Kingdom Come: Deliverance – Recensione

Sviluppatore: Warhorse Studios Publisher: Deep Silver Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 59,99 € Italiano:

Le grandi gesta del periodo medioevale, tramandate di generazione in generazione con allegri stornelli di bardi e caratteristiche filastrocche popolari, possono essere considerate tra le più epiche mai compiute dall’uomo per quanto eroiche sono state. L’ampia ricchezza storica, tuttavia, non è quasi mai stata in grado di potersi esprimere in tutto il suo splendore nell’ottava arte.

Kingdom Come: Deliverance, progetto nato e cresciuto con il crowdfunding, sviluppato da Warhorse Studios, nuova software house ceca fondata dai creatori di Mafia e Mafia II, è riuscito a dare forma a un mondo unico, ricco di dettagli realistici, raffigurante una ricostruzione autentica, precisa e fedele delle ambientazioni del XV secolo.

Fatti non foste per viver come bruti

Skalica, 1403. L’inizio del quindicesimo secolo è alle porte e si rivela un’epoca di notevole fermento per il Sacro Romano Impero. Dopo la morte del re Carlo IV, il trono di Boemia passa a suo figlio Venceslao detto “il pigro” per la sua incapacità di comandare e la voglia di far festa. L’inettitudine del nuovo re porta le terre dominate, fino a poco tempo prima floride e vigorose, in uno stato caotico. L’indolenza di Venceslao suscita l’ostilità di molti nobili, al punto che il suo fratellastro, re Sigismondo di Ungheria, decide di ricorrere a misure drastiche per riportare l’ordine nell’impero.

Nelle terre sotto la giurisdizione del nuovo re Venceslao, nel frattempo, la vita prosegue regolarmente tra i feudi. Henry, semplice e frivolo ragazzo figlio di un famoso fabbro, passa le sue giornate tra i divertimenti, scorrazzando tra le mura del villaggio insieme ai suoi amici. Deciso e testardo, fa conoscenza di sir Radzig, vassallo del re Venceslao e cliente del famoso fabbro, in attesa dell’ultima opera del genitore: una preziosa spada forgiata da consegnare come dono al re. Un giorno come tanti, dopo aver soddisfatto le commissioni affidategli dal capofamiglia, perde entrambi i genitori a causa di uno spietata carica dell’esercito di Sigismondo, che rade al suolo l’intero villaggio. Non riuscendo a rifugiarsi all’interno delle mura del castello, è costretto a scappare, dirigendosi verso la vicina Rattay e proteggendosi dagli attacchi dei cavalieri in cerca del suo sangue.

Salvato da Theresa, mugnaia che si è presa cura del giovane durante la sua lunga convalescenza dopo lo svenimento, Henry, triste e sconsolato per la recente perdita, farà di tutto per avere vendetta in onore della sua famiglia. La vita del ragazzo si appresta a cambiare in maniera irreversibile, affrontando la milizia feudale e scontrandosi con nobili ed eserciti. Il destino di un cavaliere è pronto per essere scritto.

Armatevi e partite

Kingdom Come: Deliverance è un percorso di crescita continuo. Nei panni di Henry, dapprima definito come comune aiutante di un fabbro, gli eventi nel corso della storia faranno sì che da umile servo sottostimato questi riesca a scalare la gerarchia feudale, tra lezioni, nozioni e insegnamenti nobiliari, fino a diventare cavaliere. La chiave di volta per tutta la narrazione è scoprire il vero passato del giovane garzone; nelle prime fasi del gioco una foschia di mistero annebbia le prodezze del presunto padre, noto e benvoluto dall’alta nobiltà, e ciò che ha accompagnato Hal nei primi anni della sua vita. La storia, sotto questo punto di vista, coinvolge proprio come se stessimo leggendo un libro con un incessante climax narrativo.

La costante ricerca della lentezza è un punto a favore del titolo per poter rendere il realismo estremamente immersivo, con la calma quotidianità medievale persino in tempo di guerra. Teniamo sempre presente che, essendo un titolo realistico, sarà necessario soddisfare i bisogni primari di un uomo per sopravvivere. Sarà quindi obbligatorio fare attività del tutto normali: cucinare, mangiare, dormire, lavarsi saranno all’ordine del giorno e non prendersi cura di sé stessi provocherà malumore sia a voi sia alle persone attorno e, in men che non si dica, potrebbe addirittura sopraggiungere la morte.

La trasformazione da rozzo ad abile guerriero è un cammino rigoroso che promette un andamento molto leggero per poi aumentare il ritmo man mano che si prosegue con il racconto, tanto che il primo momento in cui impugneremo un’arma per un duello alla spada è solamente dopo circa cinque ore di gioco. Molte saranno le fasi in cui viene richiesto di seguire obiettivi senza avere nessuna fretta, dalla missione iniziale fino alle ronde di guardia all’interno delle mura di Rattay.

Sono qui

La collocazione storica e geografica è veritiera e raffigura l’esatto periodo storico medievale dell’Europa orientale del XV secolo. Il passaggio di trono da Carlo IV a Venceslao, la lotta per il potere della Boemia, la guerra civile e ideale per il comando dei due fratellastri; tutto lascia intendere che quegli eventi siano realmente accaduti e che rimarranno scritti nella storia del Medioevo. L’unico tema di fantasia inserito e non riscontrato a livello storico è la storia di Henry, che è possibile paragonare, a grandi linee, con la vita di quei pochi servi che hanno avuto la fortuna di aver seguito un percorso per diventare cavaliere.

Il sistema di combattimento con armi bianche presenta due facce della stessa medaglia. Da un lato è totalmente innovativo, unico e rivoluzionario; il nuovo sistema creato ad hoc dispone di una stella a cinque punte, indicanti i lati in cui sarà possibile sferrare un attacco e sarà possibile scegliere uno dei vertici per affondare il colpo. In aggiunta esiste anche la stoccata al centro, definito come il sesto punto d’attacco, che renderà semplice, o almeno così appare, mettere alle strette e finire il nostro avversario.

Tante sono poi le abilità legate all’attacco, ad esempio la possibilità di fintare l’offensiva su un lato, prendendoci così gioco dell’avversario pronto a difendere quella posizione, per poi sfoderare un colpo micidiale sul fianco opposto e non coperto, infliggendo quanti più danni possibile. Il lato difensivo è anch’esso molto semplice da maneggiare, potendo parare i colpi in arrivo al costo di diminuire la stamina oppure schivando lateralmente un colpo e permettere un attacco sul lato avversario senza guardia o, ancora, spazzare il fendente avversario e contrattaccare il nemico mentre è rimasto senza difesa. Il rovescio della medaglia è il fatto che, per affinare le nostre doti da spadaccino provetto, sarà necessaria molta calma e concentrazione, poiché prendere familiarità con i comandi e il tempismo giusto potrebbe rivelarsi fuorviante nei primi minuti di utilizzo della spada.

La bravura e il processo di crescita di Henry seguono uno sviluppo incentrato sulle azioni che si compiono durante la storia, in maniera molto più simile possibile a un normale gioco di ruolo, con l’unica differenza che avremo la possibilità di aumentare le abilità a seconda del comportamento tenuto nelle diverse fasi di gioco. Per avere chiaro questo concetto sarebbe utile fare un esempio: vitalità, forza e agilità aumenterebbero tutte insieme parallelamente se combattessimo a mani nude contro diversi avversari. Se, invece, andassimo molto più spesso a caccia di animali, le abilità di utilizzo dell’arco e della caccia crescerebbero di conseguenza e anch’esse in parallelo. Per finire, l’abilità riguardante i dialoghi ha un ruolo centrale, correlato anche al nostro aspetto fisico e agli abiti indossati, per avere la possibilità di scampare a obiettivi secondari e poter contrattare con i commercianti sul prezzo di acquisto di tutti gli oggetti.

Molti, tantissimi, pressoché infiniti eventi secondari e azioni da intraprendere mettono in scena le strategie di apprendimento più disparate per aumentare la padronanza di tutte quante le abilità. Per diventare un buon cavaliere è necessario fare esperienza in maniera adeguata in ognuna di queste competenze, così da migliorare anche il proprio ego ed essere ben visti dalla nobiltà.

Che squillino le trombe

La parte grafica è la nota dolente di questo tripudio di emozioni prodotte dalla storia suggestiva e dalle straordinarie, oltre che alle appassionanti, meccaniche di gioco. Si vedono dopo breve tempo le difficoltà: sforzi di resa grafica delle texture, mancato caricamento di personaggi e oggetti fondamentali come scale o steccati, conversazioni con i personaggi in perenne caricamento, comportamenti dei personaggi impensabili, impossibilità di concludere le missioni. Purtroppo si riescono a vedere imperfezioni di ogni tipo e caratteristica, molto probabilmente dovuti alla mancata ottimizzazione del reparto grafico e tecnico senza tralasciare anche l’ottimizzazione a livello di sviluppo.

Esteticamente mozzafiato, lo stile grafico e il reparto artistico sono completamente differenti da qualsiasi altro gioco simile a Kingdom Come: Deliverance; il gioco adotta lo stile medievale in tutto e per tutto, dal menù, estremamente sofisticato e ricercato, fino ad arrivare alle mappe, simili a fiabesche topografie rappresentate in antiquati libri appartenenti all’età di mezzo. Godersi una passeggiata nei boschi o girovagare tra taverne e casupole in città non è mai stato così realistico in un videogioco. Da apprezzare anche il ciclo giorno-notte, che definisce una proporzionata quantità di luce a seconda dell’ora. Tutto ciò rafforza le potenzialità realistiche promosse e promesse da questo grandissimo titolo.

L’audio, di notevole riguardo, propone una magnifica colonna sonora in puro stile medievale, calzante in base alle missioni che stiamo affrontando oppure molto tranquilla in caso di una semplice passeggiata tra feudi. Gli effetti sonori, divisi tra suoni naturali dell’ambiente che ci circonda e riverbero delle spade nei momenti di combattimento, sono decisamente sopra le righe; questo denota la cura agli aspetti per affinare una realtà medievale sotto tutti i fronti. La voce narrante e i dialoghi sono carichi di pathos, soffermandosi molto sull’uso dei termini caratteristici dell’epoca. La lingua utilizzata è maggiormente l’inglese, con la presenza minore di lingue etniche della Boemia utilizzate per rendere concreto l’aspetto di denigrazione tra le popolazioni opposte. Esiste anche una remota possibilità di un aggiornamento in arrivo per il supporto ad altre lingue (tra le opzioni del menù c’è, infatti, la voce di selezionamento lingua che rimane però bloccata sull’unica disponibile, ovvero quella inglese). Ovviamente, per quanto riguarda il mercato nostrano, sono presenti i sottotitoli in italiano per riuscire a seguire la narrazione.

Trofeisticamente parlando: lunga vita al re

Kingdom Come: Deliverance mette a disposizione cinquanta trofei divisi in trentasei bronzi, undici argenti, due ori e, ovviamente, il Platino. Ottenere il più importante tra i trofei non sarà un’impresa ardua e faticosa, bensì lunga; si dovranno giocare all’incirca centocinquanta ore per portare a termine tutti gli obiettivi. Molti saranno i trofei che potreste mancare, come, ad esempio, l’obiettivo di non uccidere nessuno nel corso della storia oppure rimanere vergini e non avere rapporti con nessuna donna o, ancora, essere popolare in tutte le città. Immancabili sono i trofei legati all’ottenimento di tutti i collezionabili e a tutte le missioni secondarie, che già all’inizio della partita sembreranno non avere una fine per il considerevole numero di eventi. Sarà una interminabile, e indimenticabile, scalata, se avrete intenzione di puntare al completamento del gioco al 100%.

VERDETTO

Kingdom Come: Deliverance è un titolo che farà breccia nei cuori dei giocatori. Si tratta di uno dei migliori giochi di ruolo attualmente in circolazione e, possiamo anche azzardare a dirlo, uno tra i migliori mai creati per la sua narrazione rivoluzionaria e innovativa. Peccato per il reparto tecnico non ottimizzato, soprattutto per quanto riguarda i dialoghi, e per i suoi buchi grafici, come la non generazione di dettagli non indifferenti come scale, muri o addirittura nemici. Il cuore c’è, e, se ci fosse la possibilità di rimediare a questi incidenti di percorso, potremmo considerarlo come il migliore potenziale gioco di ruolo del 2018.

Guida ai Voti

Antonino Gennaro
Appassionato di videogiochi di nuova generazione e collezionista di giochi retrò che hanno fatto di PlayStation il prodotto d'eccellenza che conosciamo oggi. Sono un nerd a 360 gradi: oltre ai videogiochi, apprezzo tutto ciò che è arte per gli occhi. Adoro guardare anime preferibilmente in giapponese, leggere manga di ogni genere, amante del cinema cult e fanatico della fotografia.