Bit Focus – Ritorno al Futuro

“Che cosa ti dicevo? 88 miglia all’ora!”.
Ritorno al Futuro

A che cosa serve produrre dei titoli giganteschi come Horizon: Zero Dawn quando per riuscire a diventare il gioco più venduto dell’estate (e forse dell’anno) è sufficiente pescare a piene mani dal passato? Sicuramente è questa la domanda che si saranno fatti i maggiori produttori di videogame vedendo il successo di uno dei fenomeni del passato e del presente.

Mi hai rotto le scatole

Se vi state chiedendo quale sia il soggetto delle prime cinque righe di questo articolo allora sicuramente vi siete persi qualche nostra notizia; stiamo infatti parlando di quella Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy che in un solo giorno è riuscita a diventare il gioco più venduto del mese di giugno e che sta facendo divertire (e imprecare NdG – quasi quanto i VIDEOGAMESHISH nelle bozze NdD) milioni di videogiocatori.

Una tale situazione si era già verificata quasi 20 anni fa. Allora il produttore del titolo non era il team di Vicarious Visions che ha curato il restauro bensì una certa Naughty Dog che sulle nuove console Sony ha sfornato le serie di Jak & Daxter e Uncharted (non proprio bruscoletti).

Il fatto che proprio la rivisitazione di un capolavoro del passato, seppur realizzata in maniera eccellente, abbia scalato le classifiche di vendita e dato un distacco tanto netto agli avversari ci ha dato da pensare. E se il futuro di PlayStation risiedesse proprio nel suo passato?

In questo capitolo di Bit Focus tenteremo quindi di analizzare questa nuova tendenza e cercheremo di capire assieme a voi fino a che punto si possano spingere i produttori che già si sono e si stanno tuttora “dilettando” parecchio proponendo remastered in cui l’unica modifica è spesso la grafica in alta definizione.

Si stava meglio quando si stava peggio

Quando Activision ha annunciato che avrebbe prodotto una versione completamente rifatta dei tre capitoli di Crash Bandicoot sono andato in fibrillazione: pupille dilatate, bavetta alla bocca e anche un lieve accenno di erezione per completare il tutto.

Come tanti altri giocatori di vecchia data non ho esitato e sono corso a prenotare questo capolavoro annunciato con la segreta speranza di rivivere tutte le emozioni provate da bambino, quando in un freddo Natale del 1998 scartai la mia prima PlayStation accompagnata proprio da Crash Bandicoot 3: Warped, abbinata alla paura di avere tra le mani l’ennesimo prodotto raffazzonato utile solo a spremere il brand.

Vicarious Visions mi ha letteralmente stupito proponendo un prodotto non solo eccellente sotto il punto di vista realizzativo ma anche e soprattutto in grado di mantenere inalterato lo spirito della creatura che fu di Naughty Dog.

Questa abbondanza di contenuti, con tanto di DLC che introduce nuovi livelli mai visti prima, mi hanno ovviamente desiderarne ancora, come un nomade che trova un’oasi nel deserto e vuole continuare a bere. L’idea di poter (ri)giocare Spyro e Crash Team Racing con una grafica adeguata al potenziale di PlayStation 4 mi ha semplicemente stregato. Proprio qui è nata la paura che i produttori potessero addormentarsi sui proverbiali allori.

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.