“Non si smette di giocare perché si diventa vecchi, ma si diventa vecchi perché si smette di giocare.”

Si è conclusa domenica sera l’incredibile esperienza di Play Modena 2015, con una settima edizione ricca di novità e tante cose da raccontare sia per quanto riguarda il tema a noi più caro, i videogames, sia per quanto riguarda il gioco in generale, colonna portante di un evento a cui, ormai lo sapete, eravamo presente anche noi.
Vediamo quindi più nel dettaglio com’è andata l’esperienza al Festival del gioco, soffermandoci sul tema chiave di quest’anno, ovvero la realtà virtuale, vero e proprio punto chiave per decifrare tutte le iniziative che hanno preso piede all’interno dei padiglioni di Modenafiere.

Questo lo paro

Una delle possibilità più interessanti offerte ai visitatori di Play è stata quella messa in piedi dai ragazzi dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che hanno deciso di dare la possibilità a chiunque di trasformarsi in un portiere e di provare l’ebrezza di parare un rigore grazie al loro interessante software di realtà virtuale, sviluppato con tanta fatica ed in molti anni, ed adeguato al tema del gioco per l’occasione.
Un po’ come quando vengono registrati dei movimenti con la tecnica del Motion Capture, anche qui l’utilizzatore della tecnologia di realtà virtuale di turno è stato chiamato ad indossare particolari guanti ed un elmetto in grado di fare da marker, così da permettere alle 10 telecamere installate nella struttura di portare su schermo i nostri movimenti e permetterci di interagire con il mondo binario all’interno del computer.
Tutto ciò riporterà sicuramente alla mente ai più attenti una non molto fortunata periferica di Sony, ossia il PlayStation Move, che tramite l’utilizzo di una bacchetta dotata appunto di un marker in cima (la famosa pallina colorata) dava la possibilità di simulare l’utilizzo di un arco, di una bacchetta magica o di tutto quello che il gioco ci avrebbe concesso di fare, anche se ovviamente i fini dell’UniMoRe sono ben diversi da quello puramente ludico.
Lo studio di questo tipo di tecnologia è infatti volto a portare un miglioramento in molte aree che trarrebbero giovamento da un’interazione con il mondo virtuale, vi basti pensare quali implicazioni potrebbe avere il Motion Capture per un designer oppure per un atleta che svolge esercizi preparatori o riabilitativi. Le possibilità insomma sono infinite, ed i ragazzi dell’università stanno lavorando al meglio per diffondere i loro studi, riuscendoci alla perfezione anche grazie al palcoscenico offerto da Play, dove anche il sottoscritto si è apprestato a parare, con scarsi risultati, qualche tiro.
Quello che ha effettivamente colpito durante il test è la varietà di parametri a disposizione, come ad esempio la velocità di tiro, l’effetto dato al pallone e tanti altri piccoli accorgimenti che, uniti all’incredibile velocità di reazione ai nostri comandi, hanno reso l’esperienza tutt’altro che banale. Grazie infatti all’impiego di molteplici telecamere e di una vasta area di elaborazione ai ragazzi di UniMoRe è stato possibile ridurre il tempo di reazione ai comandi quasi sotto ai 15 millisecondi, una velocità che dall’occhio umano viene percepita come istantanea.
Insomma, la speranza è che i ragazzi riescano ad ampliare il loro progetto e, perchè no, coinvolgere qualche grande casa produttrice. Chi non vorrebbe un bel FIFA 16 in cui i calciatori siamo davvero noi?

realtà virtuale portiere fifa 16 release

Il vostro Stefano ha provato a cimentarsi in qualche parata, ma l’età si è fatta sentire.

Volare, ohh ohh

Dai rigori al volo il passo è breve, ed ecco che ci ritrova catapultati nella realtà messa in piedi dalla Virtual Italian Air Force, dove Luca “Prophecy” Astori ed i suoi ragazzi sono ormai da parecchi anni al lavoro su un incredibile simulatore di volo allestito, pensate un po’, all’interno del cockpit di un F-16 block 52 “Fighting Falcon”, con tanto di pannello di controllo e switch interni perfettamente funzionanti per offrire ai piloti esperti e non una vera esperienza di volo comodamente ancorati al suolo.
Il progetto si basa su un software di volo chiamato Falcon 4.0 BMS, un’evoluzione di ciò che era stato ai suoi tempi Flight Simulator e che permette agli aspiranti aviatori di calarsi, sfruttando tastiera e mouse, all’interno di svariati tipi di velivoli. Da questo punto di partenza la VIAF ha iniziato a lavorare al suo ambizioso progetto, che ha richiesto circa 6 anni di sforzi e sacrifici, culminati nella presentazione dello scorso anno, ma che ad oggi offre la più precisa e funzionale riproduzione di un caccia mai vista, cosa che ha permesso di imbastire un corso online completo per dare agli appassionati la possibilità di apprendere le nozioni base ed avanzate riguardo al controllo di questi mostri del cielo, a partire dall’addestramento strumentale per arrivare anche all’utilizzo delle armi.
L’esperienza che Luca ed i suoi organizzatissimi colleghi, dotati anche di tabella di prenotazione dei voli per evitare litigi e risse, hanno saputo offrire a noi di PlayStation Bit e a tutti gli altri interessati è stata magifica. Fatti accomodare all’interno dell’abitacolo era come sentirsi Maverick di Top Gun, aiutati anche dai già citati display interni e dalla migliaia di interruttori a portata di mano.
Ovviamente per i meno esperti (come il sottoscritto) il primo impatto è di disorientamento, ritrovandosi appunto immersi in una moltitudine di strumentazioni, ma anche in questo senso i membri del team sono stati capacissimi di illustrare al meglio quanto ci si parava davanti, dandoci modo di capire come dare manetta, attivare i postbruciatori e decollare nei cieli virtuali.
Purtroppo la brevità della prova, obbligatoriamente limitata a 15 minuti per permettere a tutti di godere dell’esperienza, ci ha dato la possibilità di fare solo qualche evoluzione e riportare il velivolo alla base, anche se, come detto, il lavoro della VIAF è veramente strepitoso ed in molti, noi compresi, non disdegneremmo una simile attrezzatura in versione casalinga, per giocare al meglio ad un Ace Combat o ad un War Thunder.

VIAF F-16 cockpit play 2015

Un lavoro eccezionale svolto dai ragazzi della VIAF, che ci han fatto sentire dei veri piloti.