Knack 2 – Recensione

Sviluppatore: Japan Studio Publisher: Sony Interactive Entertainment Piattaforma: PS4 Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1-2 PEGI: 7 Prezzo: 39,99 € Italiano:

Grazie alla comparsa nella Instant Game Collection, il primo Knack ha avuto recentemente modo di farsi riconsiderare per quello che è, un buon titolo a base di piattaforme e azione. Il titolo sviluppato da Japan Studio era stato infatti con troppa faciloneria accantonato a causa della pioggia di critiche ha sommerso la line-up iniziale di PlayStation 4. Critiche a volte gratuite e dettate dal piacere del conformismo. Consapevole forse di ciò, il team di sviluppo ci ha riprovato con Knack 2, imparando dai propri errori e confidando in un accoglimento un po’ più equilibrato da parte di critica e pubblico.

Ritenta, sarai più fortunato

Il protagonista, ancora una volta, sarà il versatile Knack, la cui peculiarità è quella di essere formato da reperti antichi, che possono aumentare più o meno a discrezione del giocatore per rendere il nostro eroe un gigante dalla enorme forza o un minuscolo essere capace di intrufolarsi ovunque. Da un metro all’altezza di un palazzo, senza soluzione di continuità. A farci da spalla sarà Lucas, ragazzo che abbiamo già avuto modo di conoscere nel primo Knack e che non sembra avere fatto grandi passi avanti sotto il profilo della personalità, tanto da meritarsi appunto il ruolo di comprimario. Lucas è il figlio adottivo di Vargas, scienziato creatore di Knack, ed è nipote di Ryder, avventuriero alla Nathan Drake (ma di noi altri), due figure che in maniera stabile tentano di colmare il vuoto lasciato dai genitori di Lucas.

Fatta una breve cernita dei buoni, tocca ai cattivi. Questi ultimi sono certamente incarnati dalle figure dei goblin e dei robot che misteriosamente hanno assaltato la città di Newhaven; si tratta di due categorie molti differenti tra loro, ma che sono senza dubbio legate da qualche fattore. A rendere le cose ancora meno nitide ci sono anche i monaci (alleati o nemici?), tra cui spiccano le figure della giovane Ava, leader del monastero di Norcliff, Ava per cui il nostro Lucas sembra provare qualcosa, e del ben più enigmatico Xander. Queste sono tutte, o quasi, le figure che si muoveranno nel teatrino predisposto dagli sviluppatori, per una trama che si sviluppa con una certa piacevolezza, pur senza impressionare mai o stupire più del dovuto. Si tratta della classica storia senza eccessive pretese da film d’animazione di discreta, ma non eccellente, fattura.

Meritevole di più ampio spazio è invece il gameplay. Knack 2 ricorda, in qualche modo, i titoli LEGO, anche per via dell’incredibilmente intuitivo sistema drop in/drop out legato al gioco in cooperativa: basterà spegnere e accendere un DualShock 4, o poco più, per trovarsi catapultati in qualsiasi momento nel gioco, per quanto riguarda il secondo giocatore. Al di là di questo, l’esclusiva PlayStation 4 offre anche piattaforme, combattimenti ed enigmi da risolvere, tutte cose assai familiari ai fan dei giochi TT Games.

La declinazione è però piuttosto diversa. Tanto per cominciare, gli enigmi non si basano su mattoncini e costruzioni danesi da rompere e rimontare, e ci mancherebbe altro. In Knack 2 si parla piuttosto di interruttori da attivare, massi da spostare e così via. Brillante in termini di game design è spesso come gli sviluppatori siano stati capaci di… giocare con il fatto che il protagonista sia capace, come detto, di passare dall’altezza di un metro a quella di dieci in un batter d’occhio, con tratti di livello appositamente dedicati. I reperti di cui è formato Knack gli consentono anche di acquisire abilità speciali in base a quello a cui si uniscono. Si passa dal ghiaccio, grazie al quale Knack potrà congelare in certe posizioni elementi dello scenario che altrimenti continuerebbero a oscillare impedendoci il passaggio, al metallo, conduttore elettrico per antonomasia, con cui collegare più dispositivi bisognosi di energia. E ci sarebbe ancora molto altro, ma lasceremo a voi il piacere della scoperta.

Knack è unico

Queste unicità di Knack incidono in realtà, più che sugli enigmi, sui combattimenti, più profondi, avvincenti e difficili di quelli che è possibile trovare nei titoli LEGO. Il protagonista potrà saltare, tirare pugni, sferrare calci, parare, schivare ed eseguire altre azioni piuttosto canoniche. Alcune abilità extra sono legate a ciò con cui i nostri reperti saranno legati in determinati frangenti, come detto, ma il game designer Mark Cerny ha pensato bene di inserire anche un sistema di livelli collegato a un albero di abilità.

Queste rendono più profondo il gameplay, sia per la possibilità di sbloccare bonus passivi (maggior destrezza, più danni arrecati e così via) sia, soprattutto, attivi, con combo realizzabili sempre più lunghe, boomerang da lanciare e altro ancora. E’ presente anche qualche quick time event, che ben spezza la monotonia, oltre a sequenze di shooting e stealth le quali, pur senza stupire o innovare, ben diversificano quanto si vede a schermo. Alcune fasi particolarmente spettacolari consentiranno a Knack di raggiungere uno status di semi-invincibilità, con conseguente adrenalina che scorrerà veloce in noi di fronte a un esercito di nemici falcidiato in men che non si dica. Nessun passaggio è in realtà memorabile, purtroppo, come alcuni livelli di Crash Bandicoot, tanto per capirci, ma i pro sono indiscutibilmente maggiori rispetto ai contro.

Knack 2 vanta una longevità più che discreta; al livello di difficoltà più alto selezionabile alla prima run, la modalità principale e relativi quindici capitoli potrebbero portarvi via dalle dodici alle quattordici ore. E una volta finito, che succede? Una volta terminato avrete accesso a otto sfide speciali, cinque a tempo e tre in stile arena con nemici da sconfiggere; non che il brodo si allunghi granché, ma si tratta di un extra piacevole per chi non si fosse stancato di Lucas e soci. Per ottenere cinque stelle su cinque sarà necessario sbloccare delle varianti speciali di Knack in puro cristallo; per farlo, dovrete trovare i pezzi necessari per l’assembramento, pezzi che sono distribuiti nei cento (esatti) tesori nascosti in giro per i livelli. Alcuni di facile reperibilità, altri meno, questi nascondono sia i pezzi per sbloccare questi Knack speciali, sia quelli per creare gadget speciale che arricchiranno ulteriormente l’esperienza di gioco – uno è un detector per trovare i tesori stessi, l’altro è un contatore di combo e così via.

C’è una bella trovata, però, che rende la vicenda meno frustrante di quanto possiate immaginare: quando troverete un tesoro potrete scegliere la ricompensa. La scelta cadrà su quella predefinita, quella di altri fantomatici esploratori o ancora quella dei giocatori presenti nella vostra lista amici in possesso del gioco, a patto che abbiano trovato quello stesso tesoro (il PlayStation Plus non è richiesto, per questa feature). Grafica e sonoro di Knack 2 sono capaci di dire la loro, senza stupire, forse, ma accompagnando il giocatore dall’inizio alla fine della propria avventura nella più totale piacevolezza e aderenza rispetto a quanto si vede a schermo.

Trofeisticamente parlando: non devi trovare tutti i tesori (ma, in realtà, sì)

L’elenco trofei di Knack 2 non può non vantare uno scintillante Platino. La coppa più preziosa non è così ardua da conquistare, ma non è nemmeno una passeggiata; saranno necessarie dalle quindici alle venti ore, a patto di iniziare subito il gioco a Difficile – in realtà, sarà tutto piuttosto fattibile. Una volta completata la modalità principale vi toccherà completare le sfide extra, trovare abbastanza tesori per completare tutti i gadget e i Knack di cristallo più performanti (alla fine non dovrete scovarli tutti, ma quasi, fidatevi) e infine guadagnare settanta medaglie, la metà delle totali. Si tratta di obiettivi secondari mai proibitivi, come ottenere un certo punteggio, compiere alcune specifiche azioni in-game o ancora ottenere un determinato punteggio.

VERDETTO

Knack 2 prende il suo predecessore, comunque migliore di quello che ci hanno voluto far credere, e lo migliora sotto molti suoi aspetti. Il risultato è un'avventura piena di azione molto piacevole a vedersi e a giocarsi, anche in cooperativa.

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.