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She Wants Me Dead – Recensione

Publisher: Hello There AB Developer: Hello There AB
Piattaforma: PS4 Genere: Platform 2D con gatto incazzato Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 8,99 €

Ehi tu!

Sei un amante dei gatti al limite del feticismo? I trial&error più spietati sono il tuo pane quotidiano? Perfetto, abbiamo il gioco che fa per te ed io, a distanza di qualche mese dal delirante Catlateral Damage, sono di nuovo qui per raccontarti di quest’ennesima esperienza ai limiti del disturbante, fatta di salti, morte e gatti obesi, che porta il nome di She Wants Me Dead, un diabolico platform 2D sviluppato dai ragazzi di Hello There AB.

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E’ tempo di pagare per le tue malefatte, Max…

Innanzitutto occorre fare una premessa: se avete la coscienza sporca, se vi siete macchiati di qualche colpa imperdonabile nei confronti del vostro animaletto domestico, fareste bene a stare alla larga da questo titolo in quanto potreste assistere alla comparsa di sintomi quali ansia incontrollabile, panico e fobie varie.

In caso contrario, procedete pure…

Ebbene, She Wants Me Dead ci mette nei panni di Max, un incauto essere umano che, dopo aver abusato della sua gatta Lula, coprendola di ridicolo con mille e uno scatti imbarazzanti, averla sbattuta giù dal letto in più di un’occasione ed infine averla abbandonata, si vede costretto ad affrontare le ire del felino che cercherà di vendicarsi disseminando il tragitto casa-lavoro del suo ex padrone con le più letali trappole mai concepite.

Il nucleo narrativo sta tutto qui, alla fine dei conti, ma vi posso garantire che, sebbene le frasi della gattona obesa siano ridotte al minimo, riusciranno comunque a strapparvi più di un sorriso perverso, complici anche i suoi scatti rubati che scopriremo proseguendo con i livelli.

Idea semplice, insomma, ma senz’altro funzionale e ben riuscita!

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Corri Muori, Salta Muori, Ripeti Muori ancora!

Discorso del tutto simile lo possiamo applicare anche al gameplay: scevro di qualsivoglia fronzolo, in She Wants Me Dead si corre, si salta, si rimbalza tenendo premuto il tasto del salto e si muore. Perché sì, amici, in questo gioco si muore, si muore bruciati, si muore esplosi, si muore affettati, si muore, si muore, si muore!

I ragazzi di Hello There non provano nemmeno per un secondo a mascherare l’impostazione da trial&error vecchia scuola della loro creatura, ma, anzi, ce lo sbattono in faccia fin dalle prime battute con un sadismo ai limite del caso clinico.

Analisi psicologiche a parte, per quanto il livello di difficoltà di questo Platform sia tarato decisamente verso l’alto, il gameplay è ottimo, efficace e capace di regalare grandi soddisfazioni, complici un buon level design e una risposta dei comandi encomiabile, ragion per cui, anche di fronte ai numerosi game over e alla conseguente voglia di scaraventare il joypad contro il muro, sarete sempre spronati a riprovare e migliorarvi.

Purtroppo però, le scampagnate di Max sono destinate a terminare davvero troppo presto a causa della ridotta longevità del titolo che si compone di soli 10, miseri, livelli, i quali possono essere portati a termine anche da un assoluto inetto come il sottoscritto nel giro di un paio d’ore o poco più, anche a fronte di oltre 380 morti, come ricorda impietoso il contatore con le lapidi nel menu principale.

Un vero peccato, dunque, perché il gioco convince, gli ingranaggi del gameplay sono ben oleati e funzionano alla grande, così come l’atmosfera generale del titolo, ma tutto finisce in poche battute.

Nero come l’odio, rosso come il sangue

Anche a livello grafico gli sviluppatori sembrano aver optato per la sicurezza garantita dalla semplicità.

Il nostro avatar sarà costretto a muoversi sui tetti di una grigia città industriale in cui le uniche note di colore saranno date dagli schizzi di sangue delle nostre morti (e in questo senso il PEGI è più che giustificato) e dagli stravaganti abiti con cui potremo vestire Max. Al termine di ogni livello, infatti, riceveremo delle monete virtuali con cui acquistare quasi un centinaio di oggetti con cui personalizzare il nostro eroe (a patto di non averle spese tutte precedentemente per ottenere vite extra durante la partita).

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Non sono un amante delle personalizzazioni estetiche, lo sottolineo, anzi, sono quello che generalmente clicca sul primo avatar predefinito e via, bando alle ciance, ma in She Wants Me Dead devo ammettere che ho trovato un demenziale gusto nel far finire il buon Max trucidato in una tagliola in gonnella e tacchi a spillo. Sarà per un senso di solidarietà nei confronti della povera Lula, questo onestamente non lo so, ma quel che è certo è che, come dicevo inizialmente, questo diabolico indie diverte costantemente nel corso di tutta la sua durata.

Ultima nota di merito va al comparto audio che, avvalendosi della collaborazione dei Cazzette, gruppo a me sconosciuto, ma, stando a quanto si legge in giro, abbastanza stimato, riesce ad entrarvi in testa e a restarvici anche a distanza di ore dopo aver spento lo schermo, esattamente come successo al sottoscritto che è dall’inizio di questa recensione che si fischietta le note del brano in questione e che trovate proprio qui sotto (e che siete obbligati ad ascoltare se non volete incombere nella vendetta di Lula anche voi!).

Trofeisticamente parlando: She Wants Me Mad!

I nostri cacciatori di trofei purtroppo non avranno molto di che gioire di fronte a She Wants Me Dead il quale, oltre a presentare un numero di coppe abbastanza esiguo (3 bronzi, 3 argenti e 2 ori), metterà a durissima prova anche i veterani del genere, chiedendo loro di completare l’intero gioco con una sola vita o in meno di 9 minuti. Inutile mettervi in guardia dal rischio di un esaurimento nervoso, lo capirete voi stessi pad alla mano.

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Giacomo Bornino
Sonaro dalla nascita. Muove i primi passi nel mondo videoludico all'età di 5 anni quando gli viene regalata la PS1; scoprendo Crash CTR e Rayman 2: The great escape nasce quella che diventerà la sua più grande passione: i videogiochi. Lo svezzamento passa per l'era PS2 dove il "Trittico" Jak&Daxter/Ratchet&Clank/KingdomHearts, come una freccia di Cupido, rende indissolubile il suo amore per la materia. Al fianco di queste Pietre Miliari è d'obbligo citare anche l'impareggiabile Dragonball Z: Budokai Tenkaichi 3, compagno di mille e uno battaglie con gli amici, nonché responsabile principale della sua miopia. La piena maturità viene raggiunta con il lancio di PS3, la quale gli permetterà di scoprire e apprezzare più o meno tutti i generi esistenti, da Mirror's Edge a Bayonetta, passando per Uncharted, Heavy Rain e molti altri. Tra le altre cose adora Batman e i supereroi (sì, Batman fa categoria a sé) in tutte le salse, la saga di Matrix e i libri di Chuck Palahniuk.