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Mordheim: City of the Damned – Recensione

Publisher: Focus Home Interactive Developer: Rogue Factor
Piattaforma: PS4 Genere: Tactical role-playing Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 39,99 €

Focus Home Interactive è da sempre sinonimo di garanzie per quanto riguarda le trasposizioni videoludiche dei franchise di Warhammer Fantasy e Warhammer 40.000. In questo caso abbiamo tra le mani Mordheim: City of the Damned, ultima fatica dello studio francese, che porta con sé una delle più ricche licenze del mondo Games Workshop. Il gioco in sé, per quanto tecnicamente si tratti di un indie, presenta una qualità complessiva e una mole di contenuti tale da allontanarlo dal mondo dei giochi indipendenti e avvicinarlo a molte più blasonate produzioni tripla A.

Lo sviluppo di Mordheim, come ormai accade nella stragrande maggioranza dei casi, è stato molto travagliato. Inizialmente previsto solo per PC e pubblicato verso la fine del 2015, questo tactical role-playing game si presentava povero di contenuti. Dopo quasi un anno dalla sua pubblicazione però, la stessa software house ne annunciò la conversione per console casalinghe comprendenti tutti i nuovi contenuti che nel frattempo si erano aggiunti alla versione PC. Ora, dopo aver passato ore ed ore a vagare per Mordheim in cerca di Malapietra e risorse, siamo pronti per buttare giù un’attenta analisi e vedere se questo titolo dei ragazzi di Focus Home Interactive vale l’acquisto oppure no. Quindi se siete interessati non vi rimane che continuare a leggere.

Welcome to Mordheim

I primi minuti in compagnia di questo titolo sono caratterizzati da un interessante filmato che ci introduce a quella che sarà l’ambientazione di tutto il gioco. Mordheim, un tempo capitale della provincia dell’Ostermark, era una città che nonostante fosse toccata dalla fede, viveva all’insegna della lussuria e dell’ingordigia. Prostitute, briganti o più in generale chiunque cercasse di arricchirsi si recava in questa ricca e sviluppata cittadina consapevole che il successo e la ricchezza sarebbero arrivati. Parallelamente a ciò i fedeli iniziarono a vociferare sulla possibile caduta di una cometa che avrebbe messo fine a tutte queste trasgressioni. La profezia della caduta di un corpo celeste, che avrebbe annunciato il ritorno del primo imperatore Sigmar, avvenne ma non portò la redenzione tanto sperata, bensì una maledizione causata dalla Warpietra. Gli abitanti più fortunati morirono, gli altri invece iniziarono a trasformarsi in creature affamate di sangue che presero possesso delle vie della città.

Poco tempo dopo la catastrofe si venne a sapere di una strana pietra dal colore verde che secondo molti aveva la capacità di tramutare qualsiasi metallo in oro, anche se si sospettava fosse la causa delle mutazioni subite dagli abitanti di Mordheim. La Malapietra divenne così la più preziosa merce di scambio ambita da tutti gli abitanti dell’impero. Moltissimi gruppi e bande partirono alla volta della città dei dannati in cerca della ricchezza, senza sapere che oltre agli altri gruppi nemici, qualcosa di molto pericoloso girava ancora per le strade di Mordheim.

Questo sostanzialmente è l’incipit del gioco che anticipa quella che sarà la fase successiva: la scelta della fazione. I gruppi tra cui potremo scegliere sono quattro, sei se si possiede il relativo DLC, e spazieranno dai classici guerrieri, animali antropomorfi e non-morti. Avremo a disposizione i Mercenari dell’Impero, il Culto dei Posseduti, gli orrendi uomini-topo chiamati Skaven ed infine le Sorelle di Sigmar, un gruppo composto da sole donne. Questa scelta, che influenzerà la storyline principale divisa in atti, ci permetterà di controllare creature diverse, con differenti abilità, in modo da avere un approccio diverso a seconda della fazione scelta.

Il nostro obiettivo principale sarà quello di rifornire, inizialmente ogni dieci giorni, un particolare richiedente con una quantità indicata di Malapietra. In caso non si riuscisse a soddisfare per quattro volte questa richiesta allora andremo incontro al game over e ci toccherà riniziare una nuova campagna. Alternate alle missioni per la ricerca dell’ambita pietra e di risorse secondarie come oro e oggetti, ci imbatteremo nelle missioni della storia che, sebbene non brillino di narrativa, forniranno una sfida leggermente più impegnativa che progredirà pari passo allo sviluppo della nostra combriccola di soldati.

Strategy… is the only way

Prima di buttarsi nel caotico mondo di Mordheim però, vi consigliamo di completare l’esaustivo tutorial presente nel menù principale. Questo, sebbene ci bombardi di informazioni su statistiche e meccaniche di gioco, ci sarà fondamentale per avere un’infarinatura generale sulle possibilità offerte dal titolo.

Fatta questa premessa passiamo ora al combat system. Come detto in precedenza ogni missione andrà avviata dalla relativa voce del menù e, una volta selezionata, le nostre truppe verranno disposte sul campo di battaglia secondo un particolare schema; da questo momento, rispettando quelli che sono i turni dei giocatori, sarà possibile muovere le nostre pedine per iniziare a progettare la nostra vittoria. Ad ogni nostro turno potremo spostare di un determinato numero di passi il nostro personaggio scegliendo se attaccare, difenderci oppure saccheggiare qualche risorsa presente sul terreno. Ogni singola mossa andrà calibrata con attenzione per avere la meglio sui nostri rivali. Una volta ingaggiato uno scontro sarà impossibile muoversi fino a quando uno dei due non avrà avuto la meglio, salvo con l’utilizzo di alcuni comandi per la fuga la cui scelta è consigliata solo in alcuni casi. Durante lo scontro si possono utilizzare i diversi punti azione per attaccare, difendersi, prepararsi alla schivata o lanciare incantesimi contro i nemici che ci si pareranno davanti. Da questo punto di vista non c’è nulla di complicato.

La cosa si farà complicata, ma anche più appagante, quando tenteremo per le prime volte di rapportarci con l’interfaccia gestionale offerta dal titolo. Infatti, tutti i membri della nostra banda saranno modificabili, non solo con il semplice equipaggiamento, ma saranno personalizzabili come aspetto fisico, nome e sarà possibile fornire una biografia specifica ad ognuno di loro. Tutto questo ci permetterà, se gli si dedica abbastanza tempo, di avere un determinato feeling con ogni personaggio, che sarà possibile seguire nella sua crescita durante il corso dell’avventura, aumentandone così le numerose caratteristiche e insegnandoli nuove abilità o incantesimi.

Come detto il combat system, se messo in relazione con la parte gestionale, esce con le ossa rotta in quanto, a causa della forte ripetitività delle missioni, non offrirà un buono stimolo a continuare e farà sopraggiungere, in tempi brevissimi, noia e superficialità. Paradossalmente la feature che potrebbe tenerci incollati allo schermo è proprio la gestione e lo sviluppo del nostro party. Infatti, ad ogni combattimento, se i nostri personaggi dovessero soccombere oppure subire un elevato numero di danni, questi potrebbero incorrere a perdite di arti oppure, nei casi più estremi, alla morte definitiva. In caso di perdita di arti, oltre a lasciare menomato il personaggio fino al termine della campagna, le abilità verranno influenzate da questo aspetto. Per esempio se un nostro personaggio dovesse perdere un braccio, oltre all’impossibilità di impugnare una seconda arma o uno scudo, questo non potrebbe scalare pareti o scale, ma allo stesso tempo avrebbe una maggiore possibilità di schivata. Una caratteristica davvero interessante e innovativa che spinge i videogiocatori più curiosi a vedere come ogni scontro possa modificare l’aspetto di ogni personaggio.

La componente gestionale però non si limita solo alla mera personalizzazione, ma sarà fondamentale per il proseguo della campagna. Infatti, dopo ogni missione, le nostre truppe dovranno essere pagate con l’oro accumulato e gli dovranno essere garantite anche le relative cure. In caso di ferite gravi, infatti, il personaggio non potrà essere congedato ma dovrà essere seguito per tutta la guarigione che di norma dura alcuni giorni.

Then Unity works occasionally…

Dal punto di vista tecnico, il titolo si presenta un po’ datato con una grafica non proprio all’altezza e con un comparto audio tanto semplice quanto poco immersivo. Se comunque si considera, oltre allo scarso budget, il fatto che gli sviluppatori hanno utilizzato lo Unity Engine, il lavoro svolto allora risulta di tutt’altro spessore. Infatti, nonostante una grafica e delle animazioni non certo dell’ultimo grido, il gioco non presenta particolati difetti grafici o glitch il che rende godibilissimo il titolo anche da PlayStation 4. La completa localizzazione italiana poi, rende il gioco accessibilissimo a tutti poiché, senza di essa, la comprensione di tutte le meccaniche e lo studio di ogni caratteristica sarebbe stata ancora più difficile.

Una nota di demerito, invece, riguarda l’intelligenza artificiale che non sempre risulta essere all’altezza. Infatti, nonostante in molti casi i nostri nemici abbiano caratteristiche e abilità superiori queste non vengono utilizzate a dovere e, in alcuni casi, si può avere la meglio sul nostro avversario nonostante ci si trovi in una situazione di inferiorità. Infine, per i più competitivi di voi segnalo la possibilità di buttarsi con la propria armata in partite multiplayer online, caratteristica che potrebbe da sola giustificarne l’acquisto.

In conclusione, si può dire che questo Mordheim: City of the Damned sia un più che buon TRPG con un buon setting, discreto combat system e ottimo sistema di personalizzazione. Mi sento di consigliarlo principalmente agli amanti dell’universo Games Workshop e per tutti coloro che, a causa del suo livello altissimo di sfida, cercano un gioco difficile da poter domare.

Trofeisticamente parlando: Mission Impossible

Se si da un’occhiata in giro per vedere le varie percentuali di ottenimento dei trofei, si scoprirà presto che la difficoltà non solo del platino, ma dei singoli trofei è veramente molto alta. I motivi di questa difficoltà sono da ricercarsi, oltre all’effettiva sfida offerta dal gioco, anche dalla possibilità di incappare in un game over nei più disparati modi possibili. Noi che abbiamo giocato il titolo per molte ore possiamo confermare che alcuni trofei tra cui Città ripulita, Maestro contrabbandiere e Mercenario vero, richiedono, oltre ad un numero elevato di ore di gioco, anche un’assimilazione completa delle meccaniche di gioco e una consapevolezza delle capacità di ogni singolo guerriero. Senza ombra di dubbio una delle liste trofei più difficili da portare a termine.

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Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!