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Amnesia: Collection – Recensione

Nel 2010 Frictional Games lanciò sul mercato uno dei survival horror più amati degli ultimi anni, imitato da decine di software house e giocato da migliaia di aspiranti famosi youtuber. Parliamo di Amnesia: The Dark Descent, seguito poi dall’espansione Justine e dal secondo episodio Amnesia: A Machine for Pigs.

Amnesia ha unito il survival horror e l’avventura grafica, donando linfa vitale a due generi che restano di nicchia rispetto a quello action o FPS, ma che hanno dimostrato (qualora ce ne fosse bisogno) di essere all’altezza in ogni situazione. A quasi sette anni dalla sua uscita originale, e quasi quattro dall’uscita dell’ultimo episodio della raccolta, i ragazzi di Frictional Games ripropongono la loro opera anche su PlayStation 4 con un’edizione rimasterizzata disponibile a un prezzo piuttosto interessante, senza dimenticare il supporto ai trofei. Titolo consigliato? Scopritelo nella nostra recensione!

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Tre in uno

Come abbiamo già anticipato, la raccolta che ci apprestiamo a recensire contiene tre episodi di Amnesia, The Dark Descent, Justine e A Machine for Pigs.

Partiamo quindi con ordine, introducendo il primo storico capitolo di Amnesia che tanto stupì pubblico e critica. In The Dark Descent impersoneremo i panni di Daniel, intrappolato nel cupo maniero di Brennenburg e colpito da perdita di memoria, come suggerisce il titolo stesso del gioco. Il nostro obiettivo sarà quello di ricostruire la storia, un tassello alla volta, ma soprattutto sopravvivere ai terrificanti ospiti del maniero. Oltre all’amnesia, Daniel soffre di acluofobia, ovvero della paura del buio; per questo motivo dovremo cercare di non restare troppo a lungo nell’oscurità, così da non peggiorare il livello di sanità mentale del protagonista. In tutto ciò, l’unica “arma” in nostro possesso sarà una lanterna (dalla durata limitata, ma ricaricabile attraverso boccette d’olio disseminate lungo l’avventura), grazie alla quale potremo farci luce negli angoli più bui del gioco e scoprire, nostro malgrado, gli orribili segreti del maniero. La trama è narrata in maniera impeccabile, grazie a un ritmo che si adatta perfettamente al genere e che riesce a incollare il giocatore allo schermo fino alla fine dell’avventura. Un titolo che, a parte qualche imperfezione tecnica di cui parleremo successivamente, è senza dubbio tra i migliori videogiochi horror di sempre.

Bene anche Justine, espansione di The Dark Descent, in cui non sarà possibile salvare (anche considerando la durata ridotta dell’avventura, poco più di mezz’ora) e bisognerà prendere delle decisioni che influenzeranno il finale. In questo caso impersoneremo un personaggio femminile, che dovrà ricostruire e ricordare la verità attraverso note, documenti e note vocali riproducibili attraverso dei grammofoni. Una piccola gemma, che arricchisce lo straordinario primo capitolo.

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L’ultimo titolo della raccolta è A Machine for Pigs, sequel indiretto di The Dark Descent ambientato sessant’anni dopo il primo episodio. Impersoneremo Oswald Mandus, ricco imprenditore in preda a un’amnesia il giorno della vigilia di Capodanno. L’obiettivo principale di Oswald sarà quello di scoprire la verità su una misteriosa macchina, situata sotto la sua fabbrica, rimettendo insieme i pezzi dopo un coma durato mesi. A Machine for Pigs venne sviluppato in collaborazione con The Chinese Room (già autori di Dear Esther) ma non riuscì a ripetere il successo del suo predecessore; il titolo infatti venne giudicato, soprattutto dai fan, troppo simile a The Dark Descent con poche innovazioni e miglioramenti. In ogni caso, anche questo episodio è una pietra miliare del genere che non potete perdere se siete amanti di avventure grafiche e atmosfere horror.

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Non farti sopraffare dalla paura…

Tutti e tre i titoli, seppure con qualche differenza nel gameplay (la lanterna non si scarica in A Machine for Pigs ed è stata rimossa la salute mentale), mantengono la stessa struttura di gioco. Al giocatore è infatti affidato il compito di ricostruire la storia attraverso note, ritagli di giornale, appunti e pagine di diari sparse per l’avventura, ma soprattutto quello di sopravvivere alle terribili creature ideate dai ragazzi di Frictional Games. Non avremo armi a disposizione e spesso potremo solo scappare dai nostri peggiori incubi; una formula di gameplay che funziona e diverte, ma soprattutto fa paura. La vera sfida non sarà tanto nascondersi, scappare o risolvere enigmi, quanto mantenere i nervi saldi e la lucidità giusta per affrontare ogni insidia. Questa caratteristica del gioco, permette di immedesimarsi nei protagonisti e di calarsi completamente nell’inquietante mondo di Amnesia.

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Volendo analizzare in maniera più tecnica l’aspetto del gameplay e in particolare l’adattamento da PC a PlayStation 4 è inevitabile parlare del passaggio da mouse e tastiera a joypad. L’esperienza rimane più o meno invariata anche se, soprattutto all’inizio, potreste avere qualche difficoltà nello gestire al meglio azioni e movimenti. Con un po’ di pratica però ci si adatta subito al sistema di controllo che, pur essendo meno comodo rispetto a quello di un normale PC, alla lunga permette di apprezzare al meglio Amnesia anche su console.

Un adattamento, senza troppe revisioni

Nonostante i 60 fotogrammi per secondo e la risoluzione in 1080p, tecnicamente Amnesia: Collection non raggiunge livelli eccezionali. Tutti e tre i titoli, pur essendo piuttosto datati (soprattutto The Dark Descent) sono capaci di regalare emozioni, ma non faranno impazzire di gioia i più attenti ai dettagli. Più di una volta infatti ci siamo imbattuti in rallentamenti e cali di frame rate, che pur non compromettendo l’esperienza di gioco, non sono troppo giustificabili per un titolo del genere su PlayStation 4. Perfetto invece il comparto audio, con doppiaggio, rumori di fondo e colonna sonora sempre all’altezza della situazione.

Trofeisticamente parlando: attento alle scelte e ai dettagli

Amnesia: Collection offre ai giocatori 22 trofei, impreziositi da un Platino. Per raggiungere l’obiettivo massimo, dovrete completare le storie più di una volta (visti i finali alternativi) e raccogliere tutte le note e gli acciarini; una sfida fattibile, ma non da sottovalutare. Vi raccomandiamo inoltre di installare l’ultima patch, grazie alla quale gli sviluppatori hanno risolto dei problemi legati all’ottenimento di determinati trofei. Per maggiori informazioni potete consultare il nostro elenco trofei, già disponibile sul forum.

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Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.