Primo PianoShiness: The Lightning Kingdom - Recensione

Shiness: The Lightning Kingdom – Recensione

Quando sul canale YouTube di Focus Home Interactive ho visto per la prima volta il Music Trailer di Shiness, ammetto di essermene immediatamente innamorato. Il video mostrava delle spettacolari ambientazioni elaborate in cel-shading e delle animazioni eccezionali, per essere il primo titolo sviluppato dai ragazzi di Enigami. Una volta riuscito a mettere le mani su Shiness, lo stupore che mi accompagnava dal primo video è diventato finalmente realtà, purtroppo però, il gioco arriva accompagnato da alcuni difetti che non lo rendono accessibile a tutti, come dei menù un po’ troppo confusionari e combattimenti non all’altezza delle aspettative.

Una principessa in pericolo

A causa di un brusco atterraggio causato da un malfunzionamento della loro aeronave, i nostri due protagonisti Chado e Poky si ritrovano su Mahera, un pianeta a loro sconosciuto. Dopo le dovute presentazioni e un breve tutorial, ci ritroviamo ad affrontare la realtà dei fatti: la principessa Rosalya e il suo protettore Kayenne sono fuggiti dalle grinfie del re di Adorya; Chado accetta di buon grado di proteggere la principessa, ma rimane sempre fedele al suo scopo principale, raggiungere la terra chiamata “Land of Life”, unico posto dove è convinto possa rivedere un’ultima volta la madre, deceduta da tempo. La trama non brilla certo per originalità e a tratti risulta anche un tantino confusionaria, ma scorre senza problemi fino alla fine, accompagnata da intermezzi animati e scene a fumetti realizzate in modo davvero eccellente.

Nonostante il protagonista dell’intera storia sia praticamente solo Chado, come ogni buon gioco di ruolo che si rispetti, avremo dalla nostra parte un intero party da poter gestire durante i combattimenti e, soprattutto, durante gli enigmi sparsi per il mondo di gioco. Oltre ai due piccoli Waki, la razza del nostro protagonista, Chado e il suo fedele amico Poky, ad aggiungersi al ristretto roster, troveremo anche Kayenne, protettore della principessa, la stessa Rosalya ed infine Askel, un abile mercenario assoldato dal re nel tentativo di riportare la bella principessa a casa.

Calci, pugni e sfere magiche

Ognuno dei cinque personaggi avrà le sue specifiche abilità e un’affinità particolare con un determinato elemento magico, qui chiamato Shi; in questo modo saremo quasi costretti a utilizzare il giusto team per affrontare le varie battaglie senza trovarci mai svantaggiati contro un determinato tipo di nemico. Le abilità chiaramente non si fermano ai soli elementi magici quali terra, aria, acqua, fulmine fuoco e natura, ogni personaggio avrà anche la sua personalissima serie di combo, che andranno sviluppate e potenziate tramite appositi rotoli magici che troveremo sia negli scrigni, sia in vendita dai vari mercanti situati nei vari villaggi. Ogni combo andrà “masterata” sfruttandola più volte in combattimento e, una volta ottenuta, diventerà parte integrante del personaggio, senza più la necessità del particolare rotolo. Nonostante l’articolata ma semplice progressione del personaggio e relativo sviluppo, è proprio con i combattimenti che il tutto viene meno.

Ogni volta che andremo a colpire un nemico, si creerà una piccola arena intorno a noi e, proprio come disse la regina Gorgo a Leonida, l’unico modo per venirne fuori è con il nostro scudo, o sopra di esso; non sarà infatti possibile in nessun modo abbandonare lo scontro, fino alla morte di uno dei due contendenti. Questo può già rivelarsi di per sé un problema, dato che affrontando nemici nettamente più forti di noi l’unica via per uscirne è la morte. Un tentativo di fuga, soprattutto nella seconda parte di gioco, sarebbe stato veramente gradito. Una volta creatasi l’arena, lo stile di combattimento si trasforma in uno molto simile al già apprezzato Naruto Ultimate Ninja Storm, con la nostra barra della salute e della stamina, che ci permetterà di eseguire le combo imparate o le tecniche Hyper, le classiche mosse finali.

Oltre alle due barre già citate, troviamo le piccole barre degli elementi, che andranno a consumarsi di volta in volta a ogni utilizzo degli stessi, che potremo poi ricaricare in base al colore dei muri dell’arena, restando pero in balia degli avversari. Nonostante la somiglianza al picchiaduro di CyberConnect2 però, i combattimenti risultano abbastanza legnosi, le combo molto spesso si rivelano inutili, il tasto della parata è inefficace e ci ritroveremo praticamente sempre a subire le angherie dei nemici senza nessun modo di difenderci. Passeremo quindi la maggior parte del tempo a curarci, piuttosto che combattere, trovando inutili difficoltà anche con nemici di livello molto inferiore al nostro.

Altra piccola parentesi va aperta contro la telecamera. Durante i combattimenti infatti verrà sballottata un po’ ovunque, non riuscendo mai a seguire l’azione; a causa di questo, sarà nostra premura premere in continuazione il tasto per centrare la telecamera o altrimenti resterà a inquadrare i personaggi attraverso un fitto cespuglio, il che rende praticamente impossibile combattere in modo adeguato.

Un panorama mozzafiato

Raggiunte le cinque ore di gioco, fortunatamente il peso dei vari combattimenti viene meno e riusciamo  ad apprezzare Shiness in tutto il suo splendore. Ogni scorcio del gioco è una meraviglia per gli occhi, ogni ambiente è realizzato in modo eccelso e la tavoletta dei colori è sempre molto accesa e vivace, proprio come accadeva nei primi tre Uncharted. Un’altra piccola nota a sfavore va ai personaggi secondari, nonostante i principali siano caratterizzati ottimamente e con una cura invidiabile, i nemici e i vari NPC sono scarsamente dettagliati e difficilmente si noteranno i dettagli che li contraddistinguono.

Per quanto riguarda la mappa di gioco invece, questa è suddivisa in macro aree, ognuna di essa più o meno grande. Ogni area è liberamente esplorabile anche se alcune zone vengono limitate grazie alla presenza di alcuni nemici particolarmente forti rispetto al vostro livello; sarà quindi necessario proseguire con l’avventura e potenziare il vostro team, prima di affrontare alcune sfide.

L’avventura prosegue grazie a quest che vi vengono assegnate di volta in volta; durante la prima parte di gioco sarà obbligatorio seguire unicamente la trama principale, con una sola piccola deviazione con una missione di caccia. Arrivati invece nella seconda e più ampia parte di gioco sarà possibile accettare quest secondarie, un maggior numero di missioni di caccia ed esplorare in modo molto più libero le zone presenti.

In conclusione vorremmo citare alcune piccole mancanze. Essendo Shiness un progetto nato su Kickstarter, abbiamo un po’ spulciato i vari “streatch goal” presenti, e abbiamo notato la presenza della lingua italiana come secondo obiettivo prefissato. Purtroppo all’uscita la nostra lingua non è presente e speriamo vivamente in una patch che aggiunga il supporto alla lingua italiana, dato che i dialoghi sono veramente tanti, anche se non di difficile comprensione.

In ultimo segnaliamo che i ragazzi di Enigami, grazie al supporto di alcuni linguisti, sono riusciti a creare per l’occasione una lingua propria, qui chiamata Maherian, ispirata a diverse lingue reali, tra cui giapponese, swahili e francese; la lingua maheriana possiede una propria grammatica e migliaia di parole. Purtroppo tale lingua non è minimamente presente nella versione PlayStation 4, mentre su Steam viene resa disponibile sotto forma di pacchetto gratuito, scaricabile separatamente.

Trofeisticamente parlando: il Reame di Platino

In Shiness: The Lightning Kingdom sarà possibile recuperare 43 trofei Platino compreso, suddivisi in 32 bronzi, 7 argenti e 3 ori. Raggiungere il trofeo azzurro sarà davvero un’impresa, dato che sarà necessario completare il gioco senza morire e per questo si consigliano frequenti salvataggi. Solo otto trofei sono relativi alla trama principale, tutti gli altri si basano sull’eseguire determinate azioni in gioco, come mangiare tutti i consumabili, finire 50 battaglie senza essere colpiti, catturare 50 animali o sviluppare al massimo tutte le combo e le magie per tutti i personaggi.

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Nicola Raiola
All'interno del mondo del Bit fin dal suo stato embrionale di UPSBlogit. Ha iniziato a giocare alla tenera età di quattro anni. Appassionato a ogni genere videoludico segue con passione, oltre ai videogame, anche film, anime e manga. Questo, purtroppo, è causa della sua instabilità mentale.