Oggi prendo la spada
Apprestandoci ad iniziare il gioco ci verrà data la possibilità, come da tradizione della serie, di scegliere tra uno degli archetipi creati dagli sviluppatori, ognuno con determinate peculiarità e con un equipaggiamento base, passando dal classico cavaliere fino agli esperti di magia ed all’immancabile individuo buono a nulla e perfetto per chi vuole partire da zero con il proprio personaggio. Dark Souls III si mantiene fedele ai canoni classici, proponendo statistiche ben note ai veterani ed in generale di facile comprensione nonostante la conservazione dell’interfaccia decisamente minimalista e poco user-friendly reputata comunque perfettamente a tema, stessa struttura mantenuta anche per la dotazione del nostro eroe. Non mancheranno infatti spade, katane e balestre, senza contare i fondamentali scudi e tutti i vari pezzi di armatura, dotati di una serie di statistiche che permetteranno di scegliere il nostro approccio alla battaglia, optando per un guerriero che fa della resistenza e della possanza le sue armi più temibili oppure un lottatore più agile, magari anche esperto di magia, che possa schivare senza troppe difficoltà gli attacchi degli avversari e rispondere a tono dalla distanza, tutto questo abbinato alle immancabili Fiaschette Estus, che si rinnovano proponendo due versioni, una utile a ricaricare la propria salute ed una invece, perfetta proprio per maghi e chierici, che ricaricherà i vostri Punti Abilità.
Il sistema di evoluzione, anch’esso mantenuto invariato, ci chiederà invece di recarci all’Altare del Vincolo per poter spendere le nostre anime in livelli aggiuntivi oppure nei negozi, acquistando nuove merci o potenziando quelle già in nostro possesso sfruttando anche le Titaniti o il nuovo elemento introdotto, ossia le gemme, che daranno accesso a modifiche più profonde come il rendere un’arma Grezza, Infuocata e molto altro ancora.
Parte del bello (e del brutto) del gioco sta anche in questa rinnovata scelta di rendere volutamente obbligatorio il ritorno alla base per ogni potenziamento, con il rischio sempre dietro l’angolo di venire eliminati perdendo momentaneamente il nostro carico di anime ma con la possibilità di tornare a recuperarle, possibilmente senza perire nel tentativo.
Teso come una corda di violino
Uno degli elementi che più era mancato in Dark Souls II, forse il capitolo in generale meno apprezzato, era la tensione che il giocatore provava muovendosi all’interno degli scenari di gioco. La costante possibilità di far scattare una trappola di cadere in un’imboscata generavano una sorta di timore paragonabile a quello di un survival horror, un’esperienza da provare almeno una volta nella vita che potrete ritrovare in Dark Souls III. Il vero punto di forza del gioco infatti è stato riuscire a ritrovarsi e a riconquistare tutti i tratti che l’hanno reso unico nel suo genere, senza necessariamente apportare modifiche a meccaniche collaudate ma riuscendo nel contempo a produrre un’esperienza del tutto nuova per i giocatori. Non di rado infatti capiterà ai veterani (me compreso) di intuire quando sarà il momento di un boss, quando potremo incontrare un falò sul nostro cammino oppure quando potrebbe esserci un tesoro nascosto, ma non per questo la tensione e l’ansia per una morte che potrebbe essere dietro l’angolo verrà meno, tanto più che From Software ha voluto inserire, rubando di prepotenza l’idea dal già citato Bloodborne, alcuni mostri in grado di trasformarsi una volta che il giocatore sarà a portata di tiro, elemento che renderà ancora più incerta e “preoccupata” la nostra esplorazione del reame di Lothric.
Per tirare le somme di questa lunga recensione, insomma, possiamo dire che Dark Souls III ci è piaciuto e ci ha emozionato in una maniera in cui nessun altro Souls aveva fatto prima, regalandoci momenti di rabbia e frustrazione seguiti da attimi di godimento e soddisfazione incredibili, consapevoli che ogni nemico sconfitto ed ogni boss abbattuto erano frutto solo ed unicamente della nostra abilità, perché questo gioco non concede nulla e non mostra mai il fianco. L’esperienza perfetta regalataci dai ragazzi di From Software sembra avere come unico limite proprio la sua perfezione, perché la sensazione è quella di essere arrivati sulla cima di un’elevata montagna, un punto di non ritorno su cui si può piantare la tenda o dal quale si cadere rovinosamente verso il basso.
Trofeisticamente parlando: The only easy day was yesterday
Cosa aspettarsi da un gioco mortalmente difficile? Una lista trofei altrettanto complicata. Come da tradizione dei titoli From Software all’interno dell’elenco troverete coppe che premieranno la sconfitta dei vari boss principali e secondari, così come anche alcune legate alla scoperta di tutto ciò che il gioco avrà da offrirvi. Se vorrete aggiungere questo trofeo di Platino alla vostra bacheca quindi preparatevi ad esplorare ogni anfratto del gioco, potenziare la massimo le vostre armi e sudare sette camicie, oltre a mettere in conto (ovviamente) un discreto numero di morti ed un paio di playthrough con eventuale backtracking. Con dedizione, perseveranza, e la nostra futura guida ai trofei riuscirete ad ottenere tutto ciò che Dark Souls III avrà da offrirvi.
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