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Berserk and the Band of the Hawk – Recensione

Publisher: Koei Tecmo Developer: Omega Force
Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Musou Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 59,99 €

I fan del manga lo sanno, Berserk è sempre stato il soggetto ideale per un musou e, durante l’E3 2016, il sogno si è realizzato con l’annuncio di Berserk and the Band of the Hawk, gioco targato Koei Tecmo e Omega Force. Dopo 17 anni dall’ultimo gioco di Berserk rilasciato in occidente, Sword of the Berserk: Guts’ Rage per Dreamcast, rigiochiamo un’opera tratta dal capolavoro di Kentaro Miura. Ne sarà valsa la pena?

Ti troverò e ti ucciderò

Per chi non conoscesse Berserk, la storia parla di un Guerriero Nero di nome Guts che, a causa del “Simbolo del Sacrificio” situato sul suo collo, viene perseguitato da esseri mostruosi e dai cosiddetti Apostoli, esseri umani che hanno sacrificato ciò a cui più tenevano per trasformarsi in mostri e ottenere l’immortalità. La missione di Guts è ottenere vendetta contro Griffith, il capo della Squadra dei Falchi ovvero l’esercito di mercenari cui faceva parte anche il nostro protagonista.

Gli eventi trasportati nella campagna single player di Berserk, ripercorrono i primi 63 volumi italiani del manga attraverso 4 archi narrativi accompagnati da sequenze dei 3 film d’animazione, che compongono “L’Epoca d’Oro”, e da cutscene in game per gli eventi successivi alla saga cinematografica.

Premi quadrato, ripeti all’infinito

Si sa, i musou non sono giochi per tutti, a meno che non si sia un fan del genere o del tema del videogioco; quindi Berserk in questo caso, come del resto gli episodi, ufficiali e spin-off, della serie Warriors, riescono ad attirare nuovi clienti. I principali e forse unici motivi di ciò sono l’estrema ripetitività e facilità del gioco. Nelle circa 40 missioni della modalità single player infatti ci si imbatte in scontri abbastanza semplici e banali, anche contro i boss, in tutte le difficoltà, eccezion fatta per la difficoltà massima “Berserk” in cui ogni colpo può ridurvi a fin di vita.

Dal punto di vista del gameplay vero e proprio, il gioco soffre appunto degli stessi difetti dei musou. Facendo salire di livello i nostri personaggi si sbloccano varie combo da utilizzare in battaglia, ma purtroppo si riduce tutto alla semplice pressione dei tasti Quadrato o Triangolo senza eseguire complicate combo stermina-mostri. Per semplificare i combattimenti inoltre è presente una barra della rabbia che una volta riempita, colpendo i nemici con la nostra fidata Ammazzadraghi, farà entrare il nostro personaggio nella Furia del Berserker: in questa modalità saremo quasi del tutto inarrestabili e il danno che faremo agli avversari salirà esponenzialmente; ciò provoca il caricamento di un’ulteriore barra che una volta riempita ci consentirà di effettuare una super mossa in grado di far piazza pulita di tutti i nemici presenti nello schermo, o di recare un danno elevato ai boss.

Le dinamiche di gioco sono le stesse della serie principale Dynasty Warriors, con una mappa che indica i nemici e i punti di interesse e con obiettivi che variano dal sconfiggere determinati avversari al proteggere i propri compagni. Manca purtroppo il classico obiettivo di ogni musou, cioè la conquista di vari settori di mappa. D’altro canto i ragazzi di Omega Force hanno introdotto delle armi dalla distanza, come balestre o bombe, e un sistema di artigianato che consente di equipaggiare oggetti che aumentano le statistiche dei personaggi, oppure di fonderli con varie pietre che si possono trovare o comprare per aumentare i bonus.

Un passo avanti e due passi indietro

La modalità campagna, come già accennato, offre innumerevoli ore da passare insieme al temerario Guts, purché la giochiate in “Hard” o “Berserk”, e si tratta, effettivamente, del punto di forza dell’intero gioco. Esistono infatti altre due modalità che però possono essere apprezzate solo dagli amanti dei musou.

La modalità Free Mode consiste nel rigiocare le missioni completate della campagna utilizzando però un qualsiasi personaggio sbloccato fino a quel punto, ben 8 personaggi giocabili più altre 2 varianti. Non un roster particolarmente ampio, ma comunque interessante grazie all’enorme differenza di ciascuno di essi. La modalità Endless Eclipse invece è una sottospecie di survival in cui dovremo farci largo, di piano in piano, tra mostri e boss che vivono nell’Eclisse fino ad arrivare all’Abisso.

L’impossibilità di rigenerarsi la barra della vita è l’elemento peculiare di questa infinita avventura. Un contorno limitato dalla ripetitività delle azioni e dalla mancanza di ulteriori supporti narrativi, motivo per il quale queste modalità possono risultare interessanti solo agli amanti del genere mentre la campagna può avvalersi della fantastica storia di Kentaro Miura.

Dal lato artistico e tecnico niente di inaspettato. Il gioco gira a 60 fps, quasi sempre stabili, e i personaggi e i mostri creati dal famoso mangaka vengono rappresentati da una grafica cel-shading davvero ben fatta. Tuttavia gli scenari si rivelano nient’altro che dei meri sfondi piatti per le battaglie, con geometrie davvero semplici e basilari.

Bisogna muovere una critica anche all’enorme censura presente nel gioco: sebbene esso sia classificato come PEGI 18, molte scene dell’opera originale sono state censurate o del tutto rimosse; inoltre nei combattimenti non esistono veri e propri smembramenti e, anche se è presente molto sangue, i nemici spesso vengono semplicemente scaraventati in aria dai colpi di arma bianca dei personaggi. Niente da ridire al comparto sonoro del gioco, con musiche che si sposano perfettamente con le nostre azioni e con un doppiaggio giapponese degno di nota. Peccato per l’ennesima mancata localizzazione italiana, bisognerà accontentarsi della lingua inglese.

Trofeisticamente parlando: eclissi infinita

Se non siete dei fan sfegatati dei musou o di Berserk, difficilmente finireste questo gioco in poco tempo. Inoltre i 40 trofei di Berserk and the Band of the Hawk, 3 Oro, 14 Argento e 22 Bronzo oltre al Platino, vi metteranno i bastoni tra le ruote. Tra i semplici trofei formali, come uccidere un determinato numero di nemici in una battaglia, si nascondono anche le classiche imprese di collezionismo, sviluppo dei personaggi e combattimenti strazianti contro i boss nel massimo grado di difficoltà. Insomma, un platino non alla portata di tutti che vi richiederà molte ore di impegno.

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