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LEGO City Undercover – Recensione

Stranamente veniamo da due titoli LEGO non proprio canonici, mentre l’accusa che veniva rivolta ai titoli TT Games, fino a poco fa, era proprio quella che “fossero tutti uguali”. Prima, è stata la volta del fortunatissimo LEGO Dimensions, che abbiamo premiato con un sonoro nove; poi è stato il turno di LEGO Worlds, uscito relativamente poco tempo fa, e che, invece, ci ha fatto storcere il naso, tanto è vero che il voto rifilatogli è stato un non troppo convincente sette.

Starete pensando che la verità sta nel mezzo, per quanto riguarda LEGO City Undercover, qualora foste già andati a sbirciare il voto. Sì, più o meno è così, ma vediamo di analizzare un po’ più approfonditamente il gioco.

Io ti ho già visto

LEGO City Undercover esce, originariamente, in esclusiva Wii U nel 2013. Una delle scelte più sciagurate che un publisher possa fare, ne converrete, a meno che non si tratti di un titolo first party Nintendo; è più che lecito, dunque, che non ne abbiate mai sentito parlare. Ecco dunque che Warner Bros. ha colto, per nostra fortuna, l’occasione di effettuare un porting per Windows PC, Xbox One e, ovviamente, PlayStation 4 delle avventure di Chase McCain, senza dimenticarci la versione Nintendo Switch.

“Per nostra fortuna”, abbiamo scritto, dato che della tipica formula LEGO a base di livelli, piattaforme da saltare, oggetti da distruggere e ricostruire, semplici sequenze di combattimento da affrontare, un po’ ne sentivamo la mancanza. Sì, perché LEGO City Undercover è proprio questo, un chiaro ritorno al passato, per la verità piuttosto prossimo, dei classici giochi Traveller’s Tales.

I giochi LEGO sono “venuti a noia” sostanzialmente per il fatto che Warner Bros. e TT Games hanno spremuto il brand decisamente più del dovuto, rilasciando giochi praticamente a cadenza annuale, se non addirittura semestrale, manco stessimo parlando di Assassin’s Creed o Guitar Hero; ma per ciò che attiene ossatura e gameplay, i titoli “LEGO qualcosa” si sono sempre dimostrati ottimi prodotti. Ecco dunque che un ritorno alle origini ci ha fatto molto piacere, sperando che nuove iterazioni possano vedere la luce con maggiore calma e criterio, per evitare che la voglia di cimentarci in un’avventura a base di mattoncini danesi ci passi un’altra volta.

Ma facciamo un passo indietro. Chi è il Chase McCain menzionato in precedenza? Chase è il protagonista di LEGO City Undercover ed è colui di cui vestiremo i panni; inizieremo a controllarlo nel momento in cui, dopo una pausa lunga due anni, torna in quel di LEGO City, appunto, in contemporanea all’evasione dal carcere del temibile criminale Rex Fury. Lo spirito di giustizia, ma anche il fatto che alcune persone care al nostro Chase siano in pericolo per via del delinquente, faranno sì che il poliziotto si metta in men che non si dica alla caccia del ladro. Come? Beh, attraverso l’ausilio del proprio superiore, e poco sopportabile, ispettore Dunby, e del collega casinista Frank. Ma soprattutto tramite un’audace operazione di infiltrazione, che metterà Chase a contatto con alcuni terribili, ma anche sgangherati, criminali di LEGO City, come Chan Chuang e Vinnie Pappalardo.

Sottolineiamo subito come l’essere slegati da qualsiasi tipo di licenza, tranne quella LEGO, logicamente, abbia permesso agli sviluppatori di creare una trama e personaggi del tutto originali; il risultato è veramente lodevole e sopra la media, poiché ognuno dei buoni o dei cattivi di LEGO City ci rimarrà impresso nella memoria per un tic nervoso o mania, che sembrano condizionare un po’ chiunque in questa folle città. Ecco dunque che le cut-scene diventano memorabili e capaci di accompagnare spesso e volentieri con una risata l’azione che si susseguirà a schermo, avvenga essa in un livello o nel mondo di gioco liberamente esplorabile. I 15 livelli totali, infatti, hanno un punto di partenza specifico in altrettanti punti specifici di LEGO City, che a più riprese sembra strizzare l’occhio alla classica città americana che fa da sfondo al GTA di turno, ovviamente in salsa LEGO, con il suo ponte sul mare, il quartiere residenziale, il parco e i monumenti principali (tra questi da evidenziare un fac-simile della Statua della Libertà e della Torre di Pisa, ridotta a forma di fusillo).

Ma, oltre alle variegate location, LEGO City presenta molte attività secondarie da completare, tanto è vero che i classici – almeno per i fan del franchise – mattoncini d’oro raggiungono l’elevato numero di 450. Avremmo, per la verità, gradito un minor numero di missioni secondarie a vantaggio della qualità, visto che spesso la side quest di turno non vi chiederà altro che trovare e innaffiare delle piante, tanto per fare un esempio, ma tant’è. Di sicuro avrebbe giovato offrire al giocatore la possibilità di individuare quelli che alla fine sono poco più che collezionabili interattivi con maggiore facilità, attraverso l’attivazione di qualche potere extra legato ad alcuni mattoncini rossi. Gli sviluppatori hanno introdotto qualcosa di simile, ma il procedimento per l’individuazione è macchinosissimo, dal momento che dovrete passare, ogni volta, per uno speciale visore dal range piuttosto limitato, tra le altre cose; delle icone sulla mappa generale sarebbero state una scelta assai più intelligente – soprattutto se, lettori, siete cacciatori di trofei.

Versatilità a mattoncini

Il gameplay di LEGO City Undercover, come si è detto, consiste soprattutto di puzzle ambientali, piattaforme e nemici da sconfiggere, ma il nostro Chase vanta delle peculiarità che senza dubbio sollevano il titolo dal limbo della mediocrità. Tanto per cominciare, Chase può indossare svariati costumi che gli porteranno in dote altrettanti poteri (vestito da astronauta potrà usufruire di un jetpack e teletrasportarsi da un posto all’altro; agghindato da contadino potrà fare crescere piante così da raggiungere zone altrimenti inaccessibili e poi lanciarsi dall’altro, planando aggrappato a un pollo, data la dimestichezza con la disciplina del parapollio (!); con il vestiario da operaio edile potrà invece aggiustare sistemi elettrici e darsi alla pazza gioia con il martello pneumatico; e così via). Inoltre, può menare le mani con un battle system che strizza l’occhio a quello dei Batman Arkham, con il tasto “triangolo” affidato alla contromossa e quello “quadrato” all’attacco, e lanciarsi in dinamiche scalate agli edifici più alti e spericolati inseguimenti, qualora dovesse incontrare sul proprio cammino mattoncini bianchi e blu, sinonimo di acrobazie. In termini di varietà, chi più ne ha, più ne metta, insomma.

Chiudiamo la recensione con il solito appunto sul comparto visivo e sonoro. Il lavoro di restyling grafico svolto dagli sviluppatori si può dire riuscito, nonostante permangano alcuni bug che il gioco si porta dietro fin dalla sua release su Wii U – è stato, se non altro, risolto il problema legato agli interminabili tempi di caricamento. Molto buono, invece, il comparto audio, sia per quanto riguarda i brani presenti, piacevoli, pertinenti e orecchiabili, che per ciò che attiene il doppiaggio, estremamente convincente e disponibile in lingua italiana, cosa non scontata, di questi tempi.

Trofeisticamente parlando: poteva andare meglio

Come da tradizione, l’elenco trofei di qualsiasi gioco LEGO, e LEGO City Undercover non fa eccezione, comporta il finire il gioco al 100%, tra missioni principali, secondarie e collezionabili. Il problema è che questa volta farlo sarà molto meno divertente, e più frustrante, delle altre, poiché il videogiocatore risulta essere decisamente meno “guidato” del solito, a causa di mattoncini rossi – quelli adibiti agli “extra”, per chi non lo sapesse – assai meno efficaci.

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Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.