This War of Mine: The Little Ones – Recensione

Sviluppatore: N/A Publisher: N/A Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: Prezzo: N/A Italiano:

Publisher: Deep Silver Developer: 11 Bit Studios
Piattaforma: PS4 Genere: Gestionale Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 29,99 €

“Nella guerra moderna… morirai come un cane e senza nessuna buona ragione”.
Ernest Hemingway

Quando si pensa ad un gioco di guerra la mente va a titoli come Call of Duty o Battlefield, che ci vanno vivere l’esperienza dei soldati al fronte sempre intenti a cercare armi più grandi e mortali possibili per decimare l’esercito nemico e sconfiggere il leader/dittatore/terrorista pronto a distruggere il mondo civilizzato o ridurlo in schiavitù. This War of Mine: The Little Ones si basa su un concetto rivoluzionario, ossia vedere la guerra con gli occhi di persone comuni. Vediamo quindi se questo esperimento ha avuto successo oppure no.

Il mostro in uniforme

I videogiocatori più attenti sapranno per certo che il titolo di 11 Bit Studios è sbarcato circa un anno fa su PC, riscuotendo così tanto successo da arrivare ora anche su PlayStation 4, ma per tutti coloro che non hanno idea di genere di gioco stiamo parlando faremo finta che si tratti di una novità assoluta.
La guerra è scoppiata da qualche tempo in una tranquilla cittadina ormai martoriata da continui bombardamenti, ma un manipolo di individui continua a resistere, diviso tra il terrore dei cecchini appostati nelle strutture fatiscenti e la consapevolezza che per sopravvivere dovranno cercare di sfruttare tutte le risorse che riusciranno a recuperare. Questo è il catastrofico panorama di This War of Mine, in cui vi verrà chiesto di interpretare un gruppo di rifugiati il cui unico obiettivo sarà tirare avanti, giorno dopo giorno, recuperando tutti i beni di prima necessità che riusciranno a trovare (o rubare) e costruendo da soli tutti gli strumenti necessari ad una vita non certo degna di essere vissuta, ma almeno accettabile. Il giocatore viene fin da subito messo davanti agli orrori della guerra e gli vengono affidati tre individui, ognuno con una sua personalità ed alcune abilità peculiari, che dovranno essere accuditi così da farli sopravvivere fino al termine delle ostilità.
Vi ritroverete fin da subito all’interno di una casa le cui uniche comodità sono una sedia ed un letto, ma con tante aree ancora inesplorate ricche di materiali. L’abitazione sarà il primo posto da saccheggiare, per riuscire a racimolare alcuni pezzi di legno, qualche parte elettronica e magari dei residui di cibo, ma molto presto vi renderete conto che qualche tozzo di pane non sarà sufficiente per tutti. Ecco quindi che al giorno farà seguito la notte, e con le tenebre giungerà il momento di spostarsi per la città in cerca di oggetti utili e (si spera) evitando i pericoli.

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Sole a scacchi

Come si è potuto intuire dalla breve introduzione, This War of Mine è strutturato in due sezioni distinte, il giorno e la notte. Il periodo che va dall’alba al tramonto è il momento di clausura, durante il quale la guerra infurierà ed i nostri rifugiati saranno costretti in casa, potendosi però dedicare a molteplici attività. Il cibo e le medicine saranno la vostra prima preoccupazione, dato che senza nutrimento né cure la vita dei singoli sarà molto breve. Ci saranno volte in cui dovrete però scegliere chi nutrire o chi curare, a discapito magari di chi si sta “meno peggio”, compiendo delle scelte etiche che peraltro caratterizzeranno l’intero titolo. Oltre ad essere in perfetta salute però i nostri protagonisti potranno costruire dei semplici strumenti atti a migliorare la loro aspettativa di vita, partendo da strumenti relativamente semplici come una stufa a legna o un fornello per cucinare del cibo più nutriente per arrivare fino a strumenti come il distillatore di alcool, utile per risollevare il morale o da barattare con i mercanti che di tanto in tanto busseranno alla nostra porta. Sebbene infatti durante il giorno saremo confinati nella nostra abitazione a tre piani, capiterà di avere delle visite inaspettate, alcune volte mercanti in vena di commercio, altre invece persone bisognose di aiuto o di risorse, alle quali starà a noi dare una risposta a discapito o a favore del morale dei singoli, dato che scegliere di non condividere il proprio cibo con dei bambini affamati potrebbe deprimere il gruppo ed avere pensati ripercussioni sulla loro voglia di lavorare e sul loro umore generale.
Una volta giunti al tramonto però il giorno lascerà spazio alla notte ed il cambiamento sarà radicale, dato che da passivi diventeremo attivi e potremo cercare ogni ben di Dio all’interno delle rovine della città, sperando che la nostra escursione non sia l’ultima.

Cuore di Tenebra

Una volta giunti alla fine di una dura giornata dovremo scegliere cosa i nostri personaggi faranno, scegliendo tra una bella dormita, una ronda casalinga per evitare intrusioni ed infine rovistare, ossia compiere un’escursione in una zona limitrofa alla nostra abitazione in cerca del necessario per avere un pasto caldo a tavola o per costruire quella stufa che tanto sarebbe utile con il sopraggiungere dell’inverno.
I luoghi che potremo scegliere, inizialmente solo tre o quattro, diventeranno più numerosi con l’avanzare dei giorni e soprattutto l’aumento delle esigenze, e riporteranno una piccola descrizione che ci darà l’idea di cosa aspettarci ed un elenco utile per sapere quali beni troveremo (materiali, cibo, medicine o addirittura armi). Le zone che andremo a visitare potranno essere deserte, abitate oppure pattugliate da banditi o soldati armati e, come è facile intuire, più alto sarà il rischio maggiore sarà la ricompensa. I primi giorni sarà sufficiente andare a colpo sicuro in case diroccate per recuperare il minimo indispensabile, ma quando le risorse “a portata di mano” saranno terminate ci troveremo obbligati ad alzare la posta, e potremo farlo in due modi, ossia rischiando o rubando.

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La componente etica di This War of Mine raggiunge infatti l’apice quando dovremo decidere se rischiare di morire con una pallottola nel cranio oppure sottrarre il cibo con la forza o con l’inganno alla coppia di indifesi anziani destinati a una fine quasi certa, per salvare la nostra pelle e vedere un giorno in più il sorgere del sole. Ovviamente ci saranno personaggi più forti di spirito ed altri più deboli, che potrebbero quindi venire schiacciati dal senso di colpa e resi impotenti e quindi facili prede dei banditi notturni che ci faranno visita o di qualche nemico nascosto tra le rovine. Come noi infatti, anche altri individui si dedicheranno allo sciacallaggio, e non sarà raro che di ritorno da un giro di raccolta troverete i vostri compagni feriti (o peggio) da un’irruzione improvvisa o da un raid, eventi che saranno sempre più frequenti via via che la guerra si dilungherà.

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La guerra delle emozioni

Abbiamo visto quindi come This War of Mine sia un titolo ricco di contenuti, con un ritmo incredibile e delle sessioni gestionali che faranno la gioia di tutti gli appassionati del genere. Il vero punto di forza del gioco però è l’immersione e la simbiosi totale che riesce a regalare al giocatore, che sentirà un legame forte con ognuno dei personaggi che comanderà ed avrà un senso di angoscia e di tormento quando vedrà che tutti gli sforzi di racimolare provviste e materiali andrà in fumo magari con un semplice attacco inaspettato durante la notte. Il senso di frustrazione e disperazione sarà ampliato dalle già citate scelte morali, che potrebbero essere davvero destabilizzanti e compromettere tutto quanto fatto di buono oppure condannare definitivamente il gruppo ad una fine triste. La scelta tra resistere con le nostre forze oppure diventare a nostra volta dei banditi sarà quella che più colpirà a livello emotivo, dato che i singoli non mancheranno di farci pesare le nostre scelte, qualora fossero sbagliate, con frasi a schermo e con un malessere generale che sarà percepibile anche attraverso lo schermo dei nostri televisori. Insomma, This War of Mine non è certo un gioco per deboli di cuore e soprattutto di mente, visto che molte delle situazioni vissute potrebbero quasi essere definite destabilizzanti.

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In tutto questo non ci siamo dimenticati di fare un breve excursus su grafica e sonoro, anch’essi impeccabili. Il gioco si svolgerà tutto in due dimensioni e soprattutto tutto con tinte scure e tendenti al grigio che ben si adattano allo stile generale dell’avventura, con le sole icone di azione a spiccare grazie alla loro tonalità arancio. Anche le musiche, tristi e malinconiche, contribuiscono a calare il giocatore nell’atmosfera cupa e deprimente, con melodie lievi e mai troppo invadenti che hanno il pregio di esserci senza farsi sentire, dato che molto spesso saremo così concentrati da doverci fermare e tendere l’orecchio per percepire i suoni di gioco.
Ultimo breve accenno per la modalità aggiuntiva presente nella versione PlayStation 4 del gioco, ossia “Crea la mia storia”, che ci permetterà di scegliere sia i protagonisti della (dis)avventura, sia le condizioni climatiche, di guerra e soprattutto i giorni necessari perchè il conflitto abbia termine ed i nostri rifugiati siano salvi, che aumenta notevolmente la longevità e permette ad ognuno di scegliere il livello di difficoltà a cui affrontare la storia.

Trofeisticamente parlando: shhh! E’ un segreto!

I 29 trofei disponibili nel gioco saranno tutti segreti, un problema aggirabile grazie al nostro onnipresente elenco. Per arrivare al Platino di This War of Mine però mettete in conto numerose ore di gioco e svariati playthrough, poiché sebbene tutte le coppe possano essere ottenute anche in un solo colpo, le probabilità saranno relativamente basse, e sarà in ogni caso più semplice replicare la storia e focalizzarsi su un dato obiettivo. Preparatevi inoltre ad una dura sfida per riuscire ad ottenere i trofei legati ai bambini, una vera e propria spina nel fianco per giungere al 100%.

VERDETTO

This War of Mine: The Little Ones è un titolo unico nel suo genere, che riesce a mostrare la guerra sotto una luce totalmente nuova. Nessun super-soldato o esercito, solo un gruppo di superstiti che faranno di tutto per salvarsi dai conflitti e dalla crudeltà dei loro simili. Se state cercando un gioco in grado di coinvolgervi e di regalarvi delle emozioni, allora non fatevi sfuggire questo capolavoro di 11 Bit Studios che, nonostante il passaggio da PC a console, non perde nulla del suo fascino e anzi, ne esce vincitore.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.