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South Park: Scontri Di-Retti – Recensione

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Come mai avreste reagito se Tidus, in Final Fantasy X, avesse preso a scoregge e a vaffanculo la chimera o il mostro elementale di turno che lo ha appena colpito? Oppure se, durante una furiosa boss fight, a un certo punto avesse urlato “macchina!” e si fosse scansato a lato, sul marciapiede, per non essere investito, insieme a tutti gli altri personaggi coinvolti nella battaglia? Beh, a rispondere a tutti questi quesiti, o quasi, ci pensa il nuovo gioco di ruolo dedicato a South Park.

Benvenuti a ‘sti procioni

Tempi duri e oscuri in quel di South Park. Nella ridente e nota cittadina plasmata dalle menti di Trey Parker e Matt Stone, il crimine ha lacerato il tessuto sociale e solo alcuni supereroi potranno ristabilire l’ordine. Questi supereroi sono interpretati da alcuni volti noti del cartone animato, in primis Eric Cartman, che nelle vesti del sanguinario Procione tenta di ripristinare la giustizia. Cartman ha una vera e propria crew dalla sua, battezzata come Amici del Procione – l’ego del nostro è piuttosto importante, mettiamola così. Ma il bene, oltre a dovere fronteggiare i propri nemici, deve anche tentare di risanare fratture interne, nello specifico quelle legate agli Amici della Libertà, altro gruppo di supereroi che vede al proprio vertice Timmy Burch, in realtà una figura tipicamente secondaria per la serie.

Sta di fatto che, tra una scemenza e l’altra, i giovani ragazzini delle scuole elementari che hanno saputo conquistarsi milioni e milioni di fan si troveranno per davvero, e non più per gioco, a fronteggiare grossi pericoli , certamente più imponenti di loro – in compenso non demorderanno mai, spinti come sono dalla realizzazione di un vero e proprio media franchise televisivo con film, serie tv e spin-off di ogni sorta… vero, Marvel? Una delle primissime richieste sarà infatti quella di guadagnare quanti più follower possibili sul social Procinstagram, a colpi di selfie. Così tra mafiosi, mutanti, esauriti, prostitute, immigrati, preti, alcolizzati e drogati, Cartman e soci affronteranno un viaggio a base di volgarità e scorrettezze politicamente poco corrette per fermare l’avanzata del terribile Mitch Conner (se non siete fan di South Park e non sapete chi sia, beh, lasciamo a voi il piacere di capirlo giocando).

A questo punto entriamo in gioco noi, che impersoneremo il Novellino, nuovo arrivato che dovrà sorbirsi un’infinita gavetta per conquistare la fiducia dei suoi amici. Passo dopo passo riusciremo a imporre il nostro peso all’interno del gruppo, diventando sempre più potenti e importanti fino a quando saremo ribattezzati Petoman, con tanto di background costruito a tavolino – che onore. Nonostante la creazione del personaggio sia piuttosto essenziale (ma fin da subito non mancheremo di stupirci: più scura sarà la nostra pelle, maggiore sarà la difficoltà in alcune circostanze, perché “se sei nero, tutto nella vita è più difficile”), presto capiremo che South Park: Scontri Di-Retti non è solo battute facili e fuori luogo. Anzi, dietro l’essenzialità della forma si nasconde un contenuto sorprendentemente profondo, anche se l’editor, più che essere basilare, è proprio di poco peso, se vogliamo, visto che nella cretinaggine dilagante potremo cambiare orientamento sessuale, colore della pelle, religione e altro ancora non appena entreremo in contatto con certi personaggi.

Il gameplay del titolo è quello di un classico gioco di ruolo, con una scacchiera in cui muovere i nostri personaggi, capaci di utilizzare abilità con effetti e portata molto diversi tra loro. La staticità è a tratti stemperata con combinazioni di tasti da premere per rendere il nostro attacco più efficace, o quello dell’avversario più debole (poi ci sono pure le microaggressioni, ma questa è un’altra storia…), però questa è la sostanza. Ci sono i classici attacchi di offesa, quelli di potenziamento o ancora incantesimi – molto caserecci – curativi; immancabile la possibilità di utilizzare oggetti, che non sono pozioni ma cibo messicano altamente discutibile – il concetto, però, è lo stesso: il recupero dei punti vita. La decina abbondante di supereroi che utilizzeremo avrà mosse, statistiche e finisher specifiche, per una complessità tutta da gustare; South Park, parliamoci chiaro, non è un gioco complicato a difficoltà normale. Nel caso però optiate per la più alta, le cose si fanno interessanti, e sarete costretti a variare il party e la strategia in base al nemico che avrete di fronte a voi.

Il potentissimo Mysterion, ad esempio, è specializzato nell’arrecare danni e giocare di respinta (infatti alcune mosse scaraventeranno via il nemico: farlo sbattere contro qualcosa – o qualcuno – porterà danni aggiuntivi), ma, unico nel suo genere, resusciterà con mosse differenti nel caso in cui venga sconfitto, capaci di alterare lo status dei nemici; Brico Boy è, invece, un campione delle mosse a distanza, senza disdegnare la facoltà curativa; Aquilon Man è, per concludere, il classico personaggio di supporto in grado di curare e fornire protezione ai propri alleati (una riserva aggiuntiva di punti vita). E potremmo continuare molto a lungo, facendo cenno a Ragazza Squillo (…), esperta di telefonia mobile, che come mossa finale chiamerà a raccolta un’orda di fanboy di Pokémon GO assolutamente rincitrulliti, che calpesteranno ogni nemico di fronte a sé, presi dalla smania di catturare l’ennesimo Rattata. Ci fermiamo qui perché vi rovineremmo il piacere di scoprire uno per uno questi assurdi paladini, ma le risate strappate per le assurde situazioni, ve lo garantiamo, saranno davvero molte.

La presa per i fondelli del serioso genere dei giochi di ruolo continua con la possibilità di equipaggiare il nostro Novellino con strumenti sempre più potenti. Questi strumenti, però, denominati Manufatti, non sono spade, scudi, armature o altra roba per gente pallosa che gioca a Skyrim, Fallout o The Witcher, bensì oggetti dall’alto carico di idiozia, come del resto tutto il gioco. Si tratta di cose normalissime, ottenute in qualche particolare e assurda missione, ribattezzate con nomi inutilmente altisonanti. Più alto sarà il livello del nostro personaggio, più strumenti potremo selezionare. Ma, davvero, anche in questo caso faremmo solo un torto a svelarvi la loro natura. Più interessante, e doverosamente da sviscerare in sede di recensione, è il fatto che questi Manufatti modifichino numerose e importanti statistiche del nostro Novellino, alcune di facile intuizione (i Muscoli stanno per l’efficacia degli attacchi corpo a corpo), altre meno (la delaurentisiana Cazzimma rappresenta la capacità di supporto).

Ultimo ma non meno importante fattore di personalizzazione è la possibilità di modificare parzialmente il proprio DNA, per favorire l’efficacia delle mosse scelte. Sì, perché se gli altri membri del party, per quanto variegati, sono anche statici a livello di classe, il nostro Novellino potrà attingere da un numero sempre crescente di mosse diverse, con il procedere del gioco, per riempire i tre slot adibiti a questa funzione, con quello extra riservato alla spettacolare mossa finale a chiudere il quadro.

Ma hai mollato?

La rassegna prosegue con la possibilità di effettuare delle evocazioni attraverso specifici oggetti, che per quanto realizzabili con un sistema di crafting saranno di un numero specifico massimo all’interno del gioco, una decina per ognuno. Potremo allora chiamare a darci supporto Mosé, che curerà tutto il gruppo, oppure la più pragmatica prostituta Classi, che investirà con la propria macchina, la quale vanta un grosso pene disegnato sulla fiancata, gli avversari. Sono presenti, come accennato, anche gli status alterati come la confusione, che renderà casuali le azioni del malcapitato, ma anche lo shock, lo schifo e la bruciatura, che causeranno danni a ogni turno.

Un ruolo fondamentale è svolto dalle scorregge emesse dal nostro Novellino, utilizzabili una volta ogni tre turni circa e capaci di modificare le coordinate spaziotemporali. Una, ad esempio, permetterà di annullare il turno avversario; l’altra di colpire più volte il nemico; la terza di cambiare il ciclo giorno-notte, necessario per sconfiggere dei nemici particolari; l’ultima, la più potente, evocherà addirittura un nostro clone dal passato. Del culo di Petoman saranno dette meraviglie su meraviglie per tutte le 20-25 ore di gioco necessarie per portare a termine l’avventura, dunque non è il caso di aggiungerne, da parte nostra; segnaliamo solo come questa parte anatomica del nostro sia fondamentale anche per dare un po’ di stacco dalla monotonia di fondo, grazie alla presenza di semplici enigmi da risolvere e minigiochi da completare spesso a base di peti, utilizzati in maniera folle e diversa tra loro.

Per concludere, impossibile non segnalare i quintali, quintali di citazioni interne al cartone animato e non di cui il titolo è infarcito. Si passa dalla linea di bus che risponde al nome di DLC (si dovrà passare da lì per passare ai contenuti aggiuntivi?) fino alla comparsa che, aspettando il mezzo pubblico, si chiede se forse questo non sarebbe dovuto passare a dicembre, una chiara allusione al travagliato sviluppo di South Park: Scontri Di-Retti che, ora lo possiamo dire, è finalmente uscito, in tutto il suo (scorreggione) splendore.

Veniamo ora ai comparti audio e video. Il primo è semplicemente strepitoso, visto che ricalca in tutto e per tutto quello della serie animata. Avete letto bene, South Park: Scontri Di-Retti vanta una localizzazione completa e originale, per un risultato di livello strepitoso. Stesso discorso per la grafica di gioco (ma qui, non nascondiamoci dietro un dito, le cose erano più semplici) che è praticamente analoga a quella del cartone, nella sua semplicità e nel  nervosismo nelle animazioni. Purtroppo, ma anche per fortuna, si segnalano numerose patch correttive, che sistemano imprecisioni ed errori grammaticali nei sottotitoli (ancora presenti, per quanto ridotti) e cortocircuiti tecnici; nulla che possa compromettere l’esperienza di gioco, almeno dopo gli update.

Trofeisticamente parlando: nero è meglio

Il Platino di South Park: Scontri Di-Retti è ottenibile in 25 ore circa con una sola run, a patto che scegliate la massima difficoltà non appena possibile e il vostro personaggio sia nero di carnagione. Concentratevi sul portare a termine il gioco, occupatevi di un rapido clean-up e infine datevi ai collezionabili – che altro non sono che illustrazioni di matrice omosessuale legate a due supereroi del party e water in cui fare i nostri bisogni attraverso combinazioni di tasti. Un Platino comodo e divertente, insomma!

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