The Surge – Recensione

Sviluppatore: Deck13 Interactive Publisher: Focus Home Interactive Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 59,99 € Italiano:

“La tecnologia non è la conoscenza profonda della natura, ma la relazione fra la natura e l’uomo”.

Forse non tutti conosceranno la software house Deck13, eppure sono gli stessi creatori di Lords of the Fallen. Sì, Lords of the Fallen, titolo che avevamo promosso, ma che in realtà non venne accolto benissimo dalla critica e dai gamer, per avere in parte deluso le enormi aspettative che si erano venute a creare.

The Surge si propone però come più appartenente alle atmosfere sci-fi, cambiando quindi completamente direzione rispetto a Lords of the Fallen. Finita dunque la saga targata Miyazaki (se siete amanti del genere, vi invitiamo a leggere la recensione “conclusiva” del DLC The Ringed City di Dark Souls 3, del nostro Stefano), Deck13 ci prova con forse minore timore della concorrenza. Dimenticatevi quindi mostri e demoni, e munitevi di chiave inglese e saldatore per proiettarvi dritti dritti verso il fulcro del gioco.

Oh, un esoscheletro!

Il protagonista, Warren, è afflitto da paraplegia; avviato il gioco, vi ritroverete su una sedia a rotelle spediti verso le CREO Industries, azienda che permette di tornare a camminare grazie all’exo-tuta, e che in generale si rivolge al miglioramento della vita dell’uomo. Qualcosa va storto però durante l’intervento, il sistema va in tilt causando un coma prolungato al nostro Warren. Non appena sveglio, il mondo che conosciamo tutti è cambiato, trasformandosi in un futuro distopico in cui l’umanità ha esaurito le risorse terrestri; questo ha portato a gravi problemi ambientali, trasformando i civili in veri e propri exo-zombi desiderosi di farci la pelle. Impazziti e particolarmente cattivi, ve ne troverete uno davanti durante la permanenza nella fabbrica. Si tratta di un umanoide. Forse uno dei più “innocui” di tutto il gioco, tanto che sarà perfetto per il tutorial che il gioco vi propone.

La trama, come tutti i souls-like che conosciamo, viene raccontata in maniera laterale, e The Surge non fa eccezione. Niente di paragonabile a una lore che potrebbe avere un Dark Souls, ma l’intenzione all’interno del gioco non vuole certo essere quella di riscrivere un contesto narrativo elaborato, quanto quello di creare una storia semplice, diretta e allo stesso tempo audace. Qui, le tecniche utilizzate ai fini della narrazione sono video pubblicitari dell’azienda, note vocali oppure dialoghi, senza però che le peripezie intacchino più di tanto il gameplay. Complessivamente, in ogni caso, questa non ha grande mordente e perde addirittura di interesse con il procedere del gioco, lasciando sempre più spazio, piaccia o non piaccia, al gameplay.

Mayday mayday, serve un upgrade

Muniti di exo-tuta e un’arma provvisoria, Warren si ritroverà in un posto che sembra tutto tranne che tranquillo. I nemici, anche i più comuni, sono temibili, e la morte è dietro l’angolo, anzi, parecchie morti, proprio come nei classici Dark Souls.

Vi sono quattro categorie di nemici: Lynx, Rhino, Scarab e Liquidator. Nella prima categoria troviamo gli zombie Lynx, i nemici più deboli del gioco: sono lenti, muti e facili da sconfiggere. Nella seconda categoria troviamo invece gli zombie Rhino, fastidiosi e abbastanza potenti, sono suddivisi in due tipi: Rhino Zombie Titan e Rhino Zombie Butterfly, quest’ultimo è una spina nel fianco essendo il nemico più veloce del gioco. La penultima categoria, invece, è formata dagli zombie Scarab, anche qui suddivisi in Titan e Butterfly, che causeranno danno maggiore e avranno anche riflessi maggiori. Infine troviamo gli zombie Liquidator, simili agli zombie Lynx, ma con un raggio visivo maggiore e con un’arma decisamente più potente e precisa. Li troverete maggiormente nelle zone dove sono presenti gas tossici. Mancano all’appello gli zombie a sé stanti che avranno tre tipi di armi: lanciafiamme, spara gas tossici (gergo tecnico NdD) e spara granate. Dunque durante il proseguimento, è obbligatoriamente necessario un buon equipaggiamento e un buon numero di PV (punti vita).

L’aumento di livello, fondamentale in qualsiasi gioco di ruolo, influenzerà poco la barra della vita e della stamina. L’exo-tuta che indossa il protagonista è fornita di moduli. Questi moduli sono gli upgrade dell’esoscheletro, che rappresentano un’innovazione significativa ai fini del gameplay. Si possono aggiungere otto moduli, in base a quanto peso tecnologico possiamo trasportare, e possiamo trovarli o in giro per la mappa, attraverso loot ben nascosti, oppure quando uccideremo un nemico. Il peso non influenzerà il movimento del giocatore, come succede in Dark Souls, ma vi costringerà “solamente” a togliere un pezzo del vostro equipaggiamento, abbassando così la vostra difesa, obbligandovi magari a creare un pezzo d’armatura di basso valore.

Ed ecco che entra in gioco la safe-zone. Diversamente dai vari souls-like, le safe-zone sono formate da stanze accoglienti, con tanto di musica in background e una voce metallica che vi darà il benvenuto appena entrati; una volta dentro potrete riprendere fiato e dedicarvi al vostro personaggio e al suo miglioramento. In fondo, di fronte a voi, troverete il Medbay, che vi servirà per aumentare il livello o per cambiare i moduli dell’esoscheletro secondo le vostre necessità; subito sulla sinistra troverete invece il centro di assemblaggio che vi permetterà di potenziare il vostro equipaggiamento, armi comprese, o costruirle da zero.

Per potenziare o creare un pezzo d’armatura avremo bisogno degli scarti tecnologici, ossia la valuta di gioco, che potranno essere conservati sul sistema Medbay, il quale ci permetterà di aumentare la disponibilità energetica della tuta, e arricchirla di moduli. All’energia nucleare della stessa non sono legate solo caratteristiche del personaggio, ma anche la quantità di innesti, ossia poteri speciali, che può portarsi dietro.

Più energia avremo sulla tuta, più possibilità avremo per accedere a determinate zone, così da poter sovraccaricare il sistema e avere libero accesso; in questo caso il livello richiesto non sarà banale, costringendovi magari, se attratti dalla curiosità, ad arrivare a livelli molto alti.

Avere un buon livello e un buon equipaggiamento sarà importante quando saremo di fronte ai boss. Pericolosi e rognosi, ma che sicuramente non hanno nulla, o poco, a che vedere con quelli dei Dark Souls. Strutturati anche in maniera diversa, vi faranno scervellare per capire in quale zona o punto della mappa si trovino. Una volta trovati, però, sarà uno scontro alla pari, perché basterà avere un buon equipaggiamento, appunto, e buoni riflessi.

Premi Options, qui puoi

Durante il corso dell’avventura, sarete accompagnati da un drone. Esso non sarà né potenziabile, né personalizzabile, potrete però cambiarlo con un altro drone che vi fornirà il gioco durante l’avanzamento della storia. Quest’ultimo vi darà una grossa mano per aprire determinate porte. Se avrete però un po’ di energia, potrete scagliare il drone addosso a un nemico, ricevendo così aiuto durante il combattimento.

Combat system, del resto, come possiamo non parlarne? Una delle cose migliori del gioco. Una volta che vi troverete un nemico davanti, tanto per cominciare, potrete agganciarlo. Durante il combattimento il movimento del personaggio è fluido e risponde bene ai comandi. Potrete addirittura saltare da una ringhiera o salire sopra a un nemico, così da evitare che vi colpisca.

Potrete “agganciare” un nemico, per poi scegliere dove colpirlo. Una volta in vostra balia, infatti, potrete scegliere quale arto colpire del vostro antagonista. Ogni arto avrà un colore tra il blu o il giallo; in questo caso il punto debole sarà di colore blu, dunque selezionate l’arto con lo stick analogico destro e colpitelo ripetutamente. Se avrete ottimi riflessi, infine, potrete anche schivare a destra e sinistra, evitando così il colpo nemico. Chiaramente è possibile parare, oltre che schivare, generando diversi attacchi di opportunità al seguito dell’azione, e ognuna di queste possibilità acquista ulteriore effetto quando combinata con una tipologia di arma adatta al tipo di approccio, che varia da nemico a nemico.

In particolare, con gli umanoidi, concentrarsi su un arto vorrà dire potere recidere lo stesso. Questo potrebbe comportare il rilascio dello schema per la fabbricazione dell’arto stesso e i pezzi per costruirlo, da qui la necessità di darsi al grinding più sfegatato per modificare il nostro equipaggiamento in base alle esigenze e allo stile di gioco – questo comporta però una certa ripetitività di fondo, che è anche il problema principale del gioco.

Buona, infine, la caratterizzazione delle armi, che oltre ad avere mosse specifiche, richiedono anche un approccio diverso in base a velocità di utilizzo e danni inflitti. Una combo consumerà stamina, ma ricaricherà allo stesso tempo l’energia della tuta che, raggiunto un certo valore, ci permetterà di eseguire una mossa devastante.

Tra una mossa ben riuscita e un loot di gran valore, è fondamentale godersi un po’ di panorama visivo. Siamo nel futuro, dunque qualsiasi materiale usato ai giorni nostri è sostituito da metallo e materiali sintetici, dando così un aspetto di immersione originale e bello da vedere, anche se assai ripetitivo alla lunga. Il gioco vanta texture in alta definizione e una grande quantità di dettagli, una gestione dell’illuminazione dinamica ed efficace, frutto di un ottimo lavoro di ottimizzazione che anche su console mostra un frame rate solidissimo, 30 fissi, mentre su PlayStation 4 Pro il frame rate è 60. Convincente il doppiaggio inglese (con sottotitoli in italiano), meno la colonna sonora.

Trofeisticamente parlando: oh, guarda, un loot!

Tra scarti tecnologici persi e scorciatoie mai trovate, il Platino è l’unica via di uscita. The Surge presenta ben 47 trofei tra cui: 32 bronzo, 13 argento e 1 oro. Nonostante sia un gioco di ruolo, riuscirete a platinarlo in (relativamente) pochissimo tempo. Oltre i consueti collezionabili, trovate anche diversi trofei riguardanti armature ed eventi. Vi lasciamo comunque alla nostra guida ai trofei, che consigliamo caldamente di consultare.

VERDETTO

Deck13 ha superato l'esame. Il titolo si mostra solido, ben ottimizzato e realizzato, con illuminazioni e atmosfera dallo stile Sci-fi. Il confronto con Dark Souls è inevitabile, ma gli sviluppatori sono stati in grado di dare alla propria opera una fisionomia specifica. Peccato per un'eccessiva ripetitività di fondo, sia in termini di gioco che di ambientazione, che potrebbe ridurre molti alla frustrazione.

Guida ai Voti

Michele Faraone
Videogiocatore sin da piccolo. Più precisamente da quando sotto l'albero di Natale ricevette il Super Nintendo con Mortal Kombat II e Super Mario World. Appassionato di film e scettico su diversi fronti. Amante della natura e della "lore" che la circonda.

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