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Oculus Rift – Speciale

Tra l’E3 e la GamesCom, c’è sempre un periodo di fuoco, sebbene le uscite videoludiche scarseggino. I publisher infatti “sparano” le ultime cartucce che hanno, spesso titoli che in altri mesi dell’anno finirebbero con l’essere “affogati” dalla concorrenza, ma soprattutto preparano con annunci, trailer, screenshot e dichiarazioni dei pezzi grossi tutti i mesi a venire.

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Team Fortress 2 con Oculus Rift… L’idea non vi tenta?

Non solo di giochi è fatto il mondo dei videogiochi, però. Perdonate il gioco di parole. E nemmeno di console, dal momento che nella next-gen ci siamo ormai definitivamente entrati (Wii U più o meno, concedetemelo), e di PlayStation 5 non se ne parla nemmeno (logicamente, e pure per fortuna, a dirla tutta). Ci sono anche le periferiche, una “branca” che non ha mai avuto fortuna, nell’universo giocoso che trattiamo. PlayStation Move è ufficialmente passato ad accessorio utile per fare divertire, anche a console spenta e in maniera luccicosa, le esponenti del gentil sesso che videogiocano, mentre il Kinect è riuscito, da solo, a fare scadere nel ridicolo un’intera azienda, leggi anche “Microsoft”. Quest’oggi, però, il sottoscritto Dario Caprai e Gennaro (o Giovanni, a discrezione dei publisher) Favatà hanno deciso di esporre il proprio pensiero a proposito della potenziale eccezione alla regola, testata in occasione della scorsa GamesWeek e forse sul punto di essere riprovata, forse, alla GamesCom, sempre dai gemelli del gol Caprai-Favatà: Oculus Rift. Come dice la sempre utilissima Wikipedia, Oculus Rift è “uno schermo da indossare sul viso (in inglese HMD, head-mounted display) per la realtà virtuale”, sviluppato dalla società Oculus VR, acquistata dall’allegra baracca di Zuckenberg, nota anche come Facebook, in data 25 marzo 2014. Detto questo, non mi resta che augurarvi buona lettura!

Gennaro’s experience

Sinceramente ho guardato sempre con scetticismo all’introduzione di sistemi di gioco o periferiche alternative nel mondo dei videogames. Sarò nostalgico e con i paraocchi, ma il joypad mi è sempre bastato per immergermi in mondi e storie virtuali, senza aver bisogno di Move, Kinect o telecomandi di ogni sorta. Partendo con questo pregiudizio rischiavo di non essere obiettivo nel giudicare l’Oculus Rift, così ho immaginato di tornare bambino pensando a quanto sarebbe potuta piacermi un’idea del genere: entrare nel videogioco.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=MEJjDhfULds

Devo dire che a caldo sono rimasto piacevolmente sorpreso e soddisfatto dall’Oculus. Sia chiaro, c’è ancora tantissimo da migliorare: grafica, stabilità, compatibilità e non si conoscono ancora con precisione tutte le caratteristiche specifiche della periferica lanciata su Kickstarter. Le imperfezioni comunque, non hanno influenzato più di tanto le sensazioni regalate dall’Oculus, che nonostante facesse girare tech-demo mi ha lasciato a bocca aperta. Sembra davvero di “esserci dentro”, sensazioni di vertigine sulle montagne russe, accoglienza in casa e libertà in giardino. Sarà nauseante o alienante, ma Oculus, se ottimizzata a dovere, potrebbe davvero essere il futuro. Questo è quello che ho pensato subito dopo averlo provato.
Dopo aver smaltito l’entusiasmo del classico “bambino in un negozio di caramelle”, ho tratto ulteriori spunti di riflessione. Davvero Oculus può essere il futuro? Difficile. Come già detto, la sensazione che da l’Oculus è quasi alienante dal mondo reale, e questo è positivo fino ad un certo punto. Un altro fattore a svantaggio dell’Oculus può essere sicuramente quello dell’ingombranza: meglio accendere la console e prendere il pad in mano o dover ogni volta montare sulla propria testa uno schermo per realtà aumentata? La risposta viene da sè.
Ultimissima riflessione: mentre parlavamo in fiera al Gamesweek, il buon Dario ha sollevato la questione third party e supporto console. Oltre tutti i ragionamenti, secondo me questa potrà essere la sola ed unica chiave per il successo di Oculus Rift: a cosa serve progettare una periferica tanto ambiziosa e futuristica, se poi non si cerca di farla conoscere e apprezzare da tutti?

httpvh://www.youtube.com/watch?v=LlS3Yx_aJH8

Dario’s experience

Sono il tipico giocatore senza fronzoli, duro, puro, spartano. Detesto i controller di movimento, le telecamere, aggiornamenti da installare, le tre dimensioni, e quant’altro. Non mi piace nemmeno giocare online, perché non che è che vada proprio pazzo per l’essere umano medio, diciamocelo. Voglio un gioco, un DualShock e se proprio qualcuno seduto al mio fianco con cui giocare. Stop. Basta. Punto. Quindi detesterò Oculus Rift, starete pensando. Forse un po’, ma molto meno di quanto si potrebbe immaginare.
Perché? Perché Oculus Rift trascende di netto qualsiasi periferica si sia mai vista sulla faccia della Terra, avvicinandosi al mitico “casco della realtà virtuale” che sognavamo da bambini, e che magari qualcuno ha visto in una celebre puntata d Futurama. Una volta indossato il visore, sono stati messi a disposizione due tech-demo in cui potevo limitarmi a muovere la testa per guardarmi intorno (in una mi trovavo su delle montagne russe, nell’altra potevo liberamente esplorare una tranquilla casetta con tanto di giardino) e una demo di gioco, in senso stretto, di Space Invaders. Mi ha molto stupito come non abbia avuto bisogno di nemmeno un minuto di adattamento: mi sono trovato, all’istante, in un mondo virtuale, perfettamente a mio agio. Ed è stato fantastico: sulle montagne russe, ad esempio, il feedback di vertigine durante la salita era veramente notevole, così come molto emozionante era alzare la testa e vedere i celebri alieni piombarvi, sempre più minacciosi, addosso. Una volta distrutti, per la cronaca, i pezzi di astronave ve li potevate vedere cadere addosso: una figata, passatemi il francesismo.

Project Morpheus è certamente più "figo", almeno esteticamente. Speriamo di poterlo testare alla GamesCom per dirvi quanto è efficace. Certo è che il super-lancio di PS4 potrebbe avere facilitato non poco le cose a Sony...
Project Morpheus è certamente più “figo”, almeno esteticamente. Speriamo di poterlo testare alla GamesCom per dirvi quanto sia efficace. Certo è che il super-lancio di PS4 potrebbe avere facilitato non poco le cose a Sony…

Come detto da Gennaro, Oculus Rift è impressionante per il semplice fatto che funziona, e già questo non era così scontato, visto l’ambiziosissimo progetto. Il livello tecnico, però, era veramente rivedibile, e non sappiamo, né possiamo sapere, come la periferica potrebbe reagire al test con l’ultimo, freneticissimo FPS uscito sul mercato: il senso di alienazione potrebbe avere il sopravvento su molti videogiocatori, considerato il fatto che anche solo un Mirror’s Edge ha portato alla nausea qualche “player”. Da segnalare è l’intenzione, emersa da alcune dichiarazioni di Oculus VR, di mantenere il più basso possibile il prezzo della periferica per quanto riguarda gli utenti, proprio perché essa possa entrare nel maggior numero di case possibile, per “lucrare” poi attraverso specifici accordi commerciali con chi vorrà sviluppare titoli ad hoc per Oculus Rift.
Ne parleremo ancora? Sicuramente, anche solo perché Sony sembra intenzionata ad investire in questa direzione, attraverso Project Morpheus, di cui trovate un’immagine ed un video proprio in questo articolo. Occhio a non confonderli!

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.

3 Commenti

  1. Io ho ben 2 Move… :'(

    Comunque personalmente parlando, il concetto di Realtà Virtuale intesa come la si vedeva nei film degli anni ’80 mi attira ma non mi intriga. Ho visto troppe periferiche cadere velocemente nel dimenticatoio o rivelarsi dei veri e propri flop, come il 3ds, con il suo effetto tridimensionale che ha generato più conati di vomito del gioco di Thor.

    Però questa volta pare che sia veramente pronto il “passo successivo”… Chissà… Io mi associo ai buoni Dario e Gennaro nel dire che il pad non me lo dovete togliere dalle mani. È cosi che a 6 anni ho iniziato a giocare sull’allora Nintendo Entertainment System, ed è cosi che voglio morire.

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