Fallout 4 – Far Harbor – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Bethesda Softworks Developer: Bethesda Game Studios
Piattaforma: PS4 Genere: RPG Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 24,99 €

Estate, ormai ci siamo, ossia tempo di vacanze, di peso forma, di mari cristallini e di montagne dalle cime rosee. Soprattutto, tempo di divertimento sfrenato e gioia senza pensieri né eguali. Se non fosse che Bethesda ha messo finalmente il piede sull’acceleratore per quanto riguarda i DLC legati a Fallout 4, dopo il deludente Wasteland Workshop e il non troppo entusiasmante Automatron. Questo vuol dire che noi, insieme a tutta la community di Fallout, valuteremo come roba per borghesia annoiata tutto l’elenco di “imperdibile” roba appena menzionata, preferendo piuttosto il lanciarci in quel di Far Harbor, l’inquietante e nuova regione esplorabile per l’ultima iterazione del noto gioco di ruolo post-apocalittico.

Fallout 4 DLC (3)

Oh, ma qui scompare sempre gente?

Ciò che smuoverà le acque e che ci fornirà il pretesto per addentrarci sull’isola di Far Harbor – evidentemente basata su Bar Harbor, la più grande isola della regione del Maine – sarà ancora una volta una misteriosa scomparsa, esattamente come nel titolo base. Nessun familiare a noi legato, a ‘sto giro. Piuttosto entreremo in contatto con un nuovo caso investigativo rivolto all’apprezzata – almeno dal sottoscritto – agenzia Valentine: la giovane Kasumi Nakano, figlia di due pescatori con dimora verso l’estremo nord-est della mappa “originale”, è infatti sparita da ogni radar. Il tempo di recarci sul luogo del misfatto e ben presto capiremo che Kasumi se ne è andata sua sponte, o almeno è molto probabile che sia così. Da sempre appassionata di tecnologia, per quanto a livelli amatoriali, da qualche tempo ha avuto la netta sensazione di potere essere un sintetico, dunque attraverso una radio è riuscita ad entrare in contatto con una comunità di sintetici, per l’appunto, forse in grado di fornire molte delle risposte che sta cercando. Comunità che, manco a dirlo, si trova proprio sull’isola che “sbloccherete” acquistando il DLC, la più grande area mai creata da Bethesda per un DLC, come più volte sottolineato dallo stesso publisher.
Una volta mollati gli ormeggi ed essere partiti ed arrivati alla volta di Far Harbor, ci ritroveremo in una delle ambientazioni più cupe che si siano viste ultimamente, anche prescindendo dall’universo “falloutiano”. Ci ritroveremo in quella che fu un ridente porto e punto di approdo per gli uomini di mare, ora sul punto di collassare su sé stesso. Il motivo? La nebbia, manco fossimo nell’omonimo e celebre film di Carpenter. Questa ha cominciato ad espandersi e a diventare sempre più stringente, fino a stritolare l’isola – così come il frame rate di gioco, ma di questo parleremo più avanti – e ridurre gli abitanti a vivere ai margini della stessa, perennemente in pericolo di vita. O almeno, una parte di essi. Quelli, se vogliamo, “normali”. Già, perché diverse fazioni popolano l’isola, e se una è la già menzionata comunità di sintetici, l’altra è quella già nota dei Figli dell’Atomo, presente anche in quel di Boston, ma ora riproposta in una versione molto più militarizzata e “fosca”, dato che i diversi componenti di questo gruppo venerano la nebbia come un dio. Nebbia che, oltre ad essere portatrice di fortissime radiazioni, porta in dote anche terribili mostri e creature, parzialmente limitati da dei condensatori di nebbia situati proprio nei pressi dei centri abitati.

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Non ci addentreremo ulteriormente negli intrighi e nelle peripezie che vivremo grazie a questo DLC, con le tre fazioni piene di segreti e sull’orlo di una enorme guerra civile, ma in ogni caso sottolineiamo come il lavoro sia stato veramente egregio sotto questo punto di vista, superando nettamente tutti gli altri DLC fino ad ora rilasciati per quanto riguarda l’interesse che riesce a muovere la trama di gioco, sia, a tratti, il gioco base stesso.

Equipaggiati come Capitan Findus

Per quanto riguarda il gameplay, diverse sono le introduzioni, e sotto molteplici aspetti. Quella che per prima vi salterà all’occhio sarà l’entrata in scena di nuovi nemici di carattere bestiale. Si va da versioni più potenti dei mostri classici, come Mirelurk, Yao-Guai e Ghoul, a vere e proprie new Entry, come le Rane Pescatrici e i terribili Gulper, le prime capaci di scagliare incandescenti sfere luminose, i secondi dotati di un’incredibile forza fisica. Tanto per potere rispondere pan per focaccia, però, anche il nostro personaggio potrà attingere a diverse risorse per facilitarsi le cose. Partiamo con un nuovo alleato da potere selezionare, il Vecchio Longfellow, abitante dell’isola, personaggio scorbutico magari, ma altrettanto generoso sia in combattimento che sotto il profilo umano. Inoltre all’equipaggiamento di base sono state aggiunte svariate novità perfettamente in tema con il giocato, sia in ottica offensiva (sì, tranquilli, potete usare un arpione per spaccare il muso a chi vi si mette davanti) che difensiva (con armature molto prestanti ma anche il magari meno solido ma certamente più folkloristico cappello da pirata).
Vi consigliamo decisamente di prestare molta attenzione a quello che troverete o vi sarà donato come ricompensa a Far Harbor, data anche la cospicua longevità dell’avventura. Finire la quest principale forse non vi porterà via più di un cinque-dieci ore, comunque non poche per un DLC, ma completare le missioni secondarie – ispiratissime anch’esse, a tratti anche più di quelle primarie per quanto raccapriccianti arrivano ad essere – raddoppierà come minimo la longevità. C’è un sacco di roba da fare a Far Harbor, e la qualità non è assolutamente venuta meno, nonostante la quantità.

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Ma è tutto rose e fiori (radioattivi)?

Veniamo ora alle note dolenti, perché, pur non inficiando la qualità dell’espansione nel suo complesso, sono presenti. Tanto per cominciare, come già accennato, le sezioni all’aperto piene di nebbia offrono un frame rate semplicemente disastroso, a quanto pare solo nella versione PlayStation 4, che peggiora ulteriormente nel caso in cui ingaggiaste uno scontro a fuoco, cosa non rara. Si dice che Bethesda ci stia lavorando, ma per ora nessuna patch è stata rilasciata. Nonostante il design dell’isola sia brillantissimo nella sua cupezza e pieno di squarci degni di nota, l’aspetto più tecnico e meno artistico proprio non può dirsi riuscito, anzi. Il lato sonoro è invece più convincente di quello visivo, sia nel doppiaggio, in italiano come al solito, sia nei brani che ci accompagnano durante l’esplorazione dell’isola.
Aggiungiamo anche un prezzo piuttosto alto per quello che comunque è un contenuto aggiuntivo, circa 25 euro, nonostante sia parzialmente giustificato dalla mole dello stesso, e il fatto che ad un certo punto della quest principale, inspiegabilmente, il gioco diventi di punto in bianco, senza riuscirci troppo, un puzzle game. E’ elogiabile il tentativo di testare nuovi fronti a livello di gameplay, ma l’esperimento non può certo dirsi riuscito, non fosse altro che per le meccaniche di gioco di Fallout 4, che si prestano proprio poco alla risoluzione di enigmi.

Trofeisticamente parlando: coppe (sempre) radioattive

La manciata di trofei introdotta da questa espansione è piuttosto semplice da ottenere. In sostanza, vi basterà portare a termine il gioco per ottenere la maggior parte delle coppe virtuali, dopodiché vi rimarranno da conquistare alcuni trofei “laterali” che richiederanno specifiche azioni di gioco da eseguire, tutte molto fattibili. Può anche darsi che otteniate queste coppe semplicemente giocando!

VERDETTO

Atmosfera cupa ma eccelsa, tante cose da fare e di spessore, novità sotto diversi aspetti, anche se non sempre riuscitissime. Far Harbor è l'espansione che chiunque abbia amato Fallout 4 stava aspettando: abbiamo, finalmente, un motivo valido per tornare nella Zona Contaminata, ora.

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.