Toren – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Versus Evil Developer: Swordtales
Piattaforma: PS4 Genere: Adventure Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 9,99 €

GamesCom di Colonia 2014. Un’avventura epica, inutile girarci tanto intorno. Direttamente da Novara fino all’incatevole città tedesca, il sottoscritto, in macchina, e in compagnia dell’ottimo Gennaro Favatà, si recò fino alla kermesse videoludica più importante d’Europa. Tra i diversi appuntamenti con sviluppatori e publisher, c’era anche quello con un ragazzo di Swordtales, studio di sviluppo brasiliano, al lavoro su Toren. A quasi un anno da quel giorno, posso finalmente avere un’opinione in merito, perché Toren è finalmente disponibile per PlayStation 4. Un italiano e un brasiliano che parlano in inglese, in Germania: sembra quasi una barzelletta. E, per certi versi, l’esito della produzione Swordtales è stato più o meno quello.

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Sogno o son desto?

Le fonti d’ispirazione che facevano da premessa allo sviluppo di Toren, erano un qualcosa di eccezionale. Miyazaki e lo studio Ghibli, ad esempio. Ma anche la pellicola “Il Labirinto del Fauno”, regia di Guillermo del Toro. E il tanto osannato ICO, tanto per avere un riferimento con il nostro medium di riferimento, ossia i videogiochi. E. in effetti, l’atmosfera decisamente surreale e, allo stesso tempo, tipica di una “fiaba adulta”, è l’unico, concreto, autentico punto di forza dell’intera produzione. L’unico fattore che tiene su la baracca, tanto per parlare chiaro.
Toren è infatti la storia di Moonchild, un essere – definirla ragazza sarebbe improprio, visto che vestiremo i suoi panni in diverse fasi della sua esistenza – imprigionato nella Torre dominata da un terribile Drago. Suoi alleati, l’Albero della Vita, che crescerà parallelamente a Moonchild stessa aiutandola a scalare l’edificio, e il Cavaliere, leggendaria figura della cui esistenza non v’è certezza. Last but not least, c’è la mistica presenza dello Stregone, che comunicherà con Moonchild attraverso sogni e visioni riferiti ad una civiltà perduta. Un impianto narrativo di tutto rispetto, ne converrete, specie per la propria potenza evocativa. Anche perché, procedendo sempre di più, certe riflessioni sull’esistenza, di Moonchild come del genere umano, vi daranno da pensare.

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Ma, come anticipato, tutto il resto in Toren si rivela essere un mezzo disastro. Non che abbia tutto questo tempo per farlo, sia chiaro, visto che il titolo vi porterà via tre ore al massimo, ma su questo possiamo anche chiudere un occhio, visto che la longevità non è affare dei titoli pubblicati nel 2015, almeno della maggioranza di essi. Anche se magari qualche collezionabile sarebbe stata cosa gradita, meglio se utile ad approfondire ulteriormente l’ambientazione del titolo, un po’ come è accaduto con Never Alone.
I problemi sono ben altri. Il primo che salterà all’occhio sarà ovviamente l’aspetto tecnico. Cali di frame rate altamente ingiustificati e un impatto visivo degno di due generazioni di console fa, per un risultato paragonabile più o meno alle acciughe gettate dentro uno yogurt Muller mango e papaya, riusciranno ad incrinare spesso il lato artistico del titolo. Texture scialbe, modelli poligonali poco rifiniti e fenomeni di pop-up e compenetrazione poligonale saranno all’ordine del giorno. Personalmente sono capace di scusare anche questo, visto che il titolo per uscire ha dovuto ottenere finanziamenti dal Ministero della Cultura brasiliano – visti i nobilissimi intenti e riferimenti -, ma capite da soli che in sede di recensione i problemi elencati cominciano ad essere un po’ troppi. E la situazione non migliora molto parlando del gameplay, che svisceremo nella pagina seguente.

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L’erede di ICO? Beh, un ritocco là, uno qua, e magari… Magari no.

E’ difficile catalogare Toren in un preciso genere di riferimento. Un po’ perché, diciamocelo, dura talmente poco che è difficile pure capire, a che razza di categoria di giochi appartenga. E un po’ perché stiamo parlando di un adventure game che alterna la risoluzione di enigmi a sequenze platform, action e stealth.

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Una uscita peggio dell’altra, a dirla tutta. Sono veramente dispiaciuto di dovere criticare in questa maniera Toren, ma non sarebbe possibile fare altrimenti: gli enigmi risultano essere per niente ispirati, le fasi platform approssimative, quelle action e quelle stealth di una banalità sconvolgente. Come per il già citato Never Alone, è comprensibile che il videogioco sia una specie di pretesto per raccontare una storia, ma non è ammissibile dimenticarsi di cosa si sta sviluppando, e stroncare in questa maniera la componente ludica dell’opera.
E poi… E poi non è che ci sia molto altro da aggiungere, perché ci sto mettendo più a scrivere questa recensione che a completare il gioco. Niente co-op offline, figuriamoci online, niente extra, nessuna modalità secondaria. La possibilità di trovare delle parti di equipaggiamento che faciliteranno la vita a Moonchild, dei “sogni” da rivivere con onirici cambi di scenario, tra oceani, deserti e abissi, e una colonna sonora tutto sommato coinvolgente ed apprezzabile, non riescono a risollevare interamente la situazione di un titolo che avrebbe potuto essere un piccolo gioiello, ma che per un motivo o per l’altro proprio non è riuscito a farlo.

VERDETTO

Toren riesce a strappare una sufficienza grazie ad un lato artistico molto potente e ad un'atmosfera riuscita, senza scordarci una colonna sonora evocativa. Io per primo ammetto di essere stato felice di iniziare e finire - complice anche la durata di un film - Toren, ma un gameplay inconsistente, decine di bug e un comparto visivo scadente, per non dire spaccato, non gli permettono di andare oltre il voto assegnato.

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.