Catlateral Damage – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Fire Hose Games Developer: Chris Chung
Piattaforma: PS4 Genere: Simulazione/Casual Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 11,99 €

La storia di Catlateral Damage inizia nel lontano agosto 2013 o, più precisamente, nel momento in cui il folle Chris Chung decise di partecipare al 7DFPS, una manifestazione in cui i partecipanti hanno a disposizione sette giorni per creare uno sparatutto in prima persona che spicchi per originalità e che utilizzi il motore grafico Unity. Da lì in poi il progetto iniziale è stato ampliato e migliorato innumerevoli volte fino a sbarcare su PlayStation 4 il 13 giugno 2016 e, forse, anche sul futuro PlayStation VR, considerando la recente versione dedicata ad HTC Vive e il fatto che il gioco in sé si presta ottimamente alla realtà virtuale.

Avete sempre desiderato un simulatore di fusa virtuali? Il vostro sogno proibito è quello di distruggere interi salotti nei panni di un adorabile gattino? Bene, abbiamo il gioco che fa per voi!

catlateral damage

Nel principio era il miagolio

Come detto in apertura, Catlateral Damage è un videogame in prima persona che cala i giocatori nei panni di alcuni terribili gattini pronti a rovesciare in terra qualsiasi oggetto si pari sul loro cammino.

Le dinamiche sono molto elementari: i movimenti del micio sono affidati agli analogici, il tasto X è dedicato al salto, mentre i dorsali sono riservati al controllo delle zampe anteriori destra e sinistra: L1 e R1 consentono di fare una specie di affondo, mentre L2 e R2 corrispondono alla spazzata.

Altrettanto elementare è il compito affidato al giocatore il quale, tramite il peloso alterego, dovrà esplorare le varie stanze delle mappe, generate proceduralmente, alla ricerca di tutti gli oggetti che potranno e dovranno essere fatti cadere da mobili, mensole, tavoli e qualsiasi altra superficie sopraelevata.
Questo atipico mix tra shooter e simulatore prevede due distinte modalità di gioco chiamate Objective Mode e Litterbox.

La prima, che potremmo considerare a tutti gli effetti la variante arcade, si compone di 4 stage consecutivi di difficoltà crescente (con possibilità di sbloccare scenari extra), all’interno dei quali avremo a disposizione un tempo limitato per distruggere un numero prestabilito di oggetti e aumentare il nostro punteggio trovando foto di gatti reali, completando eventi specifici e sbarazzandoci di due oggetti “target”, scelti di volta in volta dal gioco in maniera casuale.

La seconda, invece, è una modalità di gioco libero nella quale potremo scegliere noi stessi la tipologia di scenario in cui muoverci, spaziando da una normale abitazione a un supermercato, passando per musei e laboratori di alchimia, senza doverci preoccupare di timer o obiettivi da raggiungere. Insomma, la scelta giusta per gustarvi un po’ di sana distruzione a quattro zampe in tutta calma.

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In entrambe le modalità inoltre, saranno presenti degli oggetti scintillanti che, se distrutti, faranno comparire delle scatole contenti dei potenziamenti in grado di aumentare una tra le tre skill del vostro gatto: salto, velocità o potenza dell’attacco.

La longevità del titolo è garantita sia dalle mappe procedurali a cui accennavamo prima, sia dalla presenza di centinaia di collezionabili e sfide. Queste ultime in particolare, se completate, vi consentiranno di sbloccare un nuovo peloso personaggio (una ventina in totale) con cui giocare.

Certo, detto così può sembrare tutto a dir poco fantastico, se non fosse che i felini si distinguono solo ed esclusivamente per il colore delle zampe (scelta a dir poco opinabile dal momento che il gioco prevede all’interno dei livelli un sistema di abilità da sviluppare: non riusciamo veramente a capire cosa sarebbe costato differenziare in partenza i gattini per dare almeno una parvenza di varietà) e che il gioco, superato l’esilarante impatto iniziale, scade ben presto nella noia e nella ripetitività: difficilmente troverete ancora stimoli nel far cascare libri da uno scaffale dopo un paio di ore.

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Gatti di un’altra generazione

Se sul fronte gameplay Catlateral Damage non convince, sul versante tecnico, invece, emoziona parecchio… nel senso più negativo possibile! Il cel-shading non riesce a mascherare una complessità poligonale degli oggetti pari a quella di un gioco per PlayStation 1, gli scenari sono tanto spogli quanto poco ispirati artisticamente e le brevi inquadrature che ritraggono il gatto ad inizio e fine livello sono da brivido lungo la schiena.

Discorso simile per quanto concerne il comparto audio che propone effetti sonori indegni e tracce audio dimenticabili.

Dal motore grafico utilizzato era lecito e obbligatorio aspettarsi un risultato migliore, anche trattandosi di un titolo “minore” (Chi ha detto Firewatch?).

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Trofeisticamente parlando: Catlinum!

La lista trofei di Catlateral Damage potrebbe essere uno dei pochi punti a favore di questo titolo grazie alla presenza di un succulento Platino che stimolerà le papille gustative dei nostri accaniti cacciatori di trofei. Il gioco propone un totale di 32 coppe suddivise in 17 di bronzo, 10 d’argento e 5 d’oro oltre a quella più preziosa summenzionata.

In ogni caso, non cantate vittoria prematuramente dal momento che, al netto di una difficoltà inesistente, il gioco richiederà comunque un notevole quantitativo di ore per essere completato a causa del gran numero di collezionabili da trovare.

VERDETTO

Dopo un primo impatto all'insegna dell'ilarità, capace di mascherare i vari difetti, Catlateral Damage scopre presto il fianco a innumerevoli critiche che spaziano senza soluzione di continuità dal gameplay noioso ed estremamente ripetitivo a un comparto audio-visivo che definire povero è un eufemismo. Si potrebbe salvare giusto la discreta longevità garantita dalle mappe procedurali e dal gran numero di collezionabili presente, non fosse che le fondamenta su cui questi contenuti poggiano siano estremamente precarie. Che senso ha puntare sulla quantità, quando la qualità del tutto è di così infimo livello? Ai giocatori l'ardua sentenza. Ultimo, ma non ultimo, i quasi 13 euro richiesti per portarsi a casa il titolo sembrano essere davvero una beffa di cattivo gusto.

Guida ai Voti

Giacomo Bornino
Sonaro dalla nascita. Muove i primi passi nel mondo videoludico all'età di 5 anni quando gli viene regalata la PS1; scoprendo Crash CTR e Rayman 2: The great escape nasce quella che diventerà la sua più grande passione: i videogiochi. Lo svezzamento passa per l'era PS2 dove il "Trittico" Jak&Daxter/Ratchet&Clank/KingdomHearts, come una freccia di Cupido, rende indissolubile il suo amore per la materia. Al fianco di queste Pietre Miliari è d'obbligo citare anche l'impareggiabile Dragonball Z: Budokai Tenkaichi 3, compagno di mille e uno battaglie con gli amici, nonché responsabile principale della sua miopia. La piena maturità viene raggiunta con il lancio di PS3, la quale gli permetterà di scoprire e apprezzare più o meno tutti i generi esistenti, da Mirror's Edge a Bayonetta, passando per Uncharted, Heavy Rain e molti altri. Tra le altre cose adora Batman e i supereroi (sì, Batman fa categoria a sé) in tutte le salse, la saga di Matrix e i libri di Chuck Palahniuk.