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Touhou Genso Rondo: Bullet Ballet – Recensione

Publisher: NIS America Developer: Mediascape/CUBETYPE
Piattaforma: PS4 Genere: Bullet Hell Giocatori: 1 (Online: 1-2) PEGI: 12 Prezzo: 29,99 €

“Le guerre si combattono una battaglia per volta… le battaglie si vincono una pallottola per volta.”
Denzel Washington

Ultimo capitolo di una saga che ha le sue radici nel lontano 1996, Touhou Genso Rondo: Bullet Ballet (detto anche CTRL+V) è il primo episodio a giungere su PlayStation 4, e ci porterà in un mondo fatto di tanti, tantissimi proiettili conditi dal classico stile giapponese. Andiamo quindi ad analizzare più nel dettaglio l’interessante progetto dei ragazzi di Mediascape e CUBETYPE.

Voglio vederti danzare

Se eseguite una rapida ricerca su internet di quello che in Giappone è chiamato “Touhou Project”, scoprirete che prima di Bullet Ballet, primo capitolo della saga ad arrivare su PlayStation 4, sono stati pubblicati giungendo solo a volte nel Vecchio Continente ben 15 capitoli e 9 spin-off.

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La trama principale è semplice ed accattivante: Gensokyo è una regione del Giappone che, a causa della elevata presenza di creature non umane chiamate youkai viene separata dal mondo esterno grazie ad una barriera. La sacerdotessa Hakurei, un’umana con poteri divini, fu l’artefice di questa barriera, creata con lo scopo di proteggere gli esseri umani dagli youkai.

Questo incipit di storia fa da introduzione al gioco vero e proprio, caratterizzato da sempre da uno stile shoot’em’up in cui molto spesso la mole di proiettili sparati ricopre interamente lo schermo, in un tripudio di luci, suoni e colori. Bullet Ballet ovviamente non fa eccezione, e promette fin da subito di far volare quanti più colpi possibile, utilizzando una serie di personaggi tratti dall’universo classico della serie e portandoci ad affrontare una serie di incontri stile picchiaduro.

Lo stile grafico, come si può notare fin da subito, è quello che i giapponesi apprezzano maggiormente: una serie di donzelle in abiti più o meno succinti, illustrate con disegni stile anime nel menu di selezione personaggio e riprodotte in computer grafica all’interno delle battaglie vere e proprie, strutturate come un classico picchiaduro. Vediamo però più nel dettaglio quali sono le caratteristiche del cuore pulsante del gioco, ossia i combattimenti.

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Spara spara spara dentro

Il semplice e spartano menu di Bullet Ballet ci presenta senza troppi fronzoli le varie modalità di gioco. Sarà infatti possibile affrontare la modalità Storia, ossia una serie di match contro l’IA, una sfida denominata Boss Rush (che approfondiremo più in là) e le modalità Versus locali e soprattutto online. Immancabile poi il classico menu delle opzioni che ci permetterà di settare alcuni dei parametri del gioco.

Partendo ovviamente dalla Storia, ci verrà chiesto di scegliere tra una delle eroine disponibili, ognuna con uno stile particolare e mosse uniche, il tutto accompagnato da un breve bio che ci racconta in poche righe la vita della fanciulla. Ogni personaggio, sebbene il funzionamento dei combattimenti sia simile per tutti, ha le sue peculiarità che lo rendono unico permettendoci di decidere quale stile ci calzi meglio.

Una volta scelta la lottatrice ci verrà proposta una breve storia che farà da introduzione al combattimento, in cui in arene circolari inizieremo a lanciare raffiche di proiettili contro il nemico. Per farlo potremo sfruttare una serie di attacchi a distanza ed una di attacchi ravvicinati, che, combinati con i vari tipi di movimento disponibili (lento, normale e scatto) ci permetteranno di creare combo devastanti in un sistema che richiede tempo per essere padroneggiato.

Scopo della lotta, manco a dirlo, ridurre a zero la vitalità del nemico, alla meglio di tre round, anche se ovviamente il nostro rivale non starà lì a subire ma contrattaccherà, utilizzando anch’essa una mole non indifferente di proiettili e soprattutto terribili finali. Superando tutte le battaglie non sbloccheremo nulla di che, se non i trofei legati appunto alla Storia, e potremo decidere di riaffrontare tutto scegliendo un’altra eroina.

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E tu saresti il capo?

Detto della storia, è doveroso fare un breve accenno alla seconda modalità in ordine di importanza di Bullet Ballet: la Boss Rush. Di boss, in effetti, questa esperienza ha solo il nome, dato che sarebbe stato più appropriato chiamarla sopravvivenza: scegliendo un personaggio tra quelli disponibili dovremo infatti combattere cercando di sconfiggere quanti più avversari possibile, migliorando di volta in volta il nostro record, sfida che non tarderà molto a venire a noia.

La parte del leone in Bullet Ballet la fa quindi la modalità multiplayer, disponibile sia in locale che online, per dar modo a chiunque di mettere alla prova le proprie abilità sparacchine contro compagni nel proprio salotto oppure sfruttando la potenza della Rete.

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Entrambe le modalità in questione non aggiungono nulla allo stile di gioco, ma fa piacere notare che nelle prove effettuate la connessione di gioco sembrava stabile e senza lag, nonostante la presenza a schermo di un quantitativo industriale di proiettili che si sposteranno creando disegni, giochi di luce e chi più ne ha più ne metta.

A completare il quadro le già citate opzioni ed il Tutorial, indispensabile per i neofiti di questa saga, che insegnerà in maniera rapida e veloce come sfruttare al meglio il sistema di combattimento ed ottenere il massimo dalle abilità delle varie eroine create dai ragazzi di Mediascape.

Quasi picchiaduro, quasi sparatutto, quasi gioco

Nonostante Bullet Ballet si riveli un buon ibrido tra un picchiaduro e quello che in gergo viene definito un bullet hell, è innegabile che il gioco soffra di alcuni problemi che non passano inosservati nemmeno ad un’occhiata superficiale.

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Le due modalità principali infatti, la Storia e la Boss Rush, sono sostanzialmente la medesima cosa, con l’unica differenza che la prima avrà come contorno una trama talmente striminzita da risultare quasi imbarazzante, il che è un peccato dato che la storia dello Touhou Project avrebbe meritato un pizzico di rispetto in più.

Ogni intermezzo tra un combattimento e l’altro sarà poi decisamente scialbo, con immagini stilizzate di fattura rivedibile ed immagini dei personaggi statiche e prese di peso da quelle utilizzate nella scelta personaggio, il tutto accompagnato da testi a schermo ancor più poveri.

La situazione, purtroppo, non migliora passando all’azione, dato che i modelli dei personaggi ed il gioco in generali sono stati realizzato con un tale pressapochismo da lasciare al giocatore la sensazione di avere tra le mani una demo di un titolo in fase di sviluppo piuttosto che un gioco fatto e finito.

Tutto questo, unito al fatto che dopo un paio di partite, non avendo nulla da sbloccare, perderemo ogni stimolo a proseguire la campagna in singolo, lascia al multiplayer l’onere di sorreggere l’intero gioco, onere che, ovviamente, non riesce ad assolvere pienamente.

Un vero peccato, perché tutto ciò non rende giustizia all’ottimo mix di sparatutto e lotta creato dal team Mediascape, reo di aver tralasciato troppo la parte tecnica e la trama per concentrarsi sulla proposta di un gioco che riuscisse ad essere fluido anche nelle situazioni più concitate.

Trofeisticamente parlando: CTRL+C/CTRL+V

Nel vasto elenco trofei di Touhou Genso Rondo: Bullet Ballet troviamo tutta una serie di trofei legata al completamento della Storia con ogni personaggio, accompagnati da qualche coppa che premierà la nostra bravura online e soprattutto per aver sconfitto 10 avversari in fila con ogni personaggio. Un vero e proprio copia-incolla che consentirà ai più resistenti di ottenere un trofeo di Platino decisamente facile.

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.