Call of Duty: WWII – Recensione

Sviluppatore: Sledgehammer Games Publisher: Activision Piattaforma: PS4 Genere: FPS Giocatori: 1-2 (Online: 8-12) PEGI: 18 Prezzo: 69,99 € Italiano:

L’ultimo capitolo della saga di Call of Duty ispirato alla tremenda Seconda Guerra Mondiale risale ormai al lontanissimo 2008; l’incredibile World at War riuscì a estasiare i giocatori grazie a una storia forte e ben scritta, un multiplayer estremamente funzionale e, soprattutto, grazie all’esordio della sempreverde modalità a base di non-morti. Sledgehammer Games decide, con Call of Duty: WWII, di ripercorrere le strade, già battute, dal team di Treyarch. Sarà riuscita nel suo intento? Scopritelo insieme a noi!

Call of Duty: WWII

D-day

6 giugno 1944. L’esercito statunitense, affiancato da Regno Unito e Canada, decise di invadere la Normandia in quella che sarà una delle operazioni militari più note di sempre. Numerosi soldati, innumerevoli armi da guerra e, ovviamente, tantissime vittime non bastano a descrivere cosa fu quell’attacco, teso a far crollare il controllo tedesco in Francia e, solo successivamente, nella maggior parte d’Europa.

Fortunatamente, oltre ai libri di storia, anche i videogiochi offrono al giocatore la possibilità di rivivere momenti così cruenti, ma al contempo così spettacolari. Infatti ciò che mancava alla produzione Activision da anni era una campagna single player che fosse degna delle magnifiche storie raccontate nei primi capitoli della serie. Dopo numerosissimi titoli ambientati in un mondo moderno e futuristico, la casa statunitense ha finalmente deciso di offrire all’utenza un’esperienza in vecchio stile, capace di regalare momenti di pura epicità affiancati a momenti di forte tensione.

Call of Duty: WWII

Durante la modalità per giocatore singolo vestirete i panni del soldato Daniels, protagonista dell’intera campagna che vedrà l’esercito americano farsi largo attraverso le regioni controllate dalla Germania nazista. Fin dai primi momenti è facile notare come il colpo d’occhio sia davvero di elevata qualità. Per l’intera durata della campagna non saranno le texture o la risoluzione a farvi gridare al miracolo, ma la spettacolarità delle singole sequenze, delle battaglie e del sonoro, a farvi sentire parte integrante delle vicende narrate.

Non fraintendeteci, il comparto grafico non è affatto male, ma ciò che abbiamo incredibilmente gradito è stato lo stile fortemente cinematografico che ci ha accompagnato per circa otto ore di pura esaltazione; i personaggi sono ben scritti (stringerete un intenso legame con il vostro amico Zussman e l’intera compagnia) e le scelte di gameplay favoriscono il nascere di una forte sinergia tra giocatore e compagni di squadra e questo, a nostro parere, è davvero eccezionale. Grazie alla cura per i dettagli dei volti e la caratterizzazione delle singole fazioni (saranno infatti presenti anche l’esercito inglese e la Resistenza francese) riuscirete a percepire i momenti di difficoltà, l’ironia e la paura dei vostri commilitoni, ritrovandovi, proprio come alla fine di un buon libro, a percepirne la mancanza al termine dell’avventura.

Si sta come d’autunno…

Ovviamente, per ottenere un forte coinvolgimento e un’ottima narrazione, è necessario un gameplay solido di fondo e la formula offerta da Call of Duty, consolidata nel corso degli anni, non poteva venir meno al suo compito (tuttavia con qualche modifica). Lo shooting risulta molto fluido, frenetico come sempre ma anche più tattico (soprattutto nella modalità principale).

Durante quest’ultima infatti la vita non sarà rigenerabile e saranno necessari kit medici per ripristinare la salute. I kit medici saranno recuperabili sul campo, durante le missioni, oppure in seguito a richieste specifiche dei compagni. In Call of Duty: WWII infatti è stata introdotta un’interessantissima feature che, attraverso l’utilizzo della squadra, ci permetterà di ottenere utilità durante le battaglie. A seconda del compagno disponibile vi sarà possibile richiedere attacchi d’artiglieria, munizioni, granate, kit medici e l’utile potere del comandante Pierson, che vi permetterà di scovare i nemici ed entrare in modalità concentrazione, per colpire al meglio gli avversari durante un effetto slow motion.

Il tutto si stratifica e amalgama perfettamente, tanto che ci possiamo sbilanciare senza problemi quando affermiamo che la campagna risulta essere una delle migliori mai create per la serie (grazie anche ai vari quick time event posizionati al momento giusto che fungono da ciliegina su una torta già di per sé ottima).

Call of Duty: WWII

En marche!

Il fiore all’occhiello dell’intero prodotto sappiamo essere, ormai da tantissimi anni a questa parte, il comparto multigiocatore che nell’ultimo capitolo è stato, pur poggiando su ottime basi, modificato e migliorato sotto molti punti di vista.

Il cambiamento che salta subito all’occhio è il nuovo sistema di divisioni che, andando a sostituire il precedente sistema delle classi, offrirà al giocatore specifiche abilità, sbloccabili in seguito all’ottenimento di punti esperienza per la compagnia scelta. Nel nuovo Call of Duty, oltre all’esperienza dedicata al livello giocatore e armi, anche le divisioni avranno una propria barra esperienza, pronta a essere colmata dai punti ottenuti in seguito al completamento di obiettivi e uccisioni.

Migliorando le singole divisioni, potrete ottenere bonus speciali inerenti allo stile di gioco della divisione in questione: con la fanteria potrete avere più equipaggiamenti sulle armi e la baionetta; con l’aviotrasportata potrete utilizzare silenziatori; con la divisione montana potrete diventare invisibili ai velivoli di ricognizione; con la divisione corazzata potrete utilizzare bazooka e con gli spedizionieri potrete portare un maggior numero di esplosivi. Questi miglioramenti, oltre a essere affiancati da altri non citati, saranno combinabili con ben ventuno perk qui denominati come addestramenti base, tesi a migliorare ulteriormente la personalizzazione del proprio alter ego.

call of duty wwii

Signorsì, signore!

Le modalità disponibili in Call of Duty: WWII mantengono le caratteristiche classiche del brand, anche se è necessario analizzare a fondo la nuova modalità Guerra che, in maniera analoga alla modalità Operazioni già vista in Battlefield 1, punta a offrire un’esperienza multiplayer più completa e appagante. Durante le Guerre dovrete infatti completare, entro un tempo limite, un certo numero di obiettivi giocando nei panni, in due turni diversi, sia degli attaccanti che dei difensori. La modalità risulta davvero ben riuscita e offre quel quid in più che da molto era richiesto dai fan, che troveranno certamente pane per i loro denti, anche in vista della nuova modalità classificata (basata su regole e stile di gioco prettamente hardcore) che sarà disponibile solo a partire dal prossimo 1° dicembre.

Le mappe disponibili al momento sono dodici (di cui tre esclusive per la modalità Guerra) ma siamo sicuri che, con futuri DLC, non tarderanno ad arrivare novità. La nostra speranza è che vengano introdotte nuove Guerre e mappe lievemente più stimolanti, anche perché, finora, l’unica a esserci piaciuta davvero molto è Gibraltar, mentre le restanti otto, pur essendo di buona fattura, non ci hanno convinto del tutto a causa di scelte di design strutturale piuttosto discutibili.

Come se tutto ciò non bastasse, Sledgehammer Games ha introdotto il Quartier Generale che, comportandosi come un vero e proprio social hub, permetterà a quarantotto giocatori di interagire tra loro, sfidarsi in 1 vs. 1, allenarsi al poligono di tiro e sfruttare tante piccole chicche che vi lasciamo il piacere di scoprire. Non mancheranno i classici emblemi personalizzabili, targhette e mimetiche; ci tocca inoltre segnalarvi l’introduzione del sistema di casse che vi permetteranno di sbloccare alcuni miglioramenti (puramente estetici) senza necessità di essere acquistati con valuta in-game.

All’interno del QG sarà possibile utilizzare diversi oggetti dedicati alla personalizzazione, in seguito all’ottenimento di crediti che saranno ottenibili dal giocatore ogni quattro ore o in seguito alla vittoria di specifiche sfide contro altri giocatori del QG. Sono inoltre disponibili missioni sia giornaliere che settimanali che, una volta completate, offriranno sia boost esperienza (armi e soldato si intende) che casse.

Call of Duty: WWII

The walking dead

Poteva mai mancare, in una produzione legata al brand di Call of Duty, una modalità dedicata alla sopravvivenza agli zombi? La risposta è piuttosto ovvia, ma con la modalità Zombie presente nell’ultimo capitolo della serie possiamo affermare di trovarci dinanzi a un grande passo in avanti in termini di qualità, di contenuti e di coinvolgimento generale. Nella mappa Ultimo Reich (unica disponibile al momento) i giocatori si ritroveranno a combattere contro ondate di non morti nazisti, nei pressi di un villaggio abbandonato.

Call of Duty: WWII

Il setting è ottimo. L’atmosfera cupa e colma di mistero la fanno da padrona, e la sensazione di paura e tensione è costante (grazie soprattutto a nuovi tipi di zombi che sapranno incutere timore anche ai più esperti). La modalità accompagna inoltre il giocatore che, in questo capitolo, potrà accedere al taccuino per vedere gli obiettivi da raggiungere, le proprie dotazioni in termini di equipaggiamento e i power-up disponibili. Una volta tornati nella lobby potremo personalizzare il nostro alter ego con un sistema di classi che prevede la scelta di un’abilità principale, seguita da piccole mod sbloccabili e migliorabili tramite la progressione e l’esperienza acquisita dal giocatore.

Ottimo lavoro soldato!

Il comparto grafico e audio di Call of Duty: WWII è senza dubbio buono, non ottimo come ci saremmo aspettati, a causa di vari cali di frame durante la campagna (il multiplayer gode invece dei tanto agognati 60 fps granitici), ma che riesce, nonostante tutto, a fare il suo lavoro. Graficamente il titolo riesce a dare il meglio di sé in modalità singolo giocatore, che in certi frangenti, come accennavamo sopra, vi lascerà davvero stupiti non tanto per la grafica, quanto per la cura della regia e della fotografia. Il doppiaggio italiano è davvero di ottima fattura, le voci sono adatte ai personaggi e il feeling generale delle armi durante le sparatorie non lascia spazio a troppi dubbi.

Call of Duty: WWII

Trofeisticamente parlando: attenti a quella granata!

I trofei di Call of Duty: WWII non risultano troppo complessi dato che sono legati alla campagna e richiedono semplicemente una maggiore attenzione durante le missioni (che in ogni caso vi consigliamo di giocare a difficoltà Veterano per aggiungere quel tocco in più alla vostra avventura). Stimiamo una ventina di ore per ottenere l’ambito Platino!

VERDETTO

Non gireremo troppo intorno alla cosa: Call of Duty: WWII è finalmente ciò che tutti i fan attendevano da tanto. Una campagna ben congegnata e avvincente, un multiplayer completo sotto tutti i punti di vista e la migliore modalità Zombie di sempre, di certo non ci faranno pentire di essere tornati, letteralmente, con i piedi per terra!

Guida ai Voti

Andrea Ciervo
Appassionato di videogames, musica di tutti i generi, film e serie TV. Specializzato nel settore informatico riguardante sistemi operativi, modding, iOS e assemblaggio PC. Vivo seguendo il motto tanto semplice e mai banale "Ad Maiora!"

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