Fatti sotto

Una volta impossessatici di una delle tante postazioni presenti, ci siamo lanciati subito in un frenetico scontro 6vs6 in modalità “Conquista” e dopo aver preso alcuni sonori schiaffoni da parte dei colleghi di altre testate, in quello che possiamo definire il nostro round di rodaggio, abbiamo cominciato a prendere confidenza con l’enorme ventaglio di possibilità offerte dallo sparatutto Blizzard.
Innanzitutto, il primo step critico è stato quello di trovare un personaggio che in primis si adattasse maggiormente alle nostre abilità e al nostro stile e in secundis che fosse funzionale al tipo di round in corso, ovvero se fossimo nel ruolo degli attaccanti o dei difensori.

overwatch gameplay

Quello che può lasciare disorientati, se confrontiamo Overwatch con gli FPS più blasonati è il fatto che ogni personaggio qui, non solo differisce dagli altri per armi e abilità, ma anche per quanto riguarda velocità di movimento, resistenza ai colpi, ammontare dei life points e possibilità di sfruttare o meno lo sviluppo verticale presente in alcuni scenari, il quale, se utilizzato a dovere, può fornire un vantaggio tattico davvero notevole: insomma utilizzare il ninja Genji in grado scalare le pareti e volteggiare sui tetti o il colosso Bastion, armato di martello e scudo energetico, vi farà vivere due esperienze totalmente diverse e vi obbligherà, volenti o nolenti, ad adottare approcci differenti in battaglia.

overwatch genji

Una volta entrati in sintonia con una manciata di eroi è stato il momento di capire, all’atto pratico, come approcciarsi alla battaglia, ed è stata in questa precisa fase che ci sono risuonate in testa le prime parole della presentazione: “Overwatch è un gioco multiplayer di squadra”. Eh già, perché la cooperazione tra i membri del team, come detto in apertura, è un requisito fondamentale di questo titolo: una squadra composta solo da personaggi di attacco, senza tank e supporti avrà vita breve, così come anche una squadra bilanciata nei componenti può risultare del tutto inutile se i vari membri agiscono ognuno per conto proprio. Una squadra ben organizzata in attacco può davvero fare la differenza e riuscire a conquistare un punto di controllo in pochi secondi lasciando un supporto e magari un cecchino nelle retrovie e mandando un tank e un paio di attaccanti in avanscoperta; così come un team in difesa, piazzando qualche trappola e qualche torretta, può rendere l’obiettivo una fortezza inespugnabile.
Discorso diverso va fatto per la modalità “Trasporto” in cui il dover continuare a muoversi intorno a un bersaglio in movimento rende soprattutto la fase di difesa molto più dinamica.
Quel che è certo è che entrambe le modalità funzionano molto bene e divertono fin da subito (con una preferenza personale per i round misti con obiettivi presi da 2 modalità di gioco), il level design delle 4 mappe provate si attesta su buoni livelli offrendo svariate possibilità di movimento ai personaggi in grado di volare o di arrampicarsi e, nonostante 4 partite complete siano un numero insufficiente per valutare con precisione il bilanciamento dei 21 personaggi, non ci è sembrato ci fossero grossi problemi in questo senso, merito di un “labor limae” davvero ottimo da parte degli sviluppatori, considerando tutte le variabili di cui hanno dovuto tenere conto in questo ambito.

Ultima caratteristica da segnalare per quanto riguarda il gameplay è la presenza di abilità chiamate “Ultra” che si caricano con il procedere del tempo e degli obiettivi completati e che conferiscono dei bonus coerenti con la categoria di appartenenza del personaggio, come ad esempio la mira automatica al soldato che fa parte della classe di attacco o la possibilità di trasformarsi in un carro armato al cyborg della classe di difesa: se utilizzate opportunamente, alcune di esse in particolare, possono davvero cambiare in pochi secondi gli esiti dello scontro.