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Dragon Ball Xenoverse 2 – Recensione

Publisher: Bandai Namco Developer: Dimps
Piattaforma: PS4 Genere: Picchiaduro con i capelloni Giocatori: 1-2 (Online: 2-6) PEGI: 12 Prezzo: 69,99 €

A distanza di un anno e mezzo dall’aver rilanciato a dovere l’immortale saga di Dragon Ball in ambito videoludico, Dimps torna a giocare con le linee temporali dell’opera di Toriyama cercando, anche questa volta, di accontentare un po’ tutti: dai fan di vecchia data, cresciuti a pane e nutella ed onde energetiche, stanchi di rivedere sempre le solite battaglie da anni ed anni, fino alle giovani leve che hanno alzato le mani al cielo per aiutare a sconfiggere Majin Bu giusto ieri; perché si sa, le gesta di Goku e compagni sembrano davvero non passare mai di moda.

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Più grande, più forte

Gli intenti degli sviluppatori erano chiari sin dal titolo dato al nuovo capitolo: ampliare e riproporre i punti di forza che hanno determinato il successo del primo episodio e levigare con cura le sue diverse spigolosità per proporre al pubblico un prodotto qualitativamente e quantitativamente impeccabile. Dopo 1.4 milioni di copie vendute nell’arco di una sola settimana sembra proprio che gli obiettivi siano stati centrati, ma, se nutrite ancora qualche dubbio riguardo all’arruolarvi o meno nei Time Patrollers, scoprite insieme a noi se Xenoverse 2 fa al caso vostro!

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Benvenuti a Conton City! 

Giusto il tempo di premere Start ed eccoci catapultati a Conton City, il nuovo HUB di gioco, capace di contenere fino a 300 giocatori simultaneamente. Come forse saprete, infatti, Xenoverse 2 eredita le sue fondamenta dagli MMO e, proprio in virtù di questa sua peculiarità, è direttamente all’interno del mondo di gioco che potrete avviare qualsiasi tipo di attività, sia essa una missione principale o uno scontro multiplayer.

I ragazzi di Dimps hanno più volte lodato il lavoro svolto per rendere Conton più ampia e varia di TokiToki City e, se possiamo spezzare subito una lancia in loro favore dopo le critiche che ho letto nei giorni scorsi, il risultato raggiunto, a nostro avviso, è di buon livello. La mappa è di una grandezza più che ragionevole, attraversabile da capo a capo nell’arco di una quarantina di secondi, giusto per darvi un riferimento, e, anche se non la ricorderemo probabilmente come una lezione di level design, si lascia godere senza troppi crucci, sia per lo stile ripreso a piene mani dall’anime, sia per la presenza di alcune location storiche, come la navicella di Freezer o la Kame House, che garantiscono un buon impatto emotivo sul giocatore.

La quantità straripante di cose da fare, inoltre, non risulta mai eccessivamente dispersiva, proprio grazie ad una mappa “funzionale” che limita al minimo le perdite di tempo dovute agli spostamenti tra una quest e l’altra. Certo, quando l’hub inizia a riempirsi di giocatori la situazione tende a diventare un po’ opprimente, ma il problema è facilmente risolvibile optando per la “sala d’attesa offline” in cui, sostanzialmente, sarete da soli a spasso per Conton, ma sempre pronti ad unirvi ad altri giocatori online semplicemente recandovi dai robottini della Capsule Corporation responsabili delle varie modalità di gioco online. Insomma, che preferiate giocare in compagnia di una squadra di amici o in totale solitudine, Conton City ha la soluzione che fa al caso vostro.

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Ma torniamo un attimo alle attività presenti nella ridente cittadina perché su questo fronte gli sviluppatori non hanno certamente lesinato e meritano una parola in più. A fianco della modalità storia di cui parleremo più avanti, Conton City brulica di volti storici tratti dal manga: potrete allenarvi con una ventina di personaggi per apprendere le loro tecniche e utilizzarle con il vostro personaggio (sì, anche di questo parleremo dopo), potrete interagire con le figure chiave delle diverse razze, come Freezer o Majin Bu, all’interno di side-quest dedicate per sbloccare le loro trasformazioni e rendere il vostro guerriero ancora più potente, potrete gettarvi nelle “missioni esperto” in compagnia di altri 5 giocatori affrontando enormi avversari come Vegeta Scimmione, potrete prendere parte a tornei Online, potrete dimostrare agli altri il vostro valore nelle partite infinite, potrete livellare nelle “missioni parallele” e tanto altro ancora.
Alla luce di tutto ciò, possiamo affermare senza timore di essere smentiti che un’offerta così ricca e varia non l’avevamo mai vista in un tie-in. Tutti i fan avranno senza dubbio di che occupare il loro tempo!

L’arte del combattimento

Una delle più grandi critiche mosse al primo Xenoverse era la semplicità delle meccaniche che conducevano irrimediabilmente ad un frenetico button smashing, ripetitivo e poco appagante sul lungo periodo. Ora, se cercate i tecnicismi di uno Street Fighter siete sicuramente nel posto sbagliato, ma i ragazzi di Dimps hanno sicuramente lavorato molto per rendere il sistema di combattimento un po’ più profondo, restando comunque accessibile a tutti. Varietà, anche in questo caso, sembra essere la parola chiave e tra combo corpo a corpo, colpi speciali e supremi, scatti, prese e proiezioni, dovrete studiare attentamente come concatenare le varie mosse per evitare di lanciare una kamehameha a vuoto e prestare il fianco a uno spezza guardia del nemico.

Anche in questo episodio la parte del leone la fanno le cosiddette scomparse Z, ovvero i teletrasporti tipici della saga che consentono di arrivare alle spalle dell’avversario mentre questo è intento a riempirci di legnate. La gestione della barra del vigore è fondamentale ed esaurirla completamente ci lascerà vulnerabili per molti secondi in cui saremo facili prede del nostro avversario. Tuttavia, è bene ribadirlo ancora una volta, il tutto non si riduce ad un mero scambio di colpi in attesa che uno dei due esaurisca il vigore (anche perché altrimenti dovrei veramente trovare una buona giustificazione dopo i sonori schiaffoni che ho preso online utilizzando Goku SSGSS), ma c’è davvero molto altro che vi terrà impegnati a lungo se vorrete padroneggiare al meglio tutte le possibilità offerte dal titolo. Le stesse tecniche speciali si differenziano enormemente per gittata e tempi necessari all’esecuzione e solo questo fattore vi porterà via ore ed ore per cercare il miglior setup possibile per il vostro guerriero.

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Ed eccoci giunti finalmente al cuore pulsante della produzione Dimps, ovvero la possibilità di creare noi stessi un guerriero da affiancare agli eroi storici della saga, scegliendo dalle 5 razze base, Namecciani, Sayan, Terrestri, Majin o Freezeriani (passatemi la licenza poetica). Inizialmente potremo modificarne solo il sesso e l’aspetto, scegliendo comunque tra un numero tale di caratteristiche capace di rendere assolutamente unico ogni Avatar, ma successivamente, come per ogni gioco di ruolo che si rispetti (e passatemi la seconda licenza) potenziandone le stats a nostro piacimento. Perché potrà anche venire la pelle d’oca a qualcuno di voi sentendo accostare i due generi, ma in fondo Xenoverse 2 attinge a piene mani anche dai GDR, dandoci totale libertà nello sviluppo del personaggio che salendo di livello guadagna punti esperienza da utilizzare per migliorarne gli attributi, sia per quanto riguarda gli attributi e le mosse speciali, dal Final Flash di Vegeta ai Fantasmini Kamikaze di Gotenks, sia offrendo una miriade di oggetti equipaggiabili in grado di modificare, anche loro, le varie stats con bonus e malus più o meno rilevanti. Infine, giusto per buttare ulteriore carne al fuoco, sappiate che tutti gli oggetti potranno essere “fusi” per ottenere equipaggiamento di livello superiore.

Ma, come spesso accade, non è tutto oro ciò che luccica e di fronte a tanto impegno spiace enormemente segnalare come, purtroppo, molte delle possibilità offerte dagli sviluppatori siano potenzialmente destinate a passare in secondo piano dal momento che l’intelligenza artificiale degli avversari, sempre che di intelligenza si possa parlare, lascia molto a desiderare e non riesce quasi mai a mettere realmente in difficoltà il giocatore che abbia affrontato un numero minimo di missioni secondarie e abbia raggiunto un livello adeguato. A dare un senso al tutto ci pensa tuttavia il multiplayer competitivo in cui le numerose sfaccettature del gioco trovano la loro massima espressione.

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Qui in sede di recensione non possiamo inoltre sorvolare su un altro paio di punti dolenti che affliggono Xenoverse 2 a cominciare dall’IA dei compagni, addirittura peggiore, se possibile, di quella nemica, con PG incapaci di darci reale sostegno anche una sola volta nel corso di oltre un centinaio di missioni testate, per finire con un Netcode da rivedere, il quale rende impossibile portare a termine determinate combo base e causa frequenti disconnessioni post-partita che rendono un po’ troppo macchinoso il passaggio da un match all’altro. Niente che possa inficiare il titolo nel suo complesso, sia chiaro, ma confidiamo fortemente in una patch che possa rendere più fluido tutto il comparto multiplayer.

Brave New World

Anche in questo capitolo, come dicevamo in apertura, i ragazzi di Dimps si sono proposti di offrire una storia inedita mescolando le carte in tavola grazie all’ingegnoso pretesto narrativo dei viaggi temporali. Esattamente come nel primo episodio, l’eroe da noi creato si arruolerà nei Time Patrollers, una squadriglia di “controllori del tempo” capitanati dal Trunks del futuro e dalla graziosa Kaioshin del tempo, il cui compito è quello di preservare l’ordine nelle varie linee temporali, minacciate dal perfido duo di Mira e Towa, antagonisti già conosciuti nel primo episodio, accompagnati per l’occasione da Slag, Tarles e un misterioso guerriero mascherato.

L’idea alla base sarebbe ottima e capace di conquistare sia i nuovi che i vecchi fan, restando fedele alla tradizione, ma al tempo stesso offrendo un nuovo sguardo sulle avventure che ormai tutti noi conosciamo. Sfortunatamente però il risultato è tutt’altro che emozionante e seppur sul finale la storia si riscatti con qualche piccolo colpo di scena e l’arrivo del Dio della Distruzione Bills, senza dubbio uno dei migliori personaggi introdotti dall’ultima serie animata, la trama del gioco si sviluppa in maniera troppo frettolosa, senza sfruttare minimamente gli interessanti spunti narrativi delle premesse e finendo per riproporre i soliti scontri con solo qualche minima variazione del tema e privati di qualsivoglia tipo di collante tra una sequenza e l’altra.
Un’occasione tristemente sprecata in questo senso, un vero peccato!

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Mazzate al fulmicotone

Spendiamo ancora un paio di parole relativamente al comparto grafico che mette in campo dei modelli poligonali di assoluto rispetto che nulla hanno da invidiare alla loro controparte animata. Il colpo d’occhio è inoltre garantito dalla risoluzione FullHD e dai 60 frame granitici che non mostrano tentennamenti nemmeno nelle situazioni più concitate e regalano scontri fluidi e velocissimi, esattamente come nell’anime. Ottimo anche il comparto sonoro che per l’occasione propone un inedito remix dell’intramontabile “Cha-La Head Cha-La” eseguito dal celebre DJ Steve Aoki.

Anche in questo caso non possiamo esimerci dal segnalare un paio di cose che ci hanno fatto storcere un po’ il naso a cominciare dagli scenari che, come da tradizione, sono più vuoti della Stanza dello Spirito e del Tempo. Oltre a questa grave carenza abbiamo veramente mal digerito il tasso di distruttibilità ridicolo dei (pochi) oggetti presenti, i quali, per di più, si rigenerano istantaneamente. Nel 2016 sarebbe lecito e doveroso aspettarsi qualcosa in più su questo fronte, anche e soprattutto per una questione di fedeltà all’opera originale che fa ampio uso dell’ambiente negli scontri.

Ultima, ma non ultima, la spinosa questione della telecamera che in alcune situazioni tende a “perdere la bussola”, complicandoci di non poco il mestiere, in particolare negli scontri con gli immensi scimmioni Sayan o nel livello ambientato sulla navicella di Freezer, dove portare a termine una combo diventa un’impresa tutt’altro che semplice a causa della succitata telecamera, pronta ad incastrarsi in qualsiasi parete le capiti a tiro. I problemi restano comunque confinati a 4 o 5 situazioni massimo e non rappresentano, fortunatamente, un deficit dell’intero prodotto.

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Trofeisticamente parlando: Un’impresa degna di un Super Sayan! 

Xenoverse 2 presenta un totale di 50 trofei ripartiti in 36 bronzi, 11 argenti, 2 ori e l’ambito platino. Le richieste spaziano dal completare la modalità storia al vincere 7 partite online, passando per l’ottenimento del 50% di tutti gli oggetti equipaggiabili e altro ancora. Nulla di troppo complicato, insomma, ma che sicuramente richiederà il suo tempo per essere portato a termine. Restate sintonizzati sulle nostre pagine perché a breve arriverà anche la nostra completissima guida ai trofei!

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Giacomo Bornino
Sonaro dalla nascita. Muove i primi passi nel mondo videoludico all'età di 5 anni quando gli viene regalata la PS1; scoprendo Crash CTR e Rayman 2: The great escape nasce quella che diventerà la sua più grande passione: i videogiochi. Lo svezzamento passa per l'era PS2 dove il "Trittico" Jak&Daxter/Ratchet&Clank/KingdomHearts, come una freccia di Cupido, rende indissolubile il suo amore per la materia. Al fianco di queste Pietre Miliari è d'obbligo citare anche l'impareggiabile Dragonball Z: Budokai Tenkaichi 3, compagno di mille e uno battaglie con gli amici, nonché responsabile principale della sua miopia. La piena maturità viene raggiunta con il lancio di PS3, la quale gli permetterà di scoprire e apprezzare più o meno tutti i generi esistenti, da Mirror's Edge a Bayonetta, passando per Uncharted, Heavy Rain e molti altri. Tra le altre cose adora Batman e i supereroi (sì, Batman fa categoria a sé) in tutte le salse, la saga di Matrix e i libri di Chuck Palahniuk.

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