Publisher: Bandai Namco Developer: CD Projekt Red
Piattaforma: PS4 Genere: Gioco di Ruolo Release Date: 19 maggio

E’ da qualche tempo ormai palese che per ogni videogiocatore degno di tal nome il passaggio all’attuale generazione di console, quella di PlayStation 4, è ormai obbligato. Titoli sempre più interessanti e degni di nota continuano a sbarcare sull’ultima console Sony, mentre PlayStation 3, dopo un inizio difficile ed una splendida rimonta sugli avversari targata Uncharted, The Last of Us e God of War, tanto per fare tre nomi, è chiamata al congedo. Gli entusiasmanti The Order 1886 e Bloodborne (il nostro archivio è dotato delle guide ai trofei di entrambi, ovviamente) hanno già raggiunto gli scaffali in questo bollente inizio 2015, ma un altro grande colpo sta per essere sparato.

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Caccia selvaggia

Abbiamo avuto la fortuna di potere mettere le mani su The WItcher 3: Wild Hunt grazie agli amici di Bandai Namco, che distribuiranno il gioco sviluppato da CD Projekt Red in Italia. La location non poteva che essere Milano, e altrettanto ovviamente non potevano mancare degli “addetti ai lavori” provenienti direttamente dal team polacco: nella fattispecie si trattava di Damien Monnier e Alexandre Boiret, rispettivamente Senior Gameplay Designer e Localization Coordinator.
Dopo una brevissima introduzione orale e la visione di un esaltante trailer, abbiamo potuto finalmente toccare con mano l’ultima fatica del team di sviluppo polacco, la prima ad approdare sui lidi PlayStation. Ci siamo ritrovati, nei panni dello scontroso Geralt di Rivia, nel bel mezzo della build di Gennaio di cui in precedenza era già stato mostrato un video (lo trovate qui sotto), ma che per un motivo per l’altro, non ultimo il notevole ritardo rispetto alla release date originalmente annunciata, risulta essere ancora di attualità.

Per motivi di tempo non è stato possibile apprezzare tutte le sfumature, sia di setting che di gameplay, che il gioco può offrire, ma partiamo con la premessa che The Witcher 3: Wild Hunt ci ha dato un’impressione di grandiosità e magnificenza difficilmente riscontrabile altrove. Nello specifico la quest principale che ci è stato possibile affrontare prevedeva di indagare su una misteriosa belva, che poi si rivelerà essere un grifone, estremamente pericolosa per diverse comunità di esseri umani, radunatesi in piccoli villaggi nel territorio di Vizima, in pieno stile fantasy. Inizialmente dunque ci siamo dati alla ricerca e all’esplorazione, fondamentali in fase “preparatoria”: una volta scovate le informazioni necessarie con interrogazioni dai modi più o meno leciti, menato necessariamente le mani e fatte le conoscenze giuste, ci siamo dunque recati dal nostro obiettivo.

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Lo scontro con il grifone si basa sul semplice ma sempre funzionale dello “attacca e schiva”, reso in parte più originale dal fatto che la bestia, ferita a dovere, cambierà posizione, obbligandovi a seguirla per luoghi ameni ma dall’immancabile retrogusto selvaggio. Armati oltre che delle due fide spade anche di una balestra recuperata in extremis, un’introduzione, per la serie, non vi nascondiamo che il livello di difficoltà si presenta molto elevato rispetto agli standard moderni, una scelta che sicuramente catturerà i fan di vecchia data ma che almeno inizialmente potrebbe sconsigliare i neofili. A giustificazione della scarsità del sottoscritto, schiattato più e più volte, va però certamente la profondità del gioco stesso: The Witcher 3 Wild Hunt non rientra certamente tra i cosiddetti “giochi da fiera”, ossia immediati e accessibili da subito. Dunque prima di affrontare il nemico, nei salotti di casa nostra, ci saremmo certamente attrezzati a dovere a livello di equipaggiamento e, chissà, forse anche di strategia, andando ben oltre il comunque apprezzato “attacca e schiva” di cui sopra.

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