione Toscana e il Comune di Firenze.

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Dopodiché siamo passati alle domande dal pubblico e ci siamo trovati un attimo spiazzati, soprattutto dopo aver capito che purtroppo nessuno nel pubblico aveva mai toccato un videogioco, o quasi (ehm…). Infatti per quanto i due sviluppatori cercassero di evitare di rispondere ad alcune domande, l’argomento centrale di queste era sempre quanto sarebbe realmente stato il rientro monetario dopo aver pubblicato un gioco.

Giustamente, a nostro avviso, si tratta di una risposta impossibile da dare, non essendo i ragazzi degli sviluppatori di fama mondiale e non avendo enormi publisher alle spalle.

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Così fra il chiasso e la confusione di una conferenza nella stanza adiacente, si è chiusa quella di AESVI, durata circa un’ora. Approfittando dell’occasione ci siamo fatti una breve chiacchierata con Luca Dalcò che ci ha rivelato di essere davvero intenzionato a portare il suo primo progetto sull’ultima console Sony, soprattutto sfruttando anche i dispositivi VR. Il suo piccolo studio è già al lavoro su un nuovo progetto sempre completamente italiano, sfruttando la tecnologia Laserscan e non più delle semplici fotografie come avvenuto con The Town of Light. Purtroppo non si è potuto sbottonare maggiormente e proprio in quel momento siamo dovuti scappare a prendere il battello perché di lì a poco sarebbe arrivato un temporale mostruoso. Così, nel lusso del Lido di Venezia, abbiamo chiuso la nostra mattinata pranzando al Bar “da Bepi”, forse il bar più umanamente abbordabile del Lido.

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