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Dragon Quest Heroes II – Recensione

Dragon Quest Heroes II è figlio dell’ottimo successo riscosso tra pubblico e critica del primo episodio, che convinse Square Enix a sviluppare un secondo capitolo della saga spin-off. Nella nostra recensione di due anni fa, rimanemmo folgorati da questo titolo che riusciva a svecchiare in maniera convincente le ormai classiche meccaniche da Musou. Con Dragon Quest Heroes II, gli sviluppatori di Omega Force hanno provato a mantenere quanto di buono fatto nel primo episodio, introducendo interessanti novità. Il risultato? Scopritelo nella nostra recensione.

Pace a rischio?

La trama di Dragon Quest Heroes II ci vedrà vestire i panni di Lasaar e Theresa, due tra i migliori combattenti dei Sette Regni. Dopo aver respinto un misterioso attacco di Kisar, principe del regno di Kala, i due ragazzi, legati da un forte legame affettivo oltre che familiare (essendo cugini), si metteranno alla ricerca della verità esplorando l’intero Reame. Scopriranno più avanti che una forza oscura sta cercando di mettere contro i governanti di ogni Regno, minacciando la pace che durava ormai da più di mille anni. Come se non bastasse, i nostri eroi incontreranno lungo il cammino personaggi provenienti da altre dimensioni, anch’essi alla ricerca della verità. Proprio come succedeva nel primo Dragon Quest Heroes, il nostro destino si incrocerà con quello di personaggi storici del brand (da Angelo e Jessica di Dragon Quest VIII, a Myra e Maya del quarto episodio) che spesso e volentieri risulteranno ostili, sentendosi minacciati da un mondo che non gli appartiene.

La trama in generale è molto semplice e lineare, senza particolari punti di forza. Tra i punti deboli invece, c’è senza dubbio l’eccessiva verbosità di alcuni fasi di dialogo, praticamente inutili ai fini della storia e noiose all’inverosimile, sia durante le cutscene che in-game. La caratterizzazione dei personaggi inediti è abbastanza buona, ma il fascino e il carisma delle “leggende” finisce spesso per sovrastare anche i protagonisti.

Squadra che vince, non si cambia

Come era lecito aspettarsi, gli sviluppatori hanno riportato in maniera pressoché identica quanto di buono visto nel primo episodio. Il sistema di combattimento è rimasto invariato, con molte mosse riprese dal passato e le stesse dinamiche viste nella produzione precedente: oltre a combinare attacchi e concatenare centinaia di combo, sarà fondamentale parare e schivare gli attacchi dei nemici. Ogni personaggio ha la sua classe (stavolta anche i protagonisti sono personalizzabili in questo senso), con armi, attacchi e magie peculiari. Inoltre è presente il sistema di crescita e sviluppo degli eroi già visto in passato, che pur non essendo troppo profondo o innovativo, dona ulteriore varietà al gioco. Grazie ad esso, oltre a poter acquisire nuove abilità (che sono tante e liberamente assegnabili ad ogni personaggio, a differenza dell’episodio precedente in cui erano prestabilite), potrete migliorare i vostri parametri (punti vita, punti magia, armatura, ecc.) ma soprattutto ottenere nuove abilità, passive e attive, accrescendo la maestria con ogni diversa arma.

Abbiamo notato anche un miglioramento dell’intelligenza artificiale nemica, con un livello di difficoltà leggermente superiore rispetto al primo gioco. Il punto più alto viene raggiunto nelle boss fight, capaci di mettere alla prova ogni giocatore, grazie a nemici diversi tra loro e sempre piuttosto agguerriti. Dragon Quest Heroes non è una saga di Musou classici, e questo secondo episodio conferma le buone impressioni del primo in questo senso.

Buona anche la varietà delle missioni: oltre a doverci far largo tra miriadi di mostri, spesso dovremo fuggire da dungeon labirintici, difendere alleati in fasi “tower defense”, risolvere semplici enigmi ambientali o addirittura sgattaiolare alle spalle dei nemici, in sezioni dai toni stealth. La capacità di unire così tanti elementi, pur conservando un suo stile caratteristico, è uno dei pregi che ritroviamo anche nel secondo Dragon Quest Heroes.

Un mondo aperto…

La vera novità di Dragon Quest Heroes II è l’introduzione dell’open world. A differenza del primo episodio, in cui potevamo muoverci nel regno grazie all’aeronave, stavolta saremo liberi di esplorarlo a piedi. Potremo muoverci tra le vaste ambientazioni di gioco attraverso dei teletrasporti, utilizzabili in ogni momento a patto di non essere in combattimento. Oltre ad essere sempre diverse tra loro (tra pianure, deserti e paludi), le aree sono piene di nemici e di cose da fare. Potremo andare a caccia di taglie, sconfiggendo i mostri più forti, raccogliere i tesori nascosti nelle aree più anguste della mappa, salvare le persone in pericolo o semplicemente combattere, acquisendo soldi ed esperienza. In città ci verranno assegnati diversi incarichi, tutti molto variegati tra loro, per i quali non basterà eliminare qualche nemico: dovremo utilizzare una mossa con un determinato elemento (es. fuoco, ghiaccio, vento), compiere la missione entro un tempo limite, raccogliere materiali specifici, trovare oggetti smarriti, portare in salvo oggetti delicati e tanto altro.

Tutte ciò giova anche a quanto già di buono fatto nel primo episodio, con nuove soluzioni per l’alchimia, senza dimenticare le missioni per l’eliminazione dei mostri, ora molto più sensate visto che bisognerà ricercare in aree aperte, invece che in piccoli scenari circoscritti.

Un’altra ottima novità di Dragon Quest Heroes II è l’introduzione del multiplayer: sarà infatti possibile giocare fino ad un massimo di quattro persone, in due diverse modalità. Potrete chiedere aiuto prima delle missioni della storia o soccorrere qualcuno in difficoltà, oppure affrontare dungeon inediti, appositamente creati per essere giocati online. I server di gioco non sono affollatissimi e la ricerca di un alleato non sarà sempre immediata, ne beneficia però la stabilità della connessione, che è priva di lag o altri problemi simili.

… e uno stile unico

Per quanto riguarda il comparto grafico, il level design e il character design, abbiamo ritrovato tutto quello che ci era piaciuto nel primo episodio, e che abbiamo già imparato ad apprezzare nei capitoli canonici di Dragon Quest. D’altronde da Akira Toriyama (creatore di Dragon Ball) non ci si può non aspettare qualcosa di bello: le vecchie leggende sono ricreate fedelmente, così come i tanti mostri già visti nei vecchi episodi della serie di Dragon Quest, mentre i protagonisti inediti, pur ricalcando i tratti tipici degli eroi del brand, hanno uno stile e un’identità tutta loro (soprattutto a livello estetico).

Riconfermato integralmente il comparto audio, con gli effetti sonori classici della serie e una buona soundtrack ispirata ai classici Dragon Quest. Stesso discorso per il giudizio sul doppiaggio, presente in lingua inglese e giapponese, che risulta gradevole (soprattutto in giapponese). Da segnalare infine la localizzazione in italiano del gioco, a cui negli ultimi tempi molti sviluppatori decidono, purtroppo, di rinunciare.

Trofeisticamente parlando: a caccia di gloria

Dragon Quest Heroes II offre 43 trofei, tra i quali ovviamente spicca l’immancabile Platino. Gli obiettivi da soddisfare non sono particolarmente complicati, ma da buona tradizione Omega Force, vi porteranno via più di un centinaio d’ore. Portare i personaggi a livello 50, eliminare tutti i mostri, padroneggiare al massimo tutte le armi, completare tutte le missioni secondarie, le ricette alchemiche e così via. Il gioco è però più vario rispetto al suo predecessore e quindi ottenere il massimo trofeo non sarà poi così tanto noioso. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il nostro elenco ai trofei, già disponibile sul forum.

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Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.