Batman: The Enemy Within – Episodio Finale: Same Stitch – Recensione Completa

PlayStationBit ha deciso di non valutare più, singolarmente, ogni singola uscita che forma titoli come quelli di Telltale, cosiddetti “a episodi”. Piuttosto, il corpo dell’articolo sarà aggiornato di volta in volta, di capitolo in capitolo, così come il voto, facendo una somma di tutto quanto visto fino a ora.

In prima pagina troverete un paragrafo relativo all’ultimo episodio uscito, al comparto audiovisivo e ai trofei, mentre in quelle seguenti il nostro parere in merito a quanto già visto.

Telltale Games, ormai da anni, è un punto di riferimento per qualsiasi amante delle avventure grafiche. E per chi, prima che a giocare, sia interessato a lasciarsi conquistare da una storia intrigante.

In realtà, dopo un inizio con il botto che ha portato alla ribalta lo studio, il livello medio delle produzioni è andato calando, complice certamente la moltitudine (eccessiva?) di progetti sviluppati contemporaneamente. Vi basti sapere che, nel momento in cui la seconda stagione di Batman comincia, sono in corso d’opera anche la seconda stagione di Minecraft: Story Mode, analizzata di volta in volta dal nostro Gennaro, e la prima dei Guardiani della Galassia, curata invece dall’Ivan di quartiere.

Episodio 5: Same Stitch

Premessa: tutta questa seconda stagione dedicata a Batman del gioco sviluppato da Telltale, nelle dieci ore abbondanti di durata che l’hanno caratterizzata, l’abbiamo giocata su PC per esigenze editoriali. Con un PC che supera, non solo eguaglia, tutti i requisiti minimi richiesti per una corretta esperienza ludica. Bene, spiace constatare che quest’ultimo episodio sia piuttosto disastroso tecnicamente soprattutto nella sua fase centrale, al punto di diventare quasi ingiocabile. A quanto si legge in giro, comunque, la versione PlayStation 4 dovrebbe essere esente da questi difetti – o almeno non averli così marcati.

Detto questo, siamo finalmente arrivati all’epico finale della seconda stagione di Batman: The Enemy Within. Epico a dire anche degli stessi sviluppatori, che hanno parlato di Same Stich come del loro prodotto più ambizioso di sempre. Il perché è presto detto: a dire di Telltale si avranno due esperienze di gioco completamente diverse in base alle scelte fatte, con un Joker malvagio a tutti gli effetti, quello che conosciamo, oppure uno che, almeno sulla carta, si prefigge l’obiettivo di essere buono, avendo come proprio idolo Batman – ma allo stesso tempo avendo una visione della realtà piuttosto distorta.

Noi abbiamo finito la nostra esperienza ludica proprio con quest’ultima variante, e non abbiamo avuto modo di provare la prima in quanto saremmo stati costretti a rigiocarci tutta la stagione con l’incertezza, comunque sia, di non riuscire ad avere a che fare con la versione villain di Joker in base alle scelte fatte. Manca infatti un qualsiasi tipo di ramificazione degli eventi da potere cambiare, ad esempio, in una sezione dedicata agli extra, oppure una scelta che indiscutibilmente vi porterà ad avere una versione del pagliaccio piuttosto che l’altra. Per quanto riguarda allora Same Stitch, avendo a che fare con la versione vigilante di Joker, possiamo dirvi di essere soddisfatti di quanto visto e giocato. Certamente a livello di trama, perché nelle circa due ore e qualche minuto di longevità dell’episodio la tensione è sempre piuttosto alta, senza tempi morti e con decisioni importanti da prendere.

A fare da collante tra uno sviluppo narrativo e l’altro ci saranno i soliti quick time event, in questa occasione particolarmente spettacolari e più coinvolgenti in virtù delle numerose battaglie conclusive da affrontare. Nonostante Bane, Harley Quinn, Bane, Catwoman, l’agente Avesta e tutti i personaggi secondari che abbiamo imparato a conoscere durante questa stagione tornino in grande spolvero, il palco sarà dominato da Joker e Batman, tanto da oscurare, in realtà, potenziali e interessanti sottotracce relative agli altri character. Non che la cosa ci sia dispiaciuta, beninteso; si sarebbe però potuto organizzare meglio le tempistiche, però, specie perché, in altri episodi, di lacune in termini di eventi ce ne sono state, eccome.

Fin dalla partecipata scena iniziale per arrivare alla resa dei conti, dunque, i colpi di scena non sono mancati e hanno raddrizzato l’esito di una stagione che, a tratti, è caduta veramente in basso (pensiamo al secondo episodio, The Pact). In particolare il finale, che ovviamente non vi sveleremo, conclude i fatti della seconda stagione ma lascia intendere la concreta possibilità di realizzazione di una terza (la sequenza è aperta ma anche conclusiva, a differenza di quanto succede nell’attualissimo Avengers: Infinity War, per capirci), dove i due acerrimi nemici si spartiranno, con tutta probabilità, Gotham.

Purtroppo il gameplay è ancora una volta mortificato; alcune intuizioni discrete di Telltale, come le fasi di indagini o di pianificazione dei combattimenti, sono completamente andate a farsi benedire. In Same Stitch non farete veramente altro che premere tasti quando vi sarà richiesto o prendere decisioni, con una interazione ridotta all’osso. Sempre parlando di meccaniche di gioco, mentre nello scorso episodio abbiamo utilizzato in lungo e in largo Bruce Wayne nel ruolo di miliardario filantropo, in questo caso sarà l’uomo pipistrello a prendere il sopravvento (e non è che la cosa ci dispiaccia). L’ultimo bivio che saremo chiamati a prendere, spiazzante, mette in luce proprio questo conflitto che Wayne sta vivendo tra la propria sfera privata e quella pubblica, se così vogliamo chiamarla.

Sempre la solita storia, nel bene e nel male

Per quanto riguarda sia il lato visivo che sonoro di Batman: The Enemy Within, i valori della seconda stagione sono praticamente identici a quelli della prima con la differenza che di acqua ne è passata, sotto i ponti, senza che Telltale se ne sia accorta. Ad onor di cronaca abbiamo riscontrato vertiginosi cali di frame rate nella versione PC, ma su PlayStation 4 le cose dovrebbero andare molto meglio.

Se per quanto riguarda colonna sonora (particolarmente adatta all’universo “batmaniano”) e doppiaggio (inglese, ma molto espressivo come al solito) non ci sentiamo in dovere di lamentarci, lo stesso non si può dire della grafica, più che accettabile ma che meriterebbe un aggiornamento corposo, sempre più inevitabile, in termini di dettagli e impatto generale. Last but not least, l’assenza di sottotitoli italiani pesa più che in altri casi “a causa” del personaggio dell’Enigmista, nel primo episodio, che non farà a meno di porci qualche tranello ricorrendo a un lessico tutt’altro che comune.

Trofeisticamente parlando: sempre la solita storia (pure qui)

I titoli Telltale, tranne rare eccezioni, sono una manna dal cielo per i cacciatori di trofei. Vi basterà portare a termine il gioco, di fatto, per ottenere l’ambito trofeo di Platino, come chiaramente dimostrato dall’elenco trofei.

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.

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