Primo PianoManual Samuel - Recensione

Manual Samuel – Recensione

Publisher: Curve Digital Developer: Perfectly Paranormal
Piattaforma: PS4 Genere: Vita Manuale Giocatori: 1-2 PEGI: 16 Prezzo: 9,99 €

Cosa potrebbe mai succedere se tu, tu che sei abituato a non combinare una mazza tutto il giorno, dovessi morire, e poi ti ritrovassi a scendere a compromessi con la Morte in persona? Si tratta di un “tu” metaforico che non si vuole riferire a nessun lettore specifico, ci mancherebbe, ma è questa la folle idea alla base di Manual Samuel, interessante produzione indipendente che abbiamo avuto modo di giocare e che vi raccontiamo quest’oggi.

manual-samuel-001

Federica, la mano amica

Entriamo un po’ più nel merito del discorso. Samuel, per gli amici Sam, è ricco, viziato e nullafacente. Un “bel giorno” (di sicuro non per lui), mentre sta bevendo un caffè con la fidanzata, tra un peripezia e l’altra perde tragicamente la vita, investito da un camion che passa proprio davanti al locale da cui è appena uscito, dopo avere consumato ciò che ha ordinato. L’onnipresenza di uno humor “nero” e spaccatissimo si constata sin dalle prime battute, quando, una volta raggiunti gli inferi, la Morte, ossessionata dalle acrobazie su skateboard, ci propone di restituirci la vita, se vivremo un giorno intero “per contrappasso dantesco”, cioè svolgendo ogni singola attività manualmente, dai cazzoni sfegatati che eravamo, come diceva il poeta.

Non ci soffermeremo oltre sulla trama dal momento che è sufficientemente simpatica da meritare di essere scoperta passo dopo passo, con tutti i personaggi secondari che ne conseguono – come, ad esempio, l’altro Cavaliere dell’Apocalisse “Guerra”, che definire informale sarebbe un eufemismo, per la serie: i tempi di Darksiders sono proprio lontani. Al di là di questo aspetto, c’è anche un motivo molto più pratico, per cui non vale troppo la pena analizzare i fatti che si susseguono in Manual Samuel: gli otto capitoli di cui è composta la modalità principale non durano più di un’oretta e mezza, dunque procedendo nel racconto giungeremmo dopo poche righe al finale.

manual-samuel-003

Ma in che cosa consiste questo dovere “vivere manualmente” di cui si è fatto cenno? Molto semplice, nella sua assurdità. Il nostro povero Samuel è praticamente incapace di svolgere qualsiasi azione senza il nostro input, dunque dovremo sbattere gli occhi per evitare che quanto presente a schermo perda nitidezza, attraverso una ciclica e ripetuta pressione del tasto “X”; dovremo inspirare ed espirare alterando Quadrato e Cerchio al fine di non perdere conoscenza; dovremo lavarci i denti, farci la doccia, infilarci le scarpe ma soprattutto fare la pipì attraverso la pressione di tasti via viva indicati a schermo – che a volte richiederanno vere e proprie contorsioni delle dita – in una sorta di Quick Time Event costante. Data la situazione assurda in cui ci troviamo, non mancheranno situazioni ben più estreme dominate dal fattore “action” – una nell’ultimissimo capitolo, in particolare, è particolarmente macabra – che ci vedranno, ad esempio, alla guida di un robot, costruito dall’azienda di nostro padre, a sterminare suoi simili, tra scudi, mitragliatrici e missili.

Il gioco è bello quando dura poco, ma così è troppo

Il gameplay è dunque, nella sua essenzialità, molto originale, almeno a livello di concept, perché a memoria d’uomo mai ci era capitato di vivere una situazione del genere, ossia di trovarci davanti un gioco che ci richiedesse di ricordarci di respirare per evitare di cadere stramazzanti al suolo. Pur non essendo presente una schermata di Game Over, le meccaniche finiscono comunque con il divenire piuttosto frustranti e ripetitive sul lungo andare anche a causa di una non eccelsa reattività, e le cose sarebbero certamente peggiorate se il gioco non fosse così breve.

manual-samuel-002

A dare un tono di varietà ci pensa la modalità cooperativa, che permette a due giocatori di controllare il corpo di Samuel, ampliando in maniera considerevole il tasso di idiozia presente, già di suo a livelli notevoli. Finito il gioco, non vi rimarrà altro che sperimentare la modalità per gli speedrunner, che propone sei spezzoni di gioco da completare a tempo di record, oppure mettervi a cercare i collezionabili, che in questa sede fanno rima con hashtag da scovare compiendo determinate azioni in-game.

Chiudono il quadro un doppiaggio di tutto rispetto in inglese, senza sottotitoli in italiano, ma in tedesco, russo, norvegese (norvegese), francese, turco e spagnolo – ma che avremo mai fatto di male? – e un buon comparto tecnico, a partire dai disegni e dalle animazioni interamente in due dimensioni che danno un tocco di notevole personalità a Manual Samuel.

Trofeisticamente parlando: breve ma intenso

Il set di trofei di Manual Samuel vanta, un po’ a sorpresa, una coppa di platino, nemmeno troppo complicata da conquistare. Dovrete completare il gioco due volte, in single player e in co-op, trovare tutti gli hashtag e prendere una medaglia d’oro in ogni sfida speedrun, oltre ad eseguire una manciata di azioni in-game. Vista la bassa longevità del titolo, però, potreste conquistare il platino senza troppi sforzi in circa quattro ore.

Articoli correlati

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.