RubricheBit ChroniclesKillzone Redemption - Prologo - Bit Chronicles

Killzone Redemption – Prologo – Bit Chronicles

Data la mia posizione di Editor-In-Chief del sito, è mio onere e (soprattutto) onore fare a voi lettori una panoramica di quello che state per leggere. Quella che inauguriamo oggi è una nuova rubrica, dal nome Bit Chronicles, in cui il nostro Francesco Audino ha pensato bene di inventare e dunque scrivere dei racconti divisi in “puntate”, che hanno per sfondo, ma anche per protagonisti, quei personaggi e quei mondi di pura fantasia che abitano il cuore di ogni videogiocatore.
A meno di imprevisti, la rubrica in questione avrà cadenza settimanale. Dunque ogni martedì catapultatevi su PlayStation Bit per essere i primi a leggere il nuovo episodio di questa avventura, ambientata nei meandri di Killzone, che sempre PlayStation Bit vi offre in totale esclusiva.
Mi scuso per avervi rubato del tempo, ma trattandosi del prologo non solo della storia, ma anche dell’intera rubrica, era necessario. Detto questo, lascio la parola a Francesco, che ha cose ben più interessanti da raccontarvi. Buona lettura!

Dario Caprai

Prologo

La morte di Visari

Zoran riaprì gli occhi. Tutto, davanti a lui, era sfocato. Accanto al suo braccio, poco distante dalla pozza del suo sangue, stava il suo LS-13. Quel manipolo di soldati dell’ISA era penetrato nel palazzo di Visari e li aveva uccisi tutti. Tutti, anche il colonnello Radec.
Mael…
Era accasciato contro la parete della stanza. Poteva vedere il corpo di Radec in cima alla scalinata, in fondo, l’armatura ricoperta di bruciature e la pistola ancora stretta dalla mano. Si rialzò, respirando a fatica. Udì delle voci più avanti. Delle voci che urlavano. Qualcuno gridò un “NO!”, poi uno sparo.
Zoran zoppicò nella direzione opposta, intento ad andarsene da quell’inferno. Perché era quello che era. Red Dust era esplosa. Radec era morto. E chi era stato appena ucciso? Uno degli ISA aveva gridato, ma era impossibile che Visari, da solo, avesse ucciso uno di loro. Quelli erano armati fino ai denti, si erano aperti la strada fin da Corinth. Erano fottutamente bravi.
Uscì dal palazzo e guardò in cielo, dove gli incrociatori ISA erano l’unica cosa ad essere rimasta intatta, o quasi. Lì, di fronte a lui, tutto era in fiamme. I corpi di decine di Hig giacevano a terra, crivellati o bruciati. O entrambe le cose.

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