Romance of the Three Kingdoms XIII – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Koei Tecmo Developer: Koei Tecmo
Piattaforma: PS4 Genere: Simulazione Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 59,99 €

Romance of the Three Kingdoms è una popolarissima serie di giochi simulativi e strategici sviluppata da Koei, dalla quale sono nati poi spin-off del calibro di Dynasty Warriors (ben più noto in terre occidentali). In occasione del trentesimo anniversario della saga e considerato l’enorme successo riscosso in Giappone, Koei Tecmo ha deciso di rilasciare il gioco anche in occidente. Il nostro mercato però è piuttosto diverso da quello orientale e di solito non riesce a “digerire” giochi ripetitivi o con poca azione: riuscirà Romance of the Three Kingdoms XIII a farci cambiare idea?

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Dal romanzo al videogioco

Come si può intuire dal titolo, l’intera trama è ripresa dalla nota opera “Il romanzo dei Tre Regni”. In questo enorme scritto (tra i quattro più grandi classici della letteratura cinese) composto da ben 120 capitoli, i Regni di Wei, Shu e Wu combattono per governare la Cina dopo la dinastia degli Han: il gioco sviluppato da Koei, riprende esattamente questa storia permettendoci di interpretare ognuna delle tre fazioni. La modalità Hero (consigliata dal gioco stesso, per imparare a padroneggiare le meccaniche di base) ci porterà a ripercorrere le varie fasi storiche del romanzo, permettendoci di seguire la storia attraverso i personaggi più celebri: da Liu Bei a Cao Cao, dal mitico Lu Bu a Dong Zhuo. Inoltre, una volta presa dimestichezza con le dinamiche di gameplay (cosa non del tutto scontata) potremo lanciarci alla scoperta della modalità libera, in cui potremo selezionare diversi scenari, anche utilizzando un personaggio creato da zero, e cambiare la storia a nostro piacimento. Dal punto di vista narrativo, nonostante a volte il gioco sia fin troppo prolisso nei dialoghi (in stile tipicamente giapponese) la storia è sempre bella da seguire, scoprire o riscoprire. Certo, chi si approccia per la prima volta a questo romanzo potrebbe rimanere spiazzato tra decine di nomi di famiglie, dinastie e città, ma con un po’ di pazienza e attenzione ci si può appassionare e legare ad uno tra i tre schieramenti. Sotto questo punto di vista insomma, non possiamo lamentarci; la trama è uno dei punti di forza di questa produzione grazie all’ottima caratterizzazione dei protagonisti e al fedele adattamento di un’opera dal grandissimo spessore qualitativo.

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Guerra e politica

Se la narrazione di Romance of the Three Kingdoms ci ha soddisfatto e appassionato, non possiamo dire lo stesso del gameplay. In realtà, in termini di contenuti il titolo offre davvero tanto: controllo e gestione di città e regni, alleanze e rivalità da sancire, fasi di guerra e dibattiti con altri personaggi per far valere le proprie ragioni. Il problema è da ricercare nella poca immediatezza del gameplay, causata da vari fattori: il primo è sicuramente legato all’enorme mole di menù, troppo confusionari e scomodi da consultare. Anche se le dinamiche più gestionali sono curate nei minimi dettagli, non tutto è stato realizzato con la stessa attenzione: le battaglie ad esempio, non sono mai troppo entusiasmanti e dalle meccaniche poco profonde, ridotte quasi soltanto alla scelta dell’obbiettivo da attaccare, senza troppe variabili esterne. Più interessanti invece i conflitti navali e gli assedi, almeno inizialmente. Infine, ci sono i duelli uno contro uno, gestiti attraverso un minigioco simile ad una morra cinese: l’esito di queste fasi quindi, dipenderà dalla fortuna, più che dalla forza del nostro protagonista (o dell’ufficiale incaricato) facendole risultare spesso frustranti.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=aZ_1tVT8rhs

Lo stesso si può dire della fasi di dibattito, in cui dovremo far valere le nostre argomentazioni attraverso lo stesso sistema basato sulla sorte, più che sulle doti carismatiche dei protagonisti. Con il tempo si può riuscire a padroneggiare meglio la complessa struttura gestionale (a differenza dei controlli), imparando ad apprezzarne i pregi, ma non tutti potrebbero avere abbastanza pazienza, anzi probabilmente solo chi è avvezzo a certe dinamiche di gioco potrà gradire quanto ha da offrire Romance of the Three Kingdom.

Un passaggio traumatico

I titoli gestionali non sono andati mai forte su console: vuoi per il diverso tipo di giocatori, vuoi per le differenze tra le periferiche di gioco. Romance of the Three Kingdoms in questo senso, non fa nulla per cambiare le cose: l’adattamento è infatti stato realizzato in maniera piuttosto approssimativa, con comandi scomodi e interfacce rivedibili. Questo difetto è forse il più grave dell’intera produzione, perché impedisce di controllare perfettamente il gioco, anche dopo il lungo tutorial presente nella modalità Hero. Parliamo di difetti gravi, legati alla gestione della telecamera o alla navigazione nei menù, a causa dei quali è impossibile apprezzare al meglio quest’opera attraverso il pad di PlayStation 4. Così come per l’aspetto tecnico, di cui parleremo nel prossimo paragrafo, anche per la cura alla giocabilità gli sviluppatori hanno svolto un lavoro fin troppo superficiale.

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Tecnicamente rivedibile

Chi conosce Koei, magari avendo già provato uno dei suoi Musou, saprà che lo studio giapponese non ha mai brillato per la realizzazione tecnica dei suoi videogiochi. Romance of the Three Kingdom non fa eccezione, a causa di una grafica decisamente approssimativa per gli standard di PlayStation 4. La mappa, così come i protagonisti, è riprodotta attraverso modelli 3D di bassissima qualità: nonostante potrebbe sembrare la normalità per un gestionale, in cui comunque l’aspetto grafico non dovrebbe avere troppa rilevanza, ci troviamo di fronte ad un prodotto davvero poco curato. Non bene neanche i menù, di cui abbiamo già parlato a causa della loro poca funzionalità ed immediatezza, realizzati anch’essi con uno stile grafico piuttosto anonimo. Nelle fasi di dialogo invece, i personaggi e gli scenari vengono riprodotti con delle rappresentazioni statiche, tutte ben realizzate. Infine, c’è da parlare delle cutscene che di tanto in tanto intervallano dialoghi e fasi di gameplay: anche in questo caso, si può notare una realizzazione tecnica molto al di sotto delle potenzialità di PlayStation 4. Dal punto di vista sonoro, doppiaggio e soundtrack offrono una buona qualità complessiva, sicuramente sopra la media. Da segnalare l’assenza della localizzazione in lingua italiana, che potrebbe creare problemi a chi non mastica troppo bene l’inglese.

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Trofeisticamente parlando… alla conquista della Cina

Romance of the Three Kingdoms offre 43 trofei, Platino compreso. Ottenere la massima ricompensa non è poi così proibitivo, visto che la maggior parte degli obbiettivi è legato all’esecuzione di una determinata azione per la prima volta o al completamento di determinati scenari. Insomma, tutto si riduce ad una questione di pazienza, soprattutto una volta ottenuta la giusta confidenza con il gameplay poco immediato. Per ulteriori informazioni, potete consultare l’elenco trofei del gioco, già disponibile sul nostro forum.

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VERDETTO

Romance of the Three Kingdoms è un titolo piuttosto controverso, almeno su PlayStation 4: nonostante la bontà narrativa e la completezza della fase gestionale, l'adattamento su console non può dirsi pienamente riuscito a causa di un'interfaccia poco "amichevole", comandi difficili da padroneggiare e una realizzazione tecnica molto superficiale. Se siete amanti del genere, non date troppo peso al voto e aspettate un taglio di prezzo per dare una possibilità al titolo Koei, se invece non amate questo tipo di giochi, non sarà Romance of the Three Kingdoms a farvi cambiare idea.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.