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FlatOut 4: Total Insanity – Recensione

Publisher: BigBen Interactive Developer: Kylotonn Entertainment
Piattaforma: PS4 Genere: Simulatore di guida Giocatori: 1-2 (Online: 2-12) PEGI: 12 Prezzo: 59,99 €

“Ogni atto di creazione è, prima di tutto, un atto di distruzione.”
Pablo Picasso

La maggior parte del tempo libero della mia adolescenza (e non solo) è stato speso sui videogames: in quegli anni PlayStation 2 era la console più in voga e tra tutti i generi uno che prese decisamente piede fu quello dei giochi di corse “distruttivi”, devastazione totale sacrificando il realismo. FlatOut è sicuramente uno dei migliori esponenti del genere, pronto a portare rottami metallici su PlayStation 4 grazie al quarto capitolo della serie.

Lamiere contorte

C’è veramente bisogno di una storia ricamata stile Need for Speed per mettersi dietro ad un volante e sgommare su una serie di tracciati facendo a sportellate con i nostri avversari? Certo che no, ecco perchè FlatOut non ci tedierà raccontandoci di come da fenomeni delle corse ci siamo ritrovati nella polvere ma ci butterà subito sul sedile della nostra prima vettura.

Dando il via alla modalità Carriera per la prima volta, infatti, ci verrà fornito un budget iniziale di 10.000 crediti con cui potremo scegliere tra i due veicoli sbloccati della classe Derby, una delle tre disponibili, e una volta fatto il nostro acquisto avremo accesso ad un menu che ci consentirà di prendere parte ad una serie di gare.

Nessuna trama complicata, solo una serie di sfide di difficoltà crescente in cui dovremo puntare ad arrivare prima degli altri oppure, in determinate sfide, ad accumulare quanti più punti possibile. Tutto questo ci porterà ad accumulare fama e denaro con cui acquistare potenziamenti e veicoli delle due classi superiori, Classic e All Star.

L’assenza di un reale filo conduttore che leghi tra di loro gli eventi del gioco non è però di per sé un male, dato che saremo troppo concentrati sull’azione di gioco per accorgerci che ogni vittoria sarà in buona sostanza fine a se stessa ed utile più che altro a portarci gloria ed introiti.

Fin da subito sarà visibile la voluta semplicità dei menu, sia quello iniziale che quello delle varie modalità: niente fronzoli, sarà possibile scegliere a quale gara partecipare tramite una serie di rettangoli che mostreranno uno stralcio della pista e ci daranno i dettagli della sfida e degli eventuali punteggi da raggiungere.

Destruction Derby

Una volta scelta la gara sarà però il momento di mettersi al volante: come detto nelle prime righe di questa recensione FlatOut sacrifica il realismo per puntare tutto sul divertimento e questo non può che riflettersi sulla guidabilità delle auto.

A differenza di titoli più profondi come Gran Turismo e simili infatti i veicoli saranno decisamente maneggevoli e si sposteranno senza troppe lamentele tra le curve delle varie piste che andremo ad affrontare, sollevandosi anche di parecchi centimetri da terra durante i salti e soprattutto ribaltandosi con estrema facilità.

Ogni vettura sarà dotata di valori classici come velocità ed accelerazione ma anche di statistiche legate alla resistenza agli urti, dato che parte fondamentale del gameplay sono proprio i tamponamenti tra rivali, metodo utile per guadagnare posizioni.

Ogni colpo che manderemo a segno sbilancerà e danneggerà i nostri avversari, che dal canto loro non si faranno pregare e grazie ad un’Intelligenza Artificiale decisamente molto competitiva ci ripagherà con la stessa moneta cercando di scaraventarci fuori dalla pista.

Man mano poi che proseguiremo con la gara ci accorgeremo che il nostro veicolo riporterà, grazie ad una grafica di buon livello, danni visibili anche se l’unica cosa che potremo rischiare sarà una brutale esplosione, dato che nessuna parte della nostra auto si staccherà in seguito alle botte ricevute.

I modelli della auto, dal canto loro, sono ispirati a modelli reali ma comunque decisamente accattivanti : passeremo dall’auto simil-maggiolino a pick-up con rostri per arrivare fino a veicoli molto più sportivi per un totale di ben 27 auto da sbloccare proseguendo nella Carriera e potenziabili investendo il denaro faticosamente guadagnato per migliorarne le prestazioni così da riuscire ad essere competitivi.

Salto acrobatico dal parabrezza

Se state pensando che correre sui circuiti facendo a botte con gli avversari sia divertente ma che alla lunga potrebbe risultare monotono, allora sarete felici di sapere che all’interno della modalità FlatOut e dal menu Partita Veloce (che come lascia intendere il nome permetterà di dare il via ad una gara rapida) potremo accedere alla bellezza di dieci modalità, una più folle dell’altra, che ci permetteranno di staccare dalle classiche gare.

Se sentiremo il bisogno di sfogare la frustrazione al volante avremo a disposizione Deathmatch e Massacro: nella prima modalità verremo lanciati in un’arena chiusa in cui dovremo cercare di distruggere quanti più veicoli possibile evitando di essere eliminati a nostra volta, mentre nella seconda saremo dei poliziotti molto poco ortodossi che accumuleranno punti colpendo nemici e distruggendo oggetti.

 

Se invece vorremo puntare alla velocità avremo la classica sfida a tempo in cui dovremo battere un tempo preimpostato oppure la divertente modalità Batti la bomba, in cui lotteremo contro un countdown che si ricaricherà grazie ad una serie di checkpoint e che se arriverà a zero causerà l’esplosione della nostra vettura.

Se infine ci sentiremo più “cazzeggioni” (per usare un francesismo) avremo a disposizione Bandiera, che è appunto un capture the flag a bordo di veicoli, e soprattutto quella che forse è la modalità più rappresentativa del titolo, Acrobazia.

L’idea di base è molto semplice: al giocatore verrà data la possibilità di lanciare un’auto in corsa già da una rampa ed espellere dall’abitacolo in qualsiasi momento il pilota, per indirizzarlo con angolazione e direzione variabili verso l’obiettivo, che solitamente è qualcosa di decisamente poco ortodosso.

Ci ritroveremo quindi a dover fare gol con il guidatore del veicolo, a lanciarlo contro strutture da abbattere oppure ancora a giocare in una sorta di assurdo ping pong cercando anche di far fare un rimbalzo al malcapitato omino che dal canto suo avrà poco da ribattere.

Tutti dallo sfasciacarrozze

Detto del gameplay, della grafica e delle modalità un discorso a parte lo merita la colonna sonora del gioco. Fin dai primi capitoli di Need for Speed e simili siamo stati abituati ad essere accompagnati durante le gare da ritmi rock intensi e coinvolgenti, ed ovviamente FlatOut 4 non poteva esimersi dal proporre una soundtrack in grado di caricare i giocatori come molle.

Guidare in maniera aggressiva spinti dai Mad Parish o dai Beartooth rende l’esperienza di gioco coinvolgente ed esaltante e spinge a dare il massimo e non sarà raro trovarsi a cantare trascinati dalla canzone mentre distruggeremo il nostro ennesimo avversario in un deathmatch oppure direttamente online.

Sì, perchè oltre alle modalità in singolo già ampiamente descritte sarà anche possibile sfidare i propri amici in locale oppure online, modalità che al momento non siamo riusciti a mettere alla prova a causa dell’assenza di giocatori ma che siamo certi avrà la stessa indiscutibile qualità dell’offline.

Durante i nostri test infatti siamo rimasti stupiti dalla totale assenza di cali di frame-rate, nonostante la grande abbondanza di caos su schermo da cui FlatOut esce (a differenza del nostro veicolo) senza neanche una macchia e con una brillantezza encomiabile.

Le uniche critiche che ci sentiamo di muovere all’opera dei ragazzi di Kylotonn Entertainment, se di critiche possiamo parlare, sono legati ad un parco veicoli che poteva essere più abbondante ed alla mancanza di un metodo di personalizzazione del look delle auto stesse salvo le quattro-cinque diverse vernici preimpostate.

Si tratta comunque di piccoli nei che non riescono a rovinare un’esperienza di guida che non sarà sicuramente paragonabile a quella che si ha con un Assetto Corsa ma che proprio grazie alla sua accessibilità ed al divertimento che la distruzione genera riesce a tenere gli utenti incollati allo schermo.

Trofeisticamente parlando: coppe dell’olio (rotte)

La lunga lista trofei di FlatOut 4: Total Insanity, composta dalla bellezza di 46 coppe, comprende sfide di ogni tipo, che vanno dalla semplice distruzione di un avversario arrivando fino all’ottenimento di soli ori all’interno delle varie gare che andremo ad affrontare in modalità FlatOut. Un Platino decisamente lungo che permetterà però anche di apprezzare ogni sfaccettatura di questo titolo. Per ulteriori informazioni, vi rimandiamo all’elenco trofei già disponibile sul nostro forum.

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.