Destiny 2 – La Maledizione di Osiride – Recensione

Sviluppatore: Bungie Publisher: Activision Piattaforma: PS4 Genere: Sparatutto Giocatori: 1 (Online: 2-12) PEGI: 16 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Tre cose sono sicure nella vita: le tasse, la morte e i DLC di Destiny. Il secondo capitolo della serie Bungie non fa ovviamente eccezione con un season pass che già prevede due pacchetti aggiuntivi, il primo dei quali è appunto La Maledizione di Osiride, che tenta di riconquistare i fan delusi da alcune scelte della software house, nonostante Destiny 2 si sia comunque rivelato un titolo eccellente.

Di male in peggio

La maledizione, più che nel titolo, sembrava essere collegata proprio all’espansione che Bungie ha avuto non pochi problemi a lanciare sul mercato. Alle già accennate critiche degli utenti in merito a un end-game non all’altezza del predecessore, si sono accodati problemi vari come la cancellazione dell’ultimo livestream del DLC. Il contenuto legato a Osiride, nonostante tutto, ce l’ha fatta. Il vero problema però non è più il passato né tanto meno il presente, ma il futuro, che va infatti cambiato con il nostro aiuto.

La Maledizione di Osiride si colloca, temporalmente, dopo gli avvenimenti narrati da Destiny 2 e introduce appunto il leggendario Guardiano, il cui Spettro verrà ritrovato da alcuni seguaci di Ikora e spingerà lo stregone a mandarci in una missione di ricerca del suo leggendario maestro.

Per ritrovarlo sarà necessario esplorare il nuovo pianeta giocabile di questa espansione, Mercurio, e affrontare una serie di missioni intense e coinvolgenti che mostreranno in modo ancora più marcato come Bungie stia puntando tantissimo sulla lore del gioco, trascurata nel primo capitolo e intensificata già nella campagna principale di Destiny 2.

Preferisci il mare o la montagna?

Se Sagira, lo spettro guida di Osiride, fosse perfettamente funzionante, ritrovare il Guardiano non rappresenterebbe un grosso problema. Sfortunatamente l’entità è stata danneggiata durante uno scontro e il primo compito del nostro eroe sarà ripararla per riuscire a capire finalmente dove il maestro di Ikora sia finito.

Si tratta ovviamente di un passo introduttivo che ci permetterà di mettere piede su Mercurio e addentrarci in quella che è la nuova zona esplorabile del DLC, ossia la Foresta Proibita. Questo spazio extradimensionale è infatti una struttura procedurale creata dalle menti dei Vex e utilizzata per generare infinite possibilità di futuro per trovarne una in cui queste cibernetiche creature possano dominare incontrastate.

Quella messa in piedi da Bungie è un’ambientazione non del tutto nuova (Pyramidion vi suona familiare?) ma sicuramente azzeccatissima e realizzata in maniera magistrale, che permetterà al giocatore di sentirsi davvero immersi in una realtà parallela, aiutato anche da varchi in stile Stargate e dall’aspetto cibernetico che riuscirà a mischiare uno stile spiccatamente sci-fi con uno molto più antico.

Nulla invece di realmente nuovo sotto il fronte del gameplay, con lo stile della campagna principale ripreso in toto in questa espansione che nulla aggiunge, se non una serie di armi speciali e Mercurio come (piccola) area esplorabile in cui potremo prendere parte anche a una serie di eventi pubblici tutti nuovi.

Un Faro nella notte

Per quanto una campagna possa essere interessante, quello che tutti i giocatori di Destiny aspettavano erano novità per quanto riguarda le sfide in gruppo, novità che non tarderanno a mostrarsi vista anche la non eccessiva longevità della storia, completabile dai più abili in qualche ora.

La Maledizione di Osiride introduce due nuovi Assalti che verranno intelligentemente mischiati con la trama principale ma potranno essere riaffrontati in un secondo momento con qualche piccola modifica ai dialoghi; questi verranno adattati alla situazione e permetteranno di fronteggiare temibili avversari e ottenere corpose ricompense.

Gli amanti degli equipaggiamenti rari potranno invece affrontare quelle che verranno chiamate Profezie Perdute; accessibili dal nuovo hub social denominato Il Faro, queste 12 sfide permetteranno ai giocatori più abili di ottenere strumenti e armi studiate da Osiride stesso, che saranno perfette per fare piazza pulita dei nostri avversari e avranno un design unico ed accattivante.

Sfortunatamente riuscire a ottenere tutti i pezzi dell’equipaggiamento richiederà un farming a volte frustrante, critica già mossa anche alla versione base del gioco, rea secondo gli utenti di fornire strumenti e armi in maniera fin troppo casuale.

Sempre dedicate ai collezionisti anche le nuove armi leggendarie potenziate, denominate per l’occasione Armi Prodigiose. A differenza delle Profezie Perdute nessun design strabiliante ma semplicemente versioni con steroidi delle armi leggendarie già recuperabili all’interno del gioco.

Nella pancia della bestia

Una delle novità più apprezzate di Destiny 2 è stata sicuramente l’incursione denominata Leviatano, sfida per cuori forti che richiede pazienza e un team affiatato in grado di fronteggiare tutte le minacce inserite da Bungie per rendere la vita dei giocatori un inferno.

La Maledizione di Osiride non propone però, come invece molti speravano, un raid nuovo ma piuttosto una versione in miniatura della prima incursione in cui ci addentreremo nella pancia del Leviatano per affrontare tal Divora-mondi.

La minutezza di questa incursione non deve però ingannare. Ambientazioni curatissime e meccaniche davvero innovative spingeranno tutti i giocatori a provare il raid cercando di abbattere la terribile bestia e reclamare il loro ambito premio forse con addirittura maggior coinvolgimento rispetto al Leviatano originale.

Il più grande peccato di Bungie sembra comunque essere quello di non aver sfruttato a dovere la Foresta Infinita, dotata di un potenziale praticamente illimitato grazie alla struttura procedurale e a nostro dire perfetta per sfide multigiocatore irte di pericoli e decisamente spettacolari.

La Maledizione di Osiride poteva e doveva infatti spingere maggiormente il piede sull’acceleratore e puntare forte sulle apprezzate incursioni, ma ha scelto di fornire agli utenti una campagna ben realizzata e contenuti aggiuntivi razionati in attesa forse del secondo DLC, pronto a dare la sterzata decisiva.

Trofeisticamente parlando: manca qualcosa?

Ebbene sì, tutti coloro che si aspettavano qualche aggiunta alla lista trofei di Destiny 2 rimarranno delusi. La Maledizione di Osiride non introduce nessuna nuova coppa da sbloccare ma rende nuovamente accessibile quella per il completamento dell’incursione Leviatano. Se non avete ancora aggiunto alla vostra bacheca questo Platino, vi suggeriamo di correre a consultare la nostra completissima guida e rimediare alle vostre mancanze.

VERDETTO

La Maledizione di Osiride è un pacchetto di espansione che fa esattamente quello che promette: aumentare e dove possibile migliorare l'esperienza di gioco di Destiny 2. Le nuove missioni introdotte sono coinvolgenti e permettono di esplorare ambientazioni azzeccatissime, mentre le sfide multiplayer come il raid del Divora-mondi e le missioni del Faro per ottenere gli equipaggiamenti di Osiride faranno la gioia di tutti i fan della serie amanti del collezionismo virtuale. Una piccola tirata d'orecchi va fatta a Bungie per quanto riguarda la minutezza di Mercurio e soprattutto per lo scarso utilizzo della Foresta Infinita, ricca di potenziale. Se comunque avete amato Destiny 2 sarete felici di sapere che avere un more of the same non è mai stato così bello: non esitate quindi a fare vostro questo primo DLC (in trepidante attesa del secondo), perché il salvataggio di Osiride riuscirà a tenervi incollati allo schermo ancora per molte ore.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

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