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Mount and Blade: Warband – Recensione

Publisher: Paradox Interactive Developer: TaleWorlds
Piattaforma: PS4  Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 (Online: 1-32) PEGI: 16 Prezzo: 19,99 €

“Se i miei soldati cominciassero a pensare, nessuno rimarrebbe nelle mie file.”
Federico II, Re di Prussia

Se pensiamo alla guerra, oltre ad una canzone di Ligabue, vengono in mente soprattutto videogames che ci portano in un contesto moderno, con soldati dotati di arsenali all’avanguardia e preparati per ogni tipo di situazione. I ragazzi di TaleWorlds hanno invece deciso di studiare le guerre del passato, quelle in cui un cavallo più resistente o una più alta precisione con l’arco potevano fare la differenza tra vita e morte.

Cappa e spada

Mount & Blade è un brand sviluppato in autonomia da una coppia turca nel lontano 2008, che fin da subito è riuscito a conquistare su PC una folta schiera di fan grazie ad un’ambientazione medioevale incredibilmente convincente ed una libertà d’azione senza pari.

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Quello che distingue questo titolo da altri wargame è infatti la possibilità di essere totalmente artefici del proprio destino, scegliendo se essere paladini in scintillante armatura oppure dei guerrieri mercenari alla stregua di criminali, intenti a fare razzie e punire il prossimo.

Mount & Blade: Warband, espansione uscita nel 2010 su PC, è anche il nome scelto dai produttori per la versione remastered del titolo, giunta su PlayStation 4 con un interessante carico di novità che punta ad attirare sia i già fan che i neofiti del genere, interessati a conflitti realistici con spade, archi, balestre e chi più ne ha più ne metta.

Vediamo però più nel dettaglio cosa questa esperienza sandbox mette a disposizione del giocatore per portarlo indietro di anni ed anni, sui campi di battaglia di una terra scossa da fazioni in continua belligeranza tra loro.

Sir Pinco Pallino

Se siete abituati a dilettarvi con vari generi di RPG saprete che la parte della preparazione che “ruba” più tempo in assoluto è la creazione del vostro alter-ego virtuale. Mount & Blade, ovviamente, non fa eccezione, dato che nel corso dell’introduzione ci verranno dapprima poste una serie di domande sulla nostra estrazione sociale e sulle nostre ambizioni, dopodiché verremo catapultati in un editor che ci permetterà di dar vita ad un eroe quanto più simile (o dissimile) a noi.

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Una volta deciso chi saremo, dovremo decidere dove andremo: senza troppi fronzoli infatti verremo a contatto con uno dei numerosissimi NPC presenti nel gioco, il quale ci affiderà la nostra prima missione, ci doterà di un cavallo e ci permetterà di girovagare per la vastissima mappa di Calradia, terra immaginaria in cui è ambientato il gioco.

Quello che si nota sin dalle prime battute è l’assenza di grandi tutorial o guide che aiutino il giocatore ad ambientarsi all’interno del ventaglio di possibilità offerte dal titolo, cosa che renderà le prime di ore di gioco relativamente confusionarie ma permetteranno di capire cosa fare e cosa non fare.

Nonostante la nostra scelta iniziale infatti partiremo con un equipaggiamento base ed un piccolo manipolo di sfortunati sgherri, fattore che ci renderà facile preda di gruppi di banditi che bazzicheranno il territorio e che punteranno a depredare le nostre spoglie. Entro breve però, scopriremo che sarà possibile potenziarci e diventare dei comandanti di un vero e proprio esercito.

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Alla carica!

Se, come detto, il nostro cavaliere potrà decidere autonomamente cosa fare della sua carriera militare e con quali personaggi stringere alleanze,  per poter avere la meglio sui suoi avversari dovrà necessariamente affidarsi ad un vero e proprio esercito di combattenti.

Le battaglie sono infatti uno dei fiori all’occhiello del titolo: in vaste aree cavalieri a cavallo e non tenteranno di eliminarsi l’un l’altro sfruttando le varie armi a disposizione, come ad esempio asce, spade, giavellotti e le temibili armi a distanza quali archi e balestre.

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Per quello che riguarda i nostri alleati, ci verrà data la possibilità di impartire ordini generici per dirigere la battaglia, mentre noi dovremo sfruttare le nostre abilità (potenziabili man mano che progrediremo nel gioco) tenendo conto di vari fattori che andranno ad influenzare potenza e precisione dei nostri attacchi, e tentare di eliminare quanti più avversari possibile.

Il combattimento a distanza sarà relativamente semplice da assimilare, dato che dovremo semplicemente mirare e lanciare, influenzati però da fattori come l’essere o meno a cavallo, mentre per quanto riguarda gli scontri ravvicinati la scelta dei ragazzi di TaleWorlds è stata di creare un sistema che potesse ricordare un vero duello all’arma bianca. Con la levetta analogica destra del nostro Dualshock infatti decideremo come assestare il colpo, con i dorsali invece meneremo il fendente.

Tutto molto bello e carico di stile sulla carta, peccato però che la levetta destra sia anche quella preposta alla modifica dell’inquadratura, fattore che trasformerà la maggior parte dei combattimenti in un braccio di ferro per tenere la telecamera al suo posto e colpire nella maniera più adeguata.

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Ruggine e sangue

L’elemento che penalizza maggiormente Mount & Blade, per quanto si tratti di un titolo realizzato in maniera intelligente ed in grado di regalare ore ed ore di divertimento, è la mancanza dei device tipici dei computer: mouse e tastiera.

Per quanto l’adattamento al controller di PlayStation 4 sia stato studiato nella maniera più efficace possibile, certe azioni risultano davvero complicate da eseguire, come nel già citato combattimento in cui direzione del colpo e movimento della telecamera saranno un tutt’uno. Parte del problema può essere risolto grazie ad un menu delle opzioni ben progettato che ci permetterà di selezionare dei colpi “automatici” togliendoci l’incombenza di direzionare con la levetta analogica, ma anche così resta una sensazione di approssimazione che toglie qualcosa al titolo.

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Tutt’altro che eccezionale anche il comparto tecnico, rimasto praticamente fermo all’anno di uscita (2008 appunto) sia per quanto riguarda la grafica, con texture solo in parte aggiornate, sia per quello che concerne le animazioni dei personaggi, decisamente legnose ed incapaci di sfruttare appieno la potenza della macchina Sony.

Un rapido accenno al comparto online, che metterà a confronto fino a 32 giocatori in varie modalità di combattimento sfruttando un gameplay identico alla controparte offline per dare vita, in vaste aree di gioco, a scontri stile deathmatch, assalti a castelli e molto altro ancora, con una solidità decisamente apprezzabile.

Trofeisticamente parland: il Re del mondo

Sono davvero tantissimi, ben 57, i trofei presenti nell’elenco di Mount & Blade: Warband, con richieste di ogni tipo legate a tutto ciò che potremo fare all’interno del gioco. Ecco quindi che passeremo da un preciso numero di uccisioni con una data arma fino a coppe più “elaborate”, come ad esempio diventare Re (o Regina) di una fazione e molto altro ancora. Se vi sentite dei veri cavalieri, preparatevi comunque a svariate ore di gioco per arrivare al tanto agognato Platino.

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.