Gekido: Kintaro’s Revenge – Recensione

Sviluppatore: NAPS team Publisher: NAPS team Piattaforma: PS4 Genere: Picchiaduro a Scorrimento Giocatori: 1-2 PEGI: 12 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Il mercato dei videogiochi odierno è propenso a riportare alla luce opere di vecchia data, proponendo remake completamente rimasterizzati oppure semplici porting da una piattaforma antiquata. Questo è il caso di Gekido: Kintaro’s Revenge, sconosciuto ai più ma con una propria nicchia di pubblico, apparso per la prima volta su Game Boy Advance con il nome di Gekido Advance: Kintaro’s Revenge.

Nel panorama videoludico internazionale, pieno zeppo di nomi blasonati e pluripremiati, la piccola software house italiana NAPS Team, con un grande cuore, riesce a prendersi i suoi spazi, ripresentando in salsa rinfrescata un titolo cupo e un genere fuori moda come i picchiaduro a scorrimento.

Cinque dita di violenza

Tetsuo, un giovane esperto in arti marziali, viene convocato dal proprio maestro per indagare su alcuni strani avvenimenti che stanno lacerando la pace di un lontano villaggio. Sembra che morti e cadaveri stiano tornando in vita a causa di un malvagio presagio, e le inspiegabili sparizioni degli abitanti siano correlate a questo cattivo presentimento.

Arrivato al villaggio, Tetsuo è testimone dell’invasione da parte di zombi, demoni e nemici di ogni genere. Sarà compito del giovane allievo svelare quale misterioso sacrilegio si cela dietro questi misteriosi avvenimenti, in un percorso che si svilupperà tra le mura e le foreste limitrofe al luogo posseduto dai demoni.

L’urlo di Tetsuo terrorizza anche l’Occidente

La storia e il gameplay di Gekido: Kintaro’s Revenge non si distaccano troppo dal suo predecessore per dispositivi portatili; il titolo potrà essere giocato interamente da due giocatori. La storia si divide in cinque capitoli: I tre sigilli, L’antico libro, Alla ricerca di Koji e La battaglia finale. La fase esplorativa è essenziale per lo svolgersi della trama e obbligherà i giocatori a effettuare differenti, e più volte noiose, sessioni di backtracking; senza alcuni oggetti chiave come chiavi o lanterne, non potremmo andare avanti. Alla fine di ognuno dei capitoli ci sarà un tremendo boss finale da sconfiggere per proseguire.

Il combattimento è una delle caratteristiche principali di qualsiasi picchiaduro a scorrimento, e anche questo non è da meno. La semplicità è un punto primario nei concitati scontri; i tasti per attaccare si limitano a due, uno dedicato ai calci e uno per i pugni. Le combo possono essere generate in modo lineare, premendo in rapida sequenza un solo tasto, oppure mischiando i colpi di mani e piedi in maniera quasi casuale; la lunghezza delle combo non è completamente comprensibile e dipende da come differenzieremo i colpi che vorremo mettere a segno.

La difficoltà in termini di gameplay può essere considerata perfino fuorviante; basti pensare che non esiste un sistema di conteggio delle vite, ma solo un numero di cinque crediti prefissati per tutto l’arco narrativo e non c’è possibilità di aumentarne il numero. Oltre a ciò, il sistema di salvataggio non è stato pensato nel migliore dei modi. Non appena un capitolo viene completato, c’è la possibilità di selezionarne un altro attraverso il menù principale, utilizzando il rimanente numero di crediti disponibile dal capitolo successivo. Tutte le volte che i crediti finiranno, saremo obbligati a rigiocare l’intero capitolo dall’inizio. Tirando le somme, finire la storia sarà un percorso lungo e tendenzialmente faticoso.

Oltre a quella principale, dove verranno narrate le gesta del nostro giovane eroe, sono disponibili due ulteriori modalità di gioco da poter selezionare: A caccia di reliquie e Survival. Nella modalità A caccia di reliquie, come definisce proprio il titolo, andremo alla ricerca di misteriose reliquie in improvvisati scenari creati in modo totalmente casuale, in cui dovremo girovagare e sconfiggere le numerose entità malefiche che ci contrasteranno durante la ricerca. Per quanto riguarda la modalità Survival, si tratta nient’altro che di un unico e lungo scenario a scorrimento in cui ondate di nemici avranno un unico scopo da raggiungere: sconfiggerci.

Il furore dell’Italia colpisce ancora

Le animazioni delle scene di intermezzo sono di una bellezza e fluidità uniche. Si tratta di veri e propri video, senza un doppiaggio in lingua originale, con sottotitoli che ci descrivono gli eventi. Ragguardevoli anche la caratterizzazione e le animazioni in-game dei personaggi, a partire dal nostro Tetsuo fino ad arrivare al più ostico dei nemici. Pur trattandosi di una grafica antiquata estremamente pixelata, il design e i movimenti sono chiari e puliti. Un’altra nota positiva è la brillantezza della scenografia che riesce a dare un peso degno di nota anche a tutto l’ambiente attorno a noi. E’ elegante perfino la renderizzazione dell’immagine, che propone diverse opzioni attraverso un sistema di filtri, uno a bande orizzontali e uno identico, ma smussato, per apparire bombato come una televisione vintage, al fine di permetterci di fare un tuffo negli anni Ottanta.

Per tutti i fanatici delle bozze e dei disegni, esiste una voce di menù chiamata Artwork Gallery in cui saranno esposte, attraverso una semplice presentazione dinamica, alcuni bozzetti e prototipi utilizzati per dare vita a Tetsuo e a tutti i personaggi, compresi i nemici, del gioco. Anche il sonoro è stato curato sotto i punti di vista, proprio come la grafica. Le tracce, in realtà poche, sono state rivisitate per poter eseguite in una console di nuova generazione. Per i più affezionati al titolo e per i più nostalgici, c’è la possibilità di selezionare la vecchia colonna sonora utilizzata per il GameBoy Advance. Molto accurati sono infine gli effetti sonori udibili nei combattimenti.

Trofeisticamente parlando: i tre dell’operazione platino

Gekido: Kintaro’s Revenge mette a disposizione un set di ventidue trofei divisi in tre bronzo, dieci argento, otto oro e l’ultimo, ma non ultimo, Platino. Cinque di essi sono relativi alla storia; basterà quindi concluderla per aver già guadagnato quasi un terzo degli obiettivi. Ulteriori sei trofei sono dedicati alla modalità A caccia di reliquie. I restanti dieci trofei, quelli sicuramente più tosti, sono destinati alla modalità Survival, dove l’obiettivo di fondo è sopravvivere a dieci stage. Sebbene una lista così succulenta potrebbe far gola a molti collezionisti e platinatori seriali, dovreste mettere in considerazione che la difficoltà è tale per cui alcune sezioni potrebbero tenervi incollati allo schermo per ore e ore con tentativi di ottenimento vani.

VERDETTO

Gekido: Kintaro’s Revenge è un titolo che mette d'accordo tutti i fan dei classici beat 'em up a scorrimento. La cupa e oscura trama è ben realizzata, mettendo sempre in primo piano un'atmosfera profondamente misteriosa. La qualità del porting da una piattaforma portatile a una console casalinga è di ottima fattura, avendo ottimizzato perfino la grafica e il suono. Peccato per le poche opzioni disponibili e il sistema di password venuto a mancare durante le fasi di sviluppo; in un gioco arcade che si rispetti, avrebbe potuto dare quel tocco retrò in più.

Guida ai Voti

Antonino Gennaro
Appassionato di videogiochi di nuova generazione e collezionista di giochi retrò che hanno fatto di PlayStation il prodotto d'eccellenza che conosciamo oggi. Sono un nerd a 360 gradi: oltre ai videogiochi, apprezzo tutto ciò che è arte per gli occhi. Adoro guardare anime preferibilmente in giapponese, leggere manga di ogni genere, amante del cinema cult e fanatico della fotografia.