Action Henk! – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Curve Digital Developer: RageSquid
Piattaforma: PS4 Genere: Pazze corse coi camionisti Giocatori: 1-4 PEGI: 3 Prezzo: 14,99€

Balzato agli occhi dei giocatori PlayStation 4 lo scorso marzo per essere stato uno dei candidati, insieme ad Assault Android Cactus e Broforce, per il “Vota e gioca” del PlayStation Plus (sfida poi vinta dal titolo pubblicato da Devolver Digital ndr), Action Henk può rientrare in quella categoria di giochi che non puntano a reinventare alcun tipo di meccanica di gameplay, tutt’altro; l’idea, comune anche ad altri titoli, e infatti quella di prendere in prestito idee da altri titoli, magari del passato, per mixarli e creare qualcosa che magari risulti in qualche modo interessante e coinvolgente.

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Che sfida!

In questo caso, possiamo dire che nel calderone messo a punto dai ragazzi di RageSquid c’è Trials HD, i vecchi giochi in 2D di Sonic e, soprattutto, i percorsi delle Hot Weels. Prendete infatti i tracciati delle macchinine-giocattolo della nostra infanzia, scambiate l’auto con il figurino di un uomo panciuto di nome Henk e poi aggiungeteci il ghost-racing e l’elemento “scalata alla leaderbord” proprio di Trials. Okay, fino a qui ci siete, giusto? Bene, perché ancora non è finita. Metteteci poi un’inerzia della fisica che si rifà parecchio ai capitoli sopracitati del porcospino blu di Sega, ed infine cospargiamo il tutto con un po’ di wall-jumping in pieno stile Speedrunners. Ed ecco che finalmente abbiamo Action Henk, un gioco in 2D (e mezzo) che ha, come obiettivo in ogni sessione di gioco, quello di raggiungere la linea del traguardo nel più breve tempo possibile. La combinazione di tutti questi elementi brillanti potrebbe, in teoria, equivalere ad un buon gioco time-attack, nonostante l’ambaradan di componenti prese qua e là che potrebbe disturbare i giocatori più smaliziati. Ed effettivamente, a primo acchito, Action Henk dà un buon feedback. I comandi sono per giunta molto intuitivi: potremo muovere il nostro corridore con la levetta analogica sinistra, per poi utilizzare il tasto X per saltare ed L2 per scivolare col culo (sì, letteralmente) quando il percorso si farà in discesa.

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Occhio alla sgommata

All’inizio, dicevamo, il feeling di gioco è buono, seppur si tratti pur sempre di una sensazione parecchio superficiale. Le magagne inizieranno difatti a venire fuori col passare delle partite giocate. Il gameplay risulterà infatti sempre veloce, frenetico e con le basi ben fondate nella competizione, sia contro i tempi stabiliti dal computer per i singoli tracciati che, per un sapore di sfida in più, contro gli stessi fatti però da altri utenti. Tuttavia, se il tutto pare funzionare abbastanza bene in single-player, una certa dose di ripetitività nelle meccaniche, nonostante queste ultime siano come detto sopra parecchio variegate, inizia a farsi sentire dopo non molto, perché sì: Action Henk non offre modalità che diano mordente al gioco. In che senso? Beh, potremmo parlare della campagna/storia, parecchio confusionaria: c’è un’isola, un vulcano, dei personaggi che in realtà sono dei giocattoli e poi basta, non si capisce altro. È tutto un susseguirsi di robe nonsense, con questi pupazzetti che fra una sgommata sullo scivolo ed un’altra condividono fra loro delle massime di vita, con pretese apparentemente ironiche, prese di peso dalla cultura pop anni ’80 ― con quest’ultima che praticamente tappezza, in modo spesso anche gratuito, l’intero background che farà da contorno ai vari percorsi di gioco, con poster de Lo Squalo, parrucconi glam sullo sfondo e via dicendo.

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Per la maggiore, c’è sempre un modo “corretto” per giocare al meglio ogni singola corsa: basta andare abbastanza veloce e saltare dalla rampa nel momento giusto, per poi atterrare nell’angolazione ottimale della piattaforma successiva. C’è veramente poca possibilità di trattenersi su una rampa per poi saltare ed effettuare un atterraggio più propizio per il nostro corridore, cosa che si manifesta di più in un Trials HD per esempio. Ad ogni modo, superare e stare davanti al ghost dà il feeling di essere abbastanza bravi, e magari di fatto lo è; se si punta però a non ottenere l’oro ovunque, completare semplicemente ogni tracciato non sarà gratificante, e si completerebbe il gioco in poche ore.

Una questione di culo

Passando alla componente online, in multiplayer forse è uno dei più grandi dispiaceri che Action Henk ci dà, soprattutto se si pensa a quanto potenziale le basi del gioco potevano lasciar presupporre. Un’occasione sprecata, insomma. Non c’è infatti l’online, ma solo un multigiocatore in locale, fino ad un massimo di quattro giocatori. Non è la prima volta che analizziamo titoli del genere su PlayStation 4, e confermiamo quanto detto anche in altre recensioni: okay, sappiamo i costi di produzione, le software house piccole eccetera, ma vedere, nel 2016, un gioco che non supporta il multiplayer online ci lascia sempre sbigottiti. Comunque: Action Henk giocato insieme ad altri amici, gomito a gomito nella stessa camera, dicevamo che ci ha lasciato l’amaro in bocca. Condivideremo infatti anche, ed ovviamente, lo stesso schermo ― e niente splitscreen, a proposito. Il sistema di gara sarà il “se rimani indietro muori”, seguendo lo stile dei vecchi giochi delle Micro Machines. A girare poi il coltello nella piaga, c’è il fatto che Action Henk riserva inoltre una sola modalità competitiva, che è praticamente uguale a quella singola: nessun arma, nessun trip system agli avversari. Niente, solo correre e scivolare col culo il più velocemente possibile.

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Il peso degli anni ’80

Passando al reparto artistico, c’è poco da segnalare. Gli anni ’80 stanno avendo, da un po’ di tempo a questa parte, una sorta di rinascita; non in termini di costumi, quanto per quella sorta di epica che li circondano. Passando in ambito cinematografico, un ottimo esempio è Drive, pellicola di Refn con Ryan Gosling, oppure, passando alla tv, possiamo citare The Americans, una gran bella serie targata FX. Non sono due esempi citati così, a caso: se il primo ha un’estetica che si rifà al suddetto periodo in modo vistoso, la serie tv, che pur ricopre gli stessi anni, riesce a mantenere il tipico spirito dell’epoca pur non eccedendo in citazioni tirate per i capelli. Ecco, diciamo che sono due modi di vivere gli anni ’80 da un punto di vista dei media. Rimanendo nello stesso contesto storico ma passando i videogiochi, invece, non si può non citare Hotline Miami. Ecco, ed Action Henk invece, che strategia adotta? Niente, fa solo un paio di citazioni, tutto qui; come già detto in precedenza, troveremo qualche battuta, un paio di strizzate d’occhio e poi basta; un contorno insipido, dunque, che ha come corpo centrale una grafica 3D basica dai colori sgargianti. Sul versante sonoro non cambia granché, con musiche che con l’andare avanti del gioco si faranno sempre più frustranti da sentire, specialmente quando ci toccherà ripetere più e più volte un singolo livello per ottenere la medaglia d’oro.

Trofeisticamente parlando: culo e farming

I trofei di Action Henk sono 15, tutti bronzi e tutti di facile conquista in quanto, in buona parte, richiedono semplicemente di finire tutto il gioco. Qualora puntassimo al 100%, dovremo eseguire determinate azioni, come ad esempio morire 100 volte o di puntare a prendere tutte le stelle in ogni livello. Non c’è molto per i cacciatori di trofei insomma.

VERDETTO

A parlare di Action Henk quasi ti dispiace. Ti lascia l'amaro in bocca, ecco, in quanto è la rappresentazione di un'occasione, veramente sprecata, di fare un gioco divertente e stimolante, di puntare ad andare sempre più veloce e lasciare dietro i nostri avversari. Ancora una volta, tuttavia, se vogliamo puntare a titoli su questo genere, è più consigliabile volgere lo sguardo ad altri lidi, magari toh, ad un Trials Fusion qualsiasi.

Guida ai Voti

Natale Ciappina
Traumatizzato dallo studio di Kierkegaard, è solito nascondere il suo nome fra miriadi di pseudonimi, sommerso com'è fra le sue infinite liste di cose da fare, vedere, ascoltare, leggere e magari anche giocare.