RubricheBit ChroniclesKillzone Redemption - Capitolo 4 - Bit Chronicles

Killzone Redemption – Capitolo 4 – Bit Chronicles

Bentornati nella sezione del Bit dedicata alle nostre storie (e non più a quelle degli sviluppatori). Mi sono permesso di ritoccare a modo mio il mondo inventato da Guerrilla Games e di inserirci la mia sub-storia. A proposito di questo, vorrei ricordare a chiunque si fosse perso anche solo un capitolo della saga di Killzone che la Trilogy uscita poco tempo fa è un’ottima offerta!

Buona lettura 😉

Capitolo precedente: http://www.playstationbit.com/primo-piano/killzone-redemption-capitolo-3-bit-chronicles

4
Fuga ed estrazione

Accadde tutto in un attimo. Dorx sparò, uccidendo il soldato al centro del gruppo. Quasi nello stesso istante Jatran seccò l’ISA di fronte a lui con una breve raffica di proiettili e Vaqen, improvvisamente riapparso dal vicoletto laterale, fece letteralmente saltare in aria la testa del soldato sulla sinistra, col suo LS-13. Mentre Zoran premeva il grilletto col mirino puntato sul suo bersaglio e Jatran faceva fuori il quinto soldato ISA, però, il rilevatore dell’ultimo arrivato del team Echo rivelò un sesto ISA, fino a poco prima troppo ben nascosto dietro ad uno spesso muro per essere rilevato dai sensori dell’armatura da tattico. Immediatamente ognuno dei compagni di Zoran vide il cerchio con la “X” azzurra a marchiare il sesto nemico, un soldato con un VC-9 sulle spalle. Dorx sentì Jatran imprecare all’auricolare, ma per fortuna riuscì a spostare il suo reticolo di mira in fretta e centrò il soldato come pochi cecchini sanno fare. Tirò la leva d’armamento del VC-32, mentre tornava in piedi e visibile.
-Libera!- gridò Vaqen, che in quel momento aveva la visuale migliore.
Gli Helghast fatti prigionieri si alzarono in piedi, afferrando qualsiasi arma trovassero a terra, poi si diressero verso i loro salvatori, ringraziandoli. Senza badare troppo a loro, Jatran si rivolse a Zoran:
-Liberiamoci di quei bengala, o sarà un Incursore ISA a trovarci, anziché il nostro.
Il ragazzo annuì e corse verso i segnalatori, ma subito prima che potesse abbassarsi per neutralizzarli un forte vento lo costrinse a ripararsi il con le braccia. Due Incursori ISA giunsero proprio in quel momento. Atterrarono in meno di cinque secondi, i soldati nelle loro divise azzurre saltarono giù iniziando a sparare agli Helghast presenti nella piazza.
Mentre questi rispondevano inutilmente al fuoco, Jatran gridò “Ritirata! Muovetevi!” ai propri compagni, attraverso l’auricolare. Zoran estrasse in fretta una segnalatore e se lo lasciò cadere alle spalle. Il piccolo oggetto metallico iniziò subito a brillare di una luce rossa, mentre il tattico del Team Echo era già in fuga verso la salvezza.
I tre Hig corsero verso il punto da cui erano arrivati, mentre i proiettili vaganti schizzavano ovunque attorno a loro. Le deflagrazioni delle granate li stordivano e gli lanciavano incontro i detriti dei muri infranti. Quando i tre voltarono l’angolo, si trovarono di fronte i tre penetranti occhi rossi, che se uniti avrebbero formato un triangolo equilatero, al centro dell’altrettanto inquietante cappuccio nero da Tiratore Scelto Helghast. Zoran sussultò, prima di riconoscere Dorx.
I quattro ripresero a correre tutti insieme, finché non vennero bloccati, davanti, da altri soldati ISA appena giunti sul posto. Arretrarono leggermente, riparandosi dietro a quel che capitava.
Nel centro di Visari Square, intanto, la sentinella chiamata da Zoran era arrivata sul posto e mitragliava i soldati ISA, costringendoli ad arretrare grazie al suo possente fuoco di soppressione.
Un impavido tattico ISA afferrò il VC-9 che ancora si trovava lì a terra, dietro quello spesso muro, ed uscì allo scoperto, mirando alla sentinella. Sparò, ma immediatamente un colpo di Revolver M4 gli crivellò il cranio, spruzzando il sangue del soldato ISA sul muro alle sue spalle e sulle uniformi dei suoi compagni.
Il razzo indirizzato alla sentinella di Zoran raggiunse il suo bersaglio, esplodendo al contatto. Il robot di metallo emise uno stridìo, quasi come il verso di un animale in fin di vita, mentre andava a fuoco e roteava su se stesso perdendo quota. Un attimo dopo andò a schiantarsi contro un muro, mandandolo in frantumi ed esplodendo in pezzi.
Nessuno dei soldati ISA si preoccupò di cosa avesse ucciso il loro compagno e macchiato le loro uniformi, perciò uscirono allo scoperto già sicuri di aver vinto quella battaglia. Ma nuovi colpi esplosero dalla canna della Revolver M4, bucando le teste di quei soldati, uno per uno.
Soltanto un soldato con mitragliatrice leggera M224-A1 rimase in vita, terrorizzato al centro della piazza, circondato dai cadaveri dei suoi compagni.
L’assassino misterioso aveva terminato il caricatore, da soli 6 colpi, della sua revolver. Decise di aspettare il momento più appropriato per ricaricare.
Come previsto, il novellino, colto dal panico, iniziò a sparare all’impazzata con la sua LMG, coprendo qualsiasi altro rumore. L’assassino Helghast, coperto da un mantello nero, ricaricò in fretta, poi esplose un solo, rumoroso, colpo, che mise fine alla raffica di proiettili sparati dall’M224-A1, come alla vita di quel povero idiota dell’ISA.
La figura misteriosa salì le scale dell’edificio più vicino, poi iniziò a correre di tetto in tetto, cercando di individuare quella squadra di Helghast che aveva osservato fino a prima dell’arrivo degli Incursori. Finalmente li trovò: abbastanza in difficoltà, ma ancora tutti e quattro in vita. Dorx era in piedi e senza copertura, ma essendo invisibile nessuno sparava in quella direzione. Più che a sparare con precisione, Zoran si limitava a fornire ai compagni le posizioni esatte dei nemici, tramite i sensori tattici e gli elmetti connessi. Vaqen aveva tempestato la zona di granate, ma senza grandi risultati. I soldati ISA erano davvero tanti, e quella si prospettava una battaglia assai ardua.
Il geniere Helghast mise da parte l’LS-13 per prendere dalle sue tasche il generatore della torretta d’assalto. Uscì dal riparo e si chinò a posizionarlo. Un proiettile lo colpì appena sopra la spalla, facendolo cadere di lato e distruggendo le spalliere della sua armatura. Gli usciva del sangue, ma il proiettile l’aveva preso solo di striscio. Tornò al riparo ed aspettò che a torretta si generasse dal terreno. Non appena si formò, questa iniziò a sparare contro i soldati nemici. Jatran colse l’occasione per uscire dal riparo e bersagliare più ISA possibili con le sue raffiche, svuotando un intero caricatore dello StA-11.
Ma i nemici erano troppi e presto riuscirono ad avanzare. Uno di loro scavalcò il riparo di Zoran e puntò la sua arma contro la testa del ragazzo, ma presto una scarica di proiettili lo disintegrò. Jatran guardò dietro di sé, in alto, individuando subito la figura nera coperta dal mantello che imbracciava un M82 (sicuramente rubato ad un ISA) e che aveva appena salvato la vita al loro più giovane compagno. Il soccorritore sparò ancora, e prima che gli ISA potessero accorgersi concretamente di quella presenza, era già quasi tutti morti. Il Team Echo colse l’occasione per dirigere l’assalto finale: un cecchino ISA mirò verso il tetto da cui provenivano gli spari di M82, ma Dorx lo seccò con rapidità, tornando quindi immediatamente visibile. Passò subito alla StA-18 ed avanzò con passo veloce sparando ai sopravvissuti.
Contemporaneamente Jatran scavalcò il suo riparo e mitragliò qualsiasi cosa vedesse muoversi davanti ai suoi occhi. Un attimo dopo anche Zoran e Vaqen uscirono allo scoperto, uccidendo gli ultimi soldati ISA rimasti.

Libera.

Quando tutto sembrava essersi finalmente concluso, però, un nuovo Incursore ISA si avvicinò al terreno, mentre i soldati a bordo già sparavano verso il Team Echo. Ma subito una pioggia di razzi bersagliò l’Incursore, facendolo esplodere con un’onda d’urto devastante: erano i loro.
Finalmente quel dannato Incursore nero e rosso si faceva vedere, quello che poche decine di minuti prima li aveva portati fin lì. Salirono tutti velocemente a bordo, senza preoccuparsi di controllare la presenza di altri Hig sopravvissuti.
La missione non era affatto andata come previsto, anche se almeno avevano liberato Visari Square e scoperto le intenzioni dei nemici presenti sul posto.
Soltanto Zoran si preoccupò di lanciare un ultimo sguardo verso quel tetto, dove ora però non c’era più nessuno. Jatran colse il suo gesto e si mise di fronte a lui.
-Gli dobbiamo la vita, ma non abbiamo tempo per recuperarlo.
Zoran continuò a guardare fuori, mentre il portello dell’Incursore si chiudeva, tagliando la sua visuale.
-Mi dispiace- continuò il capo squadra, mettendosi seduto accanto al ragazzo.

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