Dragon’s Crown Pro – Recensione

Sviluppatore: Vanillaware Publisher: Atlus Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1-4 (Online: 2-4) PEGI: 12 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Analizzando con attenzione il mercato attuale, difficilmente non si può notare una saturazione di prodotti rimasterizzati che propongono, tal volta a prezzo intero, esperienze passate leggermente migliorate. Poche sono state infatti le remastered che hanno trovato largo consenso tra gli appassionati, accusate più volte di essere solo una mera operazione di marketing. Se, però, come base di partenza si prende un titolo praticamente perfetto e lo si prova a migliorare proprio laddove, per colpa di un comparto tecnico limitato per l’epoca, mostrava gli unici suoi difetti, la percezione cambia nettamente.

E’ proprio quello che i talentuosi ragazzi di Vanillaware hanno voluto fare con Dragon’s Crown, regalandoci una versione Pro che, senza se e senza ma, riesce a dimostrare come un titolo semplice ma ottimamente sviluppato possa fare ancora le scarpe a produzioni più costose e blasonate. Non possiamo nascondere il fatto che praticamente ci siamo ritrovati di fronte allo stesso titolo del 2013, a cui è stato fatto un corposo ed efficace trattamento di bellezza. Una risoluzione migliorata e una fluidità che rasenta il miracoloso riusciranno finalmente a far avere il successo sperato?

Benvenuto negli anni Novanta

In un panorama videoludico in cui gli RPG sono soprattutto open world, trovare un prodotto che voglia proporre qualcosa di nuovo risulta difficile. Il coraggio di Vanillaware è stato proprio quello di proporre, ormai quasi cinque anni fa, un action RPG con elementi hack ‘n’ slash che sembra letteralmente piombato nel nostro mondo dal passato. Dragon’s Crown è riuscito nell’ardua impresa di trasmettere la frenesia e il tatticismo di titoli come Golden Axe e Double Dragon, infarcendoli di un eccellente comparto narrativo e di un lavoro artistico che sarebbe più giusto trovare in un museo piuttosto che in un videogioco.

Come detto in precedenza, questo Dragon’s Crown Pro propone l’esperienza narrativa del prodotto originale. Il giocatore si troverà quindi di nuovo a solcare la terra del regno di Hydeland, regione appartenente al mondo di GrimGrimoire e Odin Sphere, per riuscire a impossessarsi della Dragon’s Crown, l’unico autentico simbolo di potere in questa nazione. Grazie a un lato artistico senza eguali, caratterizzato da tavolozze disegnate a mano realizzate da Kamitani in persona, il gioco saprà trasportare il videogiocatore in un mondo ormai passato. Una narrazione semplice, affidata a brevi intermezzi narrati da una voce fuori campo in pieno stile D&D, riuscirà a far quadrare il cerchio regalando un’interessantissima esperienza.

La presenza di alcune scelte da intraprendere nel corso della storyline principale contribuiranno, senza dubbio, ad arricchire il gioco. La gran parte della bellezza di questa avventura è però da riconoscere nella possibilità di completare i dungeon in maniera unica ogni volta. Il proseguimento della trama principale aprirà infatti le porte a due versioni della stessa area, arrivando inevitabilmente a conclusioni e boss differenti. In aggiunta a tutto ciò, sarà possibile completare alcune sezioni grazie ad alcune azioni particolari, non esplicate, che porteranno lo stesso ad avere successo nella missione. Perché combattere un drago che potrebbe, nelle miglior ipotesi, incenerirci? Meglio farlo cadere da un ponte pericolante, non credete?

Qualcuno ha detto beat ‘em up a scorrimento? Ma siamo nel 2018…

Pensare che alcune meccaniche che andavano di moda negli anni passati non abbiano la possibilità di conquistare il pubblico moderno è quanto di più sbagliato si possa fare. Dragon’s Crown Pro, e molto prima la sua versione originale, ne sono la perfetta dimostrazione. Il gameplay che i ragazzi di Vanillaware hanno messo in piedi è qualcosa di spettacolare. L’azione di gioco è veloce e frenetica, con una componente tattica che risulterà più marcata durante le run alle difficoltà più elevate. Ogni personaggio ha a disposizione un set preimpostato di attacchi e movimenti, che potranno però essere ampliati notevolmente grazie all’acquisto di abilità e accessori.

Proprio la gestione dei personaggi merita una nota di merito. Andando a memoria, infatti, difficilmente si riesce a ricordare un RPG che abbia saputo differenziare così marcatamente le diverse classi disponibili. L’arciera avrà la possibilità di usare le frecce, ma queste saranno limitate e toccherà raccoglierle dai nemici caduti. Il mago, che farà abbondante uso di mana, avrà bisogno di ricaricarlo di tanto in tanto. E che dire poi del guerriero, dell’amazzone e del nano, ognuno dei quali dotato di uno stile di combattimento e di un moveset unico? Insomma, la varietà del gameplay non mancherà e la sola voglia di provare tutte le classi disponibili aumenterà di molto la risicata longevità della campagna principale, limitata a una decina di ore scarse.

Trattandosi di un RPG, non si può procedere senza prima spendere due parole in merito ad abilità ed equipaggiamenti. Le prime potranno essere sbloccate nella sede principale della gilda e saranno divise in due categorie: abilità di classe e comuni. Le abilità di classe, come lo stesso nome suggerisce, faranno guadagnare al nostro personaggio particolari skill tipiche della sua classe. Le abilità comuni invece saranno semplici potenziamenti disponibili indipendentemente dalla classe selezionata. Anche l’equipaggiamento avrà un ruolo chiave per il successo nelle nostre missioni, ma sarà particolarmente ostico ottenerlo. Il gioco infatti è caratterizzato da una forte componente di grinding, non tanto legata al livellamento, quanto più che altro all’ottenimento dei loot casuali distribuiti come ricompense o come drop all’interno dei dungeon.

Il dover ripetere completamente intere sezioni solo per livellare o per ottenere dell’equipaggiamento in linea con il nostro livello potrebbe far storcere il naso a molti di voi. Nonostante l’ottimo lavoro fatto sul lato tecnico, dal lato contenutistico l’offerta, a causa della sua limitatezza, potrebbe risultare alla lunga ripetitiva. Incomprensibile è stata la scelta da parte degli sviluppatori di non voler introdurre nuove aree o contenuti, lanciando sul mercato un prodotto che si presenta tale e quale alla versione originale. Senza dubbio, con queste due piccole accortezze, la nostra considerazione poteva essere ancora superiore.

Dragon’s Crown non è mai stato così bello!

Se dal punto di vista dei contenuti questo Dragon’s Crown non presenta novità, dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte a un altro gioco. La maggiore potenza di calcolo di PlayStation 4 riesce a fare quello dove la sorella più vecchia, per ovvie ragioni, non era riuscita a fare ai tempi. Una risoluzione portata ad altissimi livelli e una fluidità granitica permetteranno a tutti i giocatori, che non hanno potuto godere della versione originale, di giocare nel miglior modo possibile. Come detto in precedenza, queste migliorie grafiche risaltano ancor di più le ottime scene riprodotte a mano, regalandoci tagli artistici di indubbia bellezza.

A coronamento di questa produzione, non poteva mancare una soundtrack di livello indiscutibile. Il lavoro fatto con l’orchestra da Hitoshi Sakimoto è quanto di più ispirato si potesse creare. Ogni traccia musicale è infatti cucita perfettamente addosso alla relativa sezione di gioco, regalando quindi al giocatore una completa esperienza sensoriale fuori dal comune. Di ottima fattura e solidità è anche il netcode sviluppato per le partite online che, grazie alla facilità di interazione tra i giocatori, potrà far passare ore di divertimento in compagnia degli amici.

Il lavoro svolto su questa remastered, nonostante alcuni leggeri difetti, è probabilmente uno dei migliori fatti. Il titolo mostra il suo meglio in modalita co-op, ma riesce a regalare intense sessioni anche in single player. Se siete amanti dei beat ‘em up a scorrimento, avrete senza dubbio già acquistato il titolo, ma se siete solo tanto curiosi rispetto a questa produzione, possiamo solo dirvi che merita veramente di essere giocata.

Trofeisticamente parlando: un buco nell’acqua

Come vi avevamo comunicato, il reparto trofeistico di questo Dragon’s Crown Pro soffre di un problema particolarmente grave: ha la lista trofei condivisa con la versione PlayStation 3. Per quelli che si affacciano a questo titolo per la prima volta non sarà certo un problema, ma per chi ha già platinato la versione old-gen la preclusione del Platino potrebbe spingerlo a evitarne l’acquisto. Detto questo, non possiamo fare altro che linkarvi la nostra vecchia lista dei trofei, informandovi che, se tenterete la scalata al trofeo più ambito, questa sarà solo lunga. La necessità di finire una run per ogni personaggio e di livellarli vi può far capire il tempo richiesto per questa impresa. Detto questo, il gioco merita lo stesso di essere giocato indipendentemente che siate cacciatori di trofei o videogiocatori della porta accanto.

VERDETTO

I ragazzi di Vanillaware non hanno fallito con Dragon's Crown Pro. Il trattamento di bellezza fatto sul titolo, tra 4K e fluidità granitica, riesce a far risaltare tutto il lavoro fatto a mano sugli ambienti da Kamitani in persona. Dal punto di vista contenutistico, invece, il titolo delude leggermente perché, a conti fatti, siamo di fronte alla medesima offerta proposta nel 2013. Tolta questa piccolezza, il gioco che ci siamo trovati davanti è un prodotto di indubbia qualità, che tutti gli appassionati di videogiochi dovrebbero, almeno una volta nella vita, provare.

Guida ai Voti

Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!