Riptide GP: Renegade – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Vector Unit Developer: Vector Unit
Piattaforma: PS4 (disponibile anche per Android, iOS) Genere: Racing tamarro Giocatori: 1-4 (Online: 2-8) PEGI: 12 Prezzo: 14,99 €

Complice l’enorme ampliamento del gioco mobile, capace di rivolgersi ad un pubblico vastissimo – chi d’altra parte non possiede uno smartphone, al giorno d’oggi? – e ad un aumento esponenziale del costo per la produzione dei cosiddetti blockbuster su console casalinghe, stiamo assistendo ad un curioso fenomeno, che qualcuno, forse non a torto, potrebbe catalogare come “riciclaggio”. Sempre più spesso infatti i giochi mobile arrivano anche su console (qualcuno ha detto Corridor Z?), e viceversa, ma non solo PlayStation Vita e Nintendo 3DS sono i protagonisti di questo “dialogo”, bensì anche la nostra cara PlayStation 4.

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Idrofilia

Tutto questo preambolo per fare ben presente che Riptide GP ai giocatori PlayStation non dice niente o quasi, almeno fino a questo momento, ma si tratta di una serie che su mobile ha saputo conquistare una cerchia di giocatori nemmeno troppo ristretta e decisamente accanita. Con questo “Renegade” i ragazzi di Vector Unit sbarcano anche su console, un po’ la prova di maturità per qualsiasi studio di sviluppo, nonostante il titolo sia comunque disponibile anche per Steam, Apple TV, NVIDIA Shield Android TV e arriverà ben presto anche su Xbox One, iOS e Android.

Qual è il concept da cui prendiamo le mosse? Stiamo parlando di un racing game in cui ci troveremo in sella a moto d’acqua incredibilmente tecnologiche e assai futuristiche, capaci tra le altre cose di cambiare il proprio profilo aerodinamico, ad esempio, nel momento in cui utilizzeremo il turbo. Sì, turbo, perché Riptide GP: Renagade è un titolo arcade che diversi anni fa non avremmo faticato a vedere in una sala giochi, in un grosso e plasticoso cabinato colorato; invece nel 2016 giochi di questo tipo vengono venduti ad una manciata di euro sul PlayStation Store, solo in formato digitale. O tempora, o mores dicevano i latini – Cicerone, nello specifico.

Fatto sta che nella barra che ci consentirà qualche secondo di velocità extra risiede la particolarità maggiore del titolo: la andranno a riempire delle acrobazie effettuabili durante i numerosi salti che potremo eseguire grazie alle rampe di lancio presenti nel gioco. La meccanica è molto simile a quella di Pure, titolo uscito su PlayStation 3, sviluppato da Black Rock Studio e pubblicato da Disney Interactive. Ci sono pagliacciate esibizioni e performance più o meno complesse da eseguire, che vi premieranno logicamente con una quantità minore o maggiore di turbo in base alla loro lunghezza; tutto starà nel capire quando e come fare una determinata combo, osando o meno in base al contesto.

Le acrobazie sono relegate ai due stick analogici, e per fortuna un elenco completo di queste è presente nel menù di gara, richiamabile con il tasto Options. Per il resto la mappatura dei tasti è estremamente classica, con R2 utile ad accelerare, L2 a frenare – cosa che non farete quasi mai – e così via. Il punto è che al di là dei numeri che farete in aria, il gameplay di Riptide GP: Renegade non offre molto altro, finendo per essere accostato ad una mezza miriade di titoli già presenti sul mercato. E rischiando, soprattutto, di annoiare precocemente il giocatore, quasi che la natura mobile del titolo, e una manciata di partite distaccate le une dalle altre, nascondessero questo tipo di problematica.

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Nel caso di sessioni prolungate di gioco infatti, cosa non rara per una postazione di gioco fissa, sentirete l’esigenza di mollare il pad dopo una manciata di partite, a causa di un gameplay che, ripetiamo, non è scadente, ma decisamente manca di personalità e di capacità di generare nel videogiocatore quell’assuefazione che al contrario era tipica dei classici cabinati, già citati in questa recensione.

Non sarà di certo la trama a instillare in voi la voglia di affrontare la gara successiva, ma di questo non facciamo di certo una colpa al titolo, visto che il trend per quanto riguarda i racing game, specie quelli di natura arcade, non può e non deve essere altro che quello di fornire un blando pretesto per giocare. Nello specifico impersoneremo un pilota di hydro jet dedito alle corse illecite e in cerca di vendetta per quanto successo nel suo recente passato, boss dopo boss, gara dopo gara: la trama è portata avanti con figure statiche e dialoghi scritti, e ad onor di cronaca pure localizzati, senza che questi non vadano mai oltre la punzecchiatura o la provocazione tra concorrenti.

ACAB: All Cops Are Babbei

“Corse illecite”, si è detto, il che porta con sé la presenza della polizia in alcune delle gare più avanzate della modalità Carriera; purtroppo le forze dell’ordine si segnalano principalmente per non capire una fava ed avere un’Intelligenza Artificiale ridicola, visto che tenderanno ad ostacolare solo voi, sempre con la stessa manovra e sempre con la stessa cadenza a cronologico, cosa che produrrà una certa frustrazione, più che divertimento. Relegati all’effetto sostanzialmente scenico alcuni ostacoli interattivi presenti nei diversi tracciati, che nascondo al loro interno scorciatoie ed Easter Egg – nel senso letterale del termine.

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Non riesce a stimolare nel videogiocatore un senso di progressione, come ad esempio quello di Mad Max, nemmeno la presenza di un sistema di potenziamento ed esperienza, così come un discreto numero di piloti e veicoli selezionabili. I miglioramenti apportati al vostro alter ego risultano infatti estremamente banali e non vanno oltre l’appredimento di nuove mosse, di un migliore effetto scia o di un potenziamento dell’accelerazione, della velocità massima o della manovrabilità, per dire.

Più che buono invece è il numero di modalità presenti, che dovrebbe garantire la soddisfazione anche ai giocatori più esigenti. Oltre alla già citata modalità Carriera (diversificata al suo interno con vari eventi come Corsa, Eliminazione, Stile Libero, Slalom e Campionato), già di per sé lunga e piuttosto impegnativa, oltre che cosparsa di certi eventi facoltativi, troviamo il multiplayer sia in split screen che online.

Il lato visivo vanta i tanto decantati 60 fps e 1080p, anche se nel complesso non può dirsi all’altezza di una console come PlayStation 4, soprattutto per ciò che concerne gli elementi di contorno; promosso a pieni voti invece il lato sonoro, sia per quanto riguarda gli effetti che per quanto riguarda i brani di accompagnamento, sia nel menù che in pista, sempre adeguati e capaci di incalzare il videogiocatore.

Trofeisticamente parlando: perdersi in un bicchier d’acqua

Riptide GP: Renegade vanta una coppa di platino, anche un po’ a sorpresa. Arrivare all’ambita coppa non sarà però una passeggiata; sarà infatti richiesto completare con una vittoria tutti gli eventi della modalità Carriera, che non sono pochi e neppure troppo facili. Un po’ di dedizione, unita alla ricerca degli Easter Egg e all’esecuzione di alcune azioni in-game però, e vi ritroverete a buon punto.

VERDETTO

Chi sente l'esigenza di un nuovo racing game arcade perché si è già spolpato tutti gli altri, dovrebbe tenere d'occhio Riptide GP: Renegade. La rimanente parte dei videogiocatori però, farebbe meglio a puntare sugli esponenti migliori della categoria, Trackmania Turbo su tutti (o l'intera serie di WipeOut, se vi sta bene tornare un po' indietro nel tempo).

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.

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