Last Day of June – Recensione

Sviluppatore: Ovosonico Publisher: 505 Games Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Quello che si sta venendo a creare è, senza dubbio, uno “stile Ovosonico”. Il brillante studio di sviluppo varesotto, dopo Murasaki Baby, ha pubblicato Last Day of June, titolo particolare esattamente come quello precedente, ma in una maniera del tutto diversa.

Cosa sei disposto a fare per salvare chi ami?

Sempre e comunque diretto dall’ottimo Massimo Guarini (Murasaki Baby, Shadows of the Damned, Naruto: Rise of a Ninja), il team si è lanciato in un’impresa del tutto particolare e, forse, inedita. Andando subito al punto della questione, Guarini, ascoltando il brano musicale Drive Home, realizzato da Steven Wilson (Porcupine Tree), è stato talmente colpito da immaginarsi una storia vera e propria, sotto forma di videogioco, nella propria mente, che partisse da questo mattone iniziale. L’idea sarà sembrata forse un azzardo ai più, ma una volta entrato in contatto con Wilson, altra mente evidentemente brillante, la teoria ha cominciato a diventare, piano piano, pratica. E che pratica.

Come se non bastasse, oltre allo studio di Ovosonico capitanato da Guarini e a Steven Wilson si è aggiunto anche Jess Cope (animatore del film Frankenweenie, firmato da Tim Burton, e director del video musicale Here Comes Revenge dei Metallica). La cosa ha cominciato a prescindere, come potete ben immaginare, dalla portata di una “comune” produzione indipendente. E il risultato finale è Last Day of June.

Last Day of June è la storia, drammatica, della relazione tra Carl e la June del titolo. Drammatica perché, mentre tra i due tutto scorre liscio, un giorno, di ritorno da una gita al lago, un brutale incidente automobilistico stronca la vita della ragazza. In un tempo imprecisato posteriore alla triste vicenda, vestiremo i panni dell’innocente Carl, solo, abbandonato, incapace di riprendersi da uno shock troppo forte per essere sopportato. Grazie a un evento di portata sovrannaturale, Carl avrà la possibilità di cambiare il passato o comunque procedere nel suo processo di accettazione della perdita; almeno così pare, perché risulta molto difficile capire cosa sia realtà, cosa sia sogno – anche in virtù dell’enorme quantitativo di sonno che sembra attanagliare il nostro.

Ecco allora che finalmente, dopo un epilogo lento e doloroso, entreremo un po’ più nel merito di ciò che contraddistingue un videogioco, ossia l’interattività. Il lato ludico di Last Day of June consiste nel tentare di prevenire la serie di tragiche coincidenze che hanno causato l’incedente stradale attraverso l’utilizzo di quattro personaggi diversi, collegati in qualche modo alla coppia – si passa dall’amico d’infanzia, divenuto cacciatore provetto, al ragazzino della porta accanto, dalla migliore amica al vecchietto del quartiere. Ogni personaggio, però, potrà finire la propria giornata in un paio di modi diversi, e qui sta il bello di Last Day of June. Dovremo trovare la combinazione giusta… giocando con i finali e combinandoli tra loro, prevalentemente con la risoluzione di enigmi ambientali, quasi avessimo a che fare con un mazzo di carte. Anche perché ogni personaggio vanta proprie caratteristiche: il bambino può lanciare un pallone e abbattere vasi, il cacciatore può sparare, e così via. Ecco allora che un epilogo apparentemente sbagliato diventa imprescindibile per potere sbloccare una nuova area, ad esempio, dato che i progressi in termini di “passaggi aperti” vengono conservati.

Questo obbliga il videogiocatore al backtracking (non tutti i mali vengono per nuocere, in ogni caso, visto che così avrete la possibilità di recuperare i cinque collezionabili per ogni personaggio utili al 100% trofeistico), per fortuna sapientemente mitigato dagli sviluppatori grazie a simil-checkpoint. Detto questo, ci preme precisare come l’esperienza sia soprattutto cinematografica, dunque non aspettatevi freneticità, leaderboard online e altre cose di questo tipo.

Breve ma intenso

Delle circa 4 ore richieste per portare a termine il gioco, fino al 75% del suo completamento eravamo convinti che Last Day of June fosse un gioco certamente degno di nota, ma non un capolavoro. La parte rimanente del gioco, sostanzialmente identificabile con la fine, ci ha fatto capire di avere per le mani un titolo imperdibile, senza “se”, senza “ma”. L’epilogo di Last Day of June è tanto straziante quanto perfettamente realizzato, tanto potente emotivamente quanto leggero.

E’ qualcosa che vi seccherà la gola, qualora le vicende di Carl e June vi abbiano conquistato. Non ci soffermiamo ovviamente oltre, visto che incorreremmo in uno spoiler enorme, ma, davvero, se una voce dell’ipotetico manifesto programmatico di Ovosonico si fosse ripromessa di emozionare attraverso il videogioco, beh, questa richiesta sarebbe stata certamente esaudita.

Visivamente Last Day of June ricalca quanto visto in Drive Home in maniera eccezionale, dandone un’interpretazione propria ma comunque perfettamente compatibile con quello che è stato il video, tanto da mettere in evidenza quanto feeling ci sia tra Guarini e Wilson. Per quanto l’impatto grafico non sia dei più straripanti, lo stile (o magari Simone Stile?) e l’amore per i dettagli riescono a sopperire bene a qualsiasi tipo di lacuna, complice anche una paletta cromatica molto tenue e sapientemente scelta, come potete constatare voi stessi da immagini e video. Solo elogi merita infine il comparto sonoro, basato interamente sulle melodie di Steven Wilson, da quelle di inizio millennio alle più recenti. Curiosa, ma azzeccata ai fini dell’atmosfera che si genera, la scelta di fare comunicare tra loro i personaggi attraverso gestualità e mormorii, che diventano strazianti urla nei momenti più intensi.

Trofeisticamente parlando: non dimenticare

Il set di trofei di Last Day of June è facilmente conquistabile. Purtroppo non prevede un trofeo Platino e molti sono i trofei missabili, ma basterà veramente un pizzico d’attenzione perché possiate ottenere il 100% completando alcune azioni in-game e trovando tutte le 20 memorie, alias collezionabili.

VERDETTO

Last Day of June non è un gioco per tutti, molti potrebbero abbandonarlo a causa dell'eccessiva lentezza, ad esempio, o della poca interattività. Ma nel caso siate nella schiera di videogiocatori che vogliano andare a parare oltre il solito Call of Duty, Assassin's Creed et similia, l'ultimo titolo firmato Ovosonico è un acquisto obbligato.

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.