Ruiner – Recensione

Sviluppatore: Reikon Games Publisher: Devolver Digital Piattaforma: PS4 Genere: Azione Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 19,99 € Italiano:

“Il linguaggio sta alla mente più di quanto la luce sta all’occhio”.
William Gibson

Se pensiamo ai twin-stick shooter usciti negli ultimi anni un posto d’onore è sicuramente occupato da Hotline Miami, opera sanguinosa e violenta dallo stile spiccatamente retrò creata dai ragazzi di Devolver Digital che, con Ruiner, pubblicano un nuovo interessante progetto firmato Reikon Games.

Kill the Boss

Se siete appassionati di letteratura (o anche solo leggete un libro all’anno, magari, ma comunque c’è sempre la cultura spicciola di Wikipedia da cui attingere NdD) probabilmente conoscerete Il visconte di Bragelonne di Alexandre Dumas, in cui Filippo Marchiali, fratello gemello del sovrano, viene segregato con il volto coperto da una maschera di ferro.

Non tanto dissimile, almeno come incipit, la trama di Ruiner. Nell’anno 2091 il nostro eroe senza nome e con il volto coperto da una maschera cibernetica si risveglierà in un luogo a lui sconosciuto e riceverà da una voce nella sua testa istruzioni ben precise; armato di un tubo di ferro e di tutto quello che riuscirà a trovare dovrà infatti uccidere il Boss.

Dopo aver mietuto senza pietà le nostre prime vittime, soldati di guardia al nostro obiettivo finale, verremo però interrotti da una giovane fanciulla che si presenterà come nostra amica tramortendoci (ottimo modo per certificare il suo status di nostra alleata) e prelevandoci prima di riuscire a commettere il più grande errore della nostra vita.

Verremo così a sapere, dopo esserci ripresi, che la maschera posta sul nostro volto altro non è che uno strumento utilizzato per hackerare il nostro cervello così da farci uccidere il capo di HEAVEN. Tutto molto bello, se non fosse che per costringerci a collaborare i cattivi di turno, tra cui l’hacker che cercava di comandarci a bacchetta, abbiano deciso di rapire il nostro fratellino.

Da buon sociopatico iperattivo quindi il nostro eroe inizierà una crociata contro il male per salvare il sangue del suo sangue, il tutto nell’unico modo che la sua mente bacata e danneggiata gli suggerisca: eliminando tutti i nemici che lo ostacoleranno.

Get ‘em puppy

Fin dalle prime battute di gioco Ruiner ci introduce in uno splendido mondo cyberpunk con visuale isometrica fatto di flash di luce, colori vivaci e soprattutto parecchio sangue, che non guasta mai.

Avvicinandoci al titolo verremo calati come detto nella prima missione, una sorta di ampio tutorial in cui ci verranno spiegate le semplici ma funzionali meccaniche di gioco. La levetta sinistra sarà delegata al movimento, quella destra alla rotazione del personaggio e i tasti dorsali gestiranno i nostri attacchi.

Quello che colpisce fin da subito, più che il gameplay stesso, è proprio la grafica totalmente diversa da quello a cui il team di Devolver ci ha abituato. Dettagli a non finire, giochi di luce ed effetti dinamici renderanno magnificamente sullo schermo della nostra TV alta definizione con una fluidità ammirevole.

Se così non fosse, del resto, giocare a Ruiner diventerebbe un vero inferno perché dietro a una bella facciata si nasconde un twin-stick shooter frenetico e crudele, dove un errore di valutazione può costare la vita al nostro protagonista silente.

A fare da supporto a tutto questo troviamo anche una colonna sonora da urlo, che pomperà adrenalina nelle nostre vene e ci spingerà a dare il massimo mentre tenteremo di eliminare i nostri avversari e salvare nostro fratello.

Mamma, ho preso una S!

La struttura degli schemi di Ruiner è decisamente semplice. Una serie di zone con mostri di potenza crescente che compariranno per farci la pelle fino all’arrivo di una serie di temibili mini-boss dall’elevato potere distruttivo.

Al termine di ogni zona riceveremo anche un giudizio in base alla nostra prestazione che ci dirà quanto saremo stati bravi a eliminare i nostri avversari e ci donerà bonus in Karma, che altro non è che l’esperienza che accumuleremo e che potremo spendere in varie abilità nelle brevi sezioni che collegheranno le zone di combattimento tra loro e che saranno in minima parte esplorabili.

Per farci largo tra i nemici saremo dotati fin da subito del già citato tubo di ferro, arma da corpo a corpo che andremo a migliorare proseguendo nel gioco rimpiazzandolo con strumenti di morte migliori e, dopo pochi minuti di gioco, di una pistola dotata di munizioni infinite perfetta per sfoltire le fila dalla distanza.

Se vorremo invece evitare gli attacchi saremo abilitati fin da subito a eseguire scatti, singolarmente oppure a ripetizione per un certo numero di volte così da evitare pericoli imminenti, trappole piazzate dai nemici e i proiettili e i fendenti che mineranno a ridurre la nostra salute.

Ovviamente il nostro arsenale non sarà limitato solo a queste due armi. Esplorando infatti i vari ambienti potremo recuperare mitra, cannoni congelanti e perfino armi soniche per fare terra bruciata attorno a noi, stando però attenti alle munizioni che una volta terminate ci obbligheranno ad abbandonare la nostra arma e tornare alla pistola.

A mille ce n’è…

Una delle cose più interessanti di Ruiner è la varietà. Così come le armi che potremo imbracciare, diverse anche in base a una speciale colorazione che ne indicherà la potenza d’attacco, anche le abilità del nostro eroe saranno personalizzabili secondo i nostri gusti.

Dopo aver superato il primo livello di Karma avremo accesso a uno scudo che ci permetterà di parare gli attacchi dei nemici spendendo una certa quantità di energia e, man mano che accumuleremo punti esperienza, andremo a sbloccare una serie di potenziamenti utilizzabili con i tasti frontali e i grilletti del nostro DualShock.

L’assegnazione dei punti potrà essere fatta dal menù di pausa e sarà modificabile in corso d’opera in base alle nostre esigenze del momento. L’acquisto di un potenziamento infatti non sarà definitivo ma potremo in qualsiasi istante recuperare i punti spesi e assegnarli a un diverso bonus, così da poter fronteggiare le situazioni più disparate.

Proprio questo aspetto, particolare e decisamente innovativo, rende questo shooter molto tattico, tanto che spesso saremo costretti a morire e rivedere la nostra situazione prima di lanciarci nuovamente in combattimento, soprattutto se giocheremo alle difficoltà più elevate.

Senza troppo rivelarvi dei bonus, sappiate che sarà possibile ottenere potenziamenti sia attivi che passivi per tutti i gusti, tra cui spiccano sicuramente la rigenerazione, le barriere cinetiche e perfino la capacità di soggiogare i nostri nemici e convincerli a giocare per la nostra squadra.

Una città paradisiaca

Fino a qui abbiamo speso parole al miele per Ruiner, le cui sessioni action sono decisamente riuscite e coinvolgeranno tutti gli amanti dei twin-stick shooter. Quello che però impressiona del titolo Reikon Games è quanto ci sia da corollario al sangue e alla violenza.

Tra un capitolo e l’altro ci ritroveremo infatti a vagare per Rengkok, la città in cui troveremo rifugio. L’agglomerato urbano brulica di vita, con una serie di personaggi non giocanti pronti a scambiare due parole oppure affidarci semplici missioni secondarie.

Le richieste saranno perlopiù “trova il dato oggetto”, senza però disdegnare pratiche particolari come la caccia ai gatti da hackerare in giro per la città, dando però la piacevole sensazione di stare facendo qualcosa di diverso rispetto al semplice menare le mani.

La città di per sé non offre però molto altro se non appunto queste richieste, facilmente identificabili dai triangolini rossi che ci indicheranno chi fosse disposto a scambiare due parole con il nostro protagonista che, dal canto suo, potrà rispondere solo con cenni del capo o scrollate di spalle.

La limitazione della maschera, in questo senso, blocca un po’ il suo inserimento in una storia che, fortunatamente, funziona grazie allo stile narrativo rapido e diretto scelto dal team che valorizza appieno lo stile di gioco molto action.

We’ve never been friends

Nel suo complesso Ruiner si rivela quindi essere un’opera appagante sotto ogni punto di vista, con un gameplay esplosivo, un sistema di personalizzazione del personaggio profondo e intelligente e molte trovate furbe.

Le svariate ore che abbiamo passato in compagnia del nostro sociopatico cyberpunk hanno mostrato chiaramente tutto l’impegno profuso dal team per proporre un twin-stick shooter che non ha nulla da invidiare a produzioni maggiori che si trovano sugli scaffali dei negozi.

Nemmeno longevità e rigiocabilità, spesso punti critici di questo di titoli, lasciano spazio a critiche. La possibilità di effettuare una serie di scelte multiple (che modificheranno la storia solo in minima parte) e soprattutto la disponibilità di vari livelli di sfida, l’ultimo dei quali decisamente tosto, rendono ogni partita diversa. Ciò non toglie che a “stroppare” l’elemento ripetitività si presenterà.

Se proprio fossimo costretti a fare le pulci al cane potremmo segnalare la mancanza di un vero e proprio legame tra le missioni secondarie e la missione principale, oppure l’esagerato mutismo del personaggio. Manca completamente, nel 2017, qualsiasi tipo di multiplayer online, e la storia è un po’ troppo accennata, senza che si entri mai veramente nel merito. Ma si tratta veramente di inezie che non riescono a cambiare il giudizio positivo sul titolo.

Trofeisticamente parlando: nailed it!

Vasta ma neanche troppo, la lista trofei di Ruiner offre 28 coppe tra cui un succulento Platino che richiederà però di diventare dei veri maestri del gioco, come vi sveliamo nella nostra completissima guida in anteprima nazionale. Completare tutte le missioni senza mai morire sarà una passeggiata rispetto alla modalità Difficile, vera e propria spina nel fianco che rende questo Platino complicato anche per i cacciatori più esperti.

VERDETTO

Proprio come i moschettieri di Alexandre Dumas, Ruiner è un'opera di qualità sopraffina. Devolver Digital e Reikon Games hanno confezionato uno dei più bei twin-stick shooter degli ultimi tempi, l'hanno infarcito dell'amata ultraviolenza (cit.) e hanno spruzzato il tutto con delle ottime ambientazioni cyberpunk. Sicuramente non verrà osannato come l'ennesimo Assassin's Creed o elogiato come un nuovo capitolo di Uncharted, ma Ruiner merita di essere giocato più di molti altri titoli: se amate il sangue, l'azione e volete un titolo che sappia regalarvi ore e ore di divertimento (e godimento) non fatevi scappare questo piccolo capolavoro.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.