L’avvento delle nuove generazioni di console e della possibilità di sfidare altri utenti in rete ha dato un nuovo senso alla parola multiplayer, funzione che una volta richiedeva addirittura dispositivi dedicati per collegare più controller. I ragazzi di Kaia Studios propongono un titolo in grado di mischiare sapientemente passato e presente: Dynasty Feud.
Era meglio una barzelletta
Ci sono un ninja, un vichingo e un cowboy che si preparano a darsele di santa ragione saltando da una barca all’altra. Se ve lo state chiedendo, no, non si tratta dell’inizio di una barzelletta poco divertente, ma dell’incipit di Dynasty Feud che ci fa capire che la trama non sarà l’elemento principale del gioco.
Nessun filmato iniziale, solo uno scarno menù iniziale che ci mostra le opzioni di gioco disponibili: partita in locale oppure online, la zona di allenamento e le immancabili opzioni, senza dimenticare la possibilità di controllare il nostro profilo e di leggere i dettagli dei personaggi da quello che viene chiamato Codex.
Senza troppi preamboli dunque e non avendo molto da spulciare ci lanciamo in una partita in locale, che richiederà per forza di essere in possesso di almeno un altro controller. Dynasty Feud infatti non prevede la possibilità di utilizzare dei bot controllati dall’IA per eventuali partite in solitaria.
Il titolo permetterà, nelle partite offline, di scegliere tra tre diverse modalità che cambieranno però di poco il succo del gioco: menare le mani in un brawler ricco di personaggi strambi dotati di abilità molto particolari.
Chi è il più forte?
Quelli elencati nelle prime righe di questa recensione non erano personaggi a caso ma alcune delle dinastie (da qui il nome scelto dal team per il titolo) che si daranno battaglie in una serie di arene tanto variopinte quanto caotiche. Fin da subito il giocatore avrà accesso al gruppo dei cowboy e a quello dei vichinghi ma in men che non si dica, portando a termine qualche match, si accumuleranno punti esperienza necessari per sbloccare le otto dinastie (più una bonus) disponibili nel gioco, ognuna ricca di personaggi fuori di testa.
La bellezza di Dynasty Feud risiede nell’abilità del team di Kaia Studios di creare una serie di personaggi realmente in grado di differire l’uno dall’altro sia per i poteri utilizzabili durante le battaglie sia per lo stile che il giocatore dovrà adottare scegliendo un determinato gruppo.
I cinque personaggi di ogni dinastia saranno valutati da una a tre stelle e permetteranno al giocatore di scegliere quale sia più adatto a fronteggiare uno specifico avversario; qualcuno abile negli attacchi ravvicinati potrebbe essere infatti in difficoltà contro un personaggio in grado di colpire da notevoli distanze.
Scelto uno dei gruppi è però il momento di scendere in campo, selezionando un’arena tra quelle disponibili e preparandoci a far volare bombe, pallottole e molto altro ancora fino a distruggere le squadre avversarie.
Ti spiezzo in due
Come detto in precedenza, Dynasty Feud è un brawler dallo stile classico che tenta di emulare in tutto e per tutto titoli come l’apprezzato (ma da chi? NdD) PlayStation All-Stars Battle Royale; stile fumettoso e grafica bidimensionale con campi di battaglia che si modificheranno nel corso della partita sono quindi cliché quasi obbligati.
L’obiettivo di ogni match è semplice: eliminare tutti i membri della o delle squadre avversarie (potranno infatti sfidarsi fino a quattro dinastie in locale o in partite non classificate) e rimanere gli unici in vita. Nessun timer, nessuna sfida secondaria e nessuna modalità che possa in qualche modo variare questa formula, come un cattura la bandiera o altro.
Le modalità proposte per le sfide in locale ci permetteranno, oltre allo scontro base, solo di giocare in squadre da due dinastie oppure di scegliere liberamente come comporre il nostro team di lottatori nella modalità All Star, forse la più divertente delle tre in quanto si vedrà tutta l’abilità dei singoli.
Nonostante la proposta base sia misera, il divertimento con il giusto gruppo di amici sarà comunque tanto, soprattutto grazie agli strambi personaggi e alle loro abilità, alcune veramente imprevedibili e folli, che regaleranno qualche ora di gioco spensierata comodamente seduti sul divano di casa.
C’è nessuno?
Se pensate che ci siamo dimenticati della modalità online proposta da Dynasty Feud, potenzialmente ottima per riuscire a sopperire alla mancanza di bot, vi state sbagliando di grosso. Non siamo riusciti, tentando in vari orari della giornata, a trovare un giocatore in tutto il mondo da sfidare a una battaglia in rete.
La buona volontà è stata tanta e siamo sicuri che qualche temerario, magari anche spinto dalla nostra recensione, deciderà di dare una chance al gioco, ma la momento la totale assenza di persone da sfidare e soprattutto la già sottolineata mancanza di bot rende il gioco solo multiplayer.
A peggiorare la situazione è doveroso evidenziare come il gioco, a parte qualche modifica agli scenari, non presenterà bonus da raccogliere durante la partita o altro, limitando sensibilmente la longevità dell’esperienza di gioco. Un dovuto accenno va fatto per la grafica, colorata e azzeccatissima, e per il sonoro decisamente di buon livello soprattutto per quello che concerne gli effetti sonori degli attacchi, mentre la soundtrack, per quanto simpatica, verrà presto a noia.
Trofeisticamente parlando: Roma per toma
La vastissima lista trofei di Dynasty Feud comprende, oltre a una serie di coppe legate al completamento di partite in locale e online, un trofeo per ognuno dei personaggi presenti all’interno del gioco, legato all’utilizzo delle abilità peculiari. Tragicomico in questo senso notare che completando determinate richieste sbloccheremo coppe diverse da quelle previste, rendendo quindi di fatto difficilissimo capire cosa vi mancherà da fare per ottenere un comunque semplice Platino.