Primo PianoSyberia 3 - Recensione

Syberia 3 – Recensione

In quasi 13 anni dall’uscita di Syberia 2 era inevitabile che si sviluppassero teorie, voci e chi più ne ha più ne metta su un possibile seguito, fatto sta che il terzo capitolo, richiesto a gran voce da migliaia di fan, non pareva voler arrivare. Non hanno aiutato le peripezie tra Microids e Sokal, con quest’ultimo che però aveva un progetto ben chiaro, almeno per quanto riguarda il gameplay. Quando fu annunciato ufficialmente l’inizio dei lavori, i fan hanno tirato un piccolo sospiro di sollievo con la consapevolezza che, dopo 4 anni di sviluppo, Syberia 3 sarebbe diventato realtà. E così il 20 aprile 2017, dopo un rinvio di qualche mese, abbiamo potuto mettere le mani sul terzo capitolo della saga. Riuscirà a trasmetterci quell’atmosfera e quelle sensazioni tipiche di Syberia? Scopriamolo insieme!

La storia di Kate continua!

Syberia 3 narra gli eventi che si susseguono subito dopo la fine del secondo capitolo della saga. Kate Walker viene ritrovata sulle rive di un fiume siberiano priva di conoscenza e in pericolo di vita, ma ancora una volta le sue tracce si incroceranno con quelle del popolo degli Youkol che la porteranno in salvo. Ben presto però, sarà Kate a dover dare una mano ai piccoletti siberiani che stanno compiendo, secondo la tradizione, una delle ventennali migrazioni degli struzzi delle nevi che permettono la sopravvivenza e assicurano l’equilibrio spirituale al popolo stesso. A loro discapito gli Youkol avranno non pochi ostacoli da superare: la gente della città di Velsenbor, tappa obbligatoria del viaggio, è diventata avversa al loro passaggio e qualcuno nei ranghi più alti si sta dando da fare per porre fine alle origini nomadi dell’antico popolo. Neanche Kate è al sicuro, i federali sono sulle sue tracce con accuse del tutto infondate riguardo l’appropriazione indebita della fabbrica di automi e la morte dell’ultimo erede: Hans Voralberg. Con queste premesse Kate Walker e gli Youkol si troveranno davanti a un nemico ed un obiettivo comune: quello che basta per assistere ad una trama coinvolgente, con qualche colpo di scena al punto giusto.

La narrazione degli eventi prosegue in modo piuttosto lineare, ragion per cui non è affatto difficile capire come proseguire nell’avventura e, come analizzeremo più tardi, in concomitanza con una serie di altri fattori, renderà la difficoltà di gioco un po’ più semplice rispetto a quello che offrivano i precedenti capitoli. Gli antagonisti, su tutti la Dott.ssa Olga Efimova, sono ben caratterizzati sebbene la loro presenza è molto forte solo nelle prime ore di gioco e verso l’epilogo, lasciando uno spazio vuoto proprio al centro dell’avventura che forse poteva essere sfruttato meglio. In poche parole la trama di Syberia 3 non ci ha delusi affatto, sicuramente non è perfetta e in alcuni casi può risultare banale, ma nel complesso è degna di portare il marchio della saga.

Il nuovo Syberia è il buon vecchio Syberia

I tempi cambiano anche per le avventure grafiche, il Virtools Engine di Syberia 2 non sarebbe stato in grado di reggere l’impatto con gli standard odierni, ragion per cui Syberia 3 è stato sviluppato con il più recente Unity 5. Da lodare è sicuramente l’abilità nell’aver rimodernato l’esperienza di gioco, conservando lo stile tipico della saga, come il posizionamento della telecamera e l’inquadratura dello scenario che permettono di apprezzare le suggestive ambientazioni. Fatta questa premessa, Syberia 3 si è rinnovato con tutte le caratteristiche di un’avventura grafica moderna. Kate può muoversi a 360 gradi ed esplorare qualsiasi angolo dello scenario, la telecamera si adatta al senso di marcia in cui ci muoviamo, funzionando bene in gran parte dei casi ma diventando snervante in alcune situazioni, nelle quali ne avremmo largamente fatto a meno, dove la scelta di adottare la telecamera fissa lascia che il personaggio rimanga molto lontano e rischi di sparire o rimanere incastrato tra gli oggetti dello scenario.

Il sistema di controllo potrebbe creare qualche difficoltà nei primi minuti di gioco ma tutto sommato, con un po’ di pratica, diventa abbastanza semplice da padroneggiare, salvo qualche occasione, come in fase di risoluzione di alcuni enigmi, in cui diventa difficile gestire il feedback non proprio ottimo dato dai movimenti dei due analogici. Note dolenti sono i movimenti di Kate, a volte innaturali e sporcati da leggeri scatti, dovuti forse anche all’ottimizzazione non proprio perfetta e al caricamento dello scenario che rende il tutto un po’ legnoso. Le animazioni del viso sono quelle base, nulla di particolarmente rilevante, e il lip sync è basato solo sul doppiaggio francese. Alquanto macchinosa l’interazione con le scalinate, dove a volte Kate rimane impiantata sul ciglio del primo gradino, costringendo il giocatore a fare qualche passo indietro per poi scendere correttamente le scale.

Per via della scelta di rinnovare completamente il gameplay, anche il modo di interagire con gli oggetti nello scenario è cambiato. Sarà più semplice trovare un oggetto o un punto di interazione vicino a noi, in quanto questo verrà evidenziato automaticamente, rendendo difficile la possibilità di mancare un oggetto chiave per proseguire nella storia. Inutile dire che tutto ciò sicuramente inficia sul livello di sfida offerto. L’inventario ha subito un rinnovamento grafico, ma mantiene le solite due sezioni: oggetti e documenti, e permette di esaminare da vicino ogni oggetto, evidenziando dei punti chiave che in generale dovrebbero fornire alcune informazioni aggiuntive per proseguire nell’avventura.

Parlando della difficoltà, gli sviluppatori hanno voluto inserire due livelli di complessità: la modalità “Viaggio” attiverà degli indizi visivi per guidarvi ancor di più durante l’avventura, che tradotto equivale a giocare in modalità “facile”. La modalità “Avventura”, a detta della descrizione, si avvicina più al livello di sfida dei vecchi Syberia e potremmo etichettarlo come un livello di difficoltà medio/alto. La longevità del titolo si attesta tra le 15 e le 20 ore al massimo se lo giocate in modalità “Avventura” e vi lasciate catturare dall’esplorazione e dai dialoghi con i personaggi primari e secondari che siano.

Nelle prime ore di gioco non aspettatevi enigmi che vi tengano particolarmente impegnati, via via discorrendo invece vi verranno proposte delle situazioni in cui è necessario un livello di attenzione un po’ più alto, per arrivare nelle ore finali dove gli enigmi, seppur guidati da vari indizi, mantengono la brillantezza tipica della saga. In generale però, anche selezionando la difficoltà massima, che consiste nel rinunciare ai suggerimenti, alla messa in evidenza degli oggetti chiave e all’utilizzo dell’inventario manuale, se avete masticato pane e avventure grafiche, non impiegherete molto tempo per capire come fare ad uscire da una situazione o come risolvere un enigma.

Come sappiamo Syberia 3 non ha l’audio localizzato in Italiano, i sottotitoli fanno il loro dovere ma in alcune occasioni, in cui bisogna concentrarsi sia sulla lettura che su quello che succede a schermo, scorrono troppo rapidamente e completare la lettura di una frase diventa difficile. Da segnalare qualche piccolo errore di traduzione.

Il colpo di fulmine è dietro l’angolo!

Kate Walker è stata rivisitata graficamente, il suo volto ci sembra nettamente ringiovanito. Non che fosse priva di fascino nei precedenti capitoli, ma approviamo di gran lunga questa nuova scelta stilistica, poiché rispecchia molto di più la reale età di Kate (29 anni).

Il motore grafico utilizzato ci è sembrato adeguato a ciò che deve rappresentare, gli ambienti risultano ben curati e la mano e lo stile di Benoit Sokal si fanno vedere. Le prime ore di gioco ci mettono davanti ad una vera e propria bellezza: gli ambienti sono curati, i modelli e le texture sono all’altezza, condite da una stabilità di prestazioni niente male, che però viene meno in alcune sezioni. L’ottimizzazione non è un punto di forza di questo gioco: in scenari come quello della città di Valsenbor, il frame rate subisce dei cali vistosi e non mancano errori tecnici e glitch, che tuttavia non intaccano il corretto proseguimento dell’avventura.

Il comparto audio è discreto, ma la qualità delle tracce relative al doppiaggio non eccelle, facendo trasparire qualche rumore di fondo percepibile nei momenti di tranquillità. La colonna sonora composta da Inon Zur, di certo non un nome sconosciuto nel mondo dei videogiochi, è all’altezza delle aspettative e rimane impressa sin da subito, tant’è che potreste volutamente rimanere imprigionati nel menù iniziale solo per la voglia di sentire il tema principale.

Stile Sokal

Senza alcun dubbio, un amante della saga non può perdersi Syberia 3. Questo terzo capitolo mantiene tutte le caratteristiche, le ambientazioni e le suggestioni di un tipico Syberia. La trama, seppur lineare, si rivela all’altezza abbracciando argomenti come il razzismo, l’inquinamento ambientale e ciò che esso può causare. E’ sicuramente un privilegio poter giocare un’avventura di Benoit Sokal su PlayStation 4. Il suo modo di raccontare una storia e di coinvolgere il giocatore, grazie a un’accuratezza degli scenari che diventano molto più che un semplice contorno nel quale si svolgono i fatti, gli argomenti di attualità sempre presenti e i protagonisti, che vanno via via formandosi nel corso dell’avventura, danno quel tocco di unicità tipico del fumettista belga.

Purtroppo i difetti tecnici che accompagnano Syberia 3, uniti al fatto che negli ultimi anni non sono mancate altre avventure grafiche, su tutte quelle di Quantic Dream, attribuiscono meno valore alla produzione di Anuman Interactive e Microids che, nonostante tutto, resta una delle migliori rilasciate dalla casa francese. In poche parole, Syberia 3 aveva la possibilità di essere un titolo innovativo, se solo fosse uscito qualche anno fa.

Trofeisticamente parlando: Avventuriero di Platino

Trofeisticamente parlando Syberia 3 non richiede tantissimi sforzi per arrivare a conquistare il trofeo di Platino. Una buona parte degli obiettivi è legata alla storia ed essi sono assolutamente non mancabili, la parte restante invece, riguarda interazioni particolari con alcuni personaggi o la risoluzione di enigmi al primo tentativo. In seguito a queste premesse il Platino è raggiungibile con una sola run, a patto di seguire una guida per i trofei legati agli enigmi da risolvere in un solo tentativo. Questo approccio però, potrebbe compromettere l’esperienza di gioco e la longevità dello stesso. Il sistema di salvataggio automatico obbligatorio di certo non vi sarà di aiuto. In conclusione, se volete platinare il gioco senza rovinarvi l’avventura, potete pensare di completare il gioco due volte per i trofei più difficili. Per ulteriori informazioni potete consultare il nostro elenco trofei, già presente sul forum.

Articoli correlati

Salvatore Terlizzi
Scopre i videogiochi con Monkey Island e Indiana Jones, per poi rimanere legato a vita al genere delle avventure grafiche. Grazie a PlayStationBit scopre, quasi per caso, la serie Yakuza e finisce per innamorarsene. Ha ancora l'immenso piacere di farsi sorprendere da un settore in continua evoluzione. Ehi guarda laggiù! Sisi, c'è una scimmia a tre teste...