Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS3) Genere: FPS Giocatori: 1 (Online: 2-66) PEGI: 18
Da qualche tempo ormai, quella di Battlefield è diventata una di quelle saghe a cadenza annuale tanto amate e al contempo odiate dai giocatori di tutto il mondo. In ogni caso questi brand (che poi sono sostanzialmente i soliti Call of Duty, Assassin’s Creed e sportivi vari) risultano spesso i più venduti nelle classifiche settimanali, che tra l’altro il BuonDario™ ci propone regolarmente nella rubrica Bit Top Ten, andando ad influenzare in maniera importante il mondo dei videogiochi dal punto di vista commerciale. Il quesito che però ogni volta ci poniamo è lo stesso: un gran numero di vendite, corrisponde poi ad un prodotto di alta qualità? Domanda non semplice, che però troverà risposta nella nostra recensione dell’attesissimo Battlefield Hardline.
Un detective sopra le righe
Partiamo analizzando la campagna single player, che spesso ha penalizzato Battlefield nel confronto con i suoi competitors: ci troviamo a Miami nei panni del Detective Nicholas Mendoza, immigrato cubano figlio a sua volta di un poliziotto poco ligio al dovere. Il capo del dipartimento di polizia Julian Dawes affianca al nostro protagonista la bella Khai Minh Dao. Da questo momento in poi Mendoza attraverserà una serie di vicissitudini che lo porteranno in giro per Miami e dintorni, con l’obbiettivo di fare giustizia e ripulire le strade dall’enorme traffico di droga e corruzione. Siamo rimasti piuttosto soddisfatti dalla trama e dalla narrazione di Hardline: non sarà qualcosa di indimenticabile, ma fa il suo sporco lavoro nelle sei-sette ore abbondanti durante le quali ci terrà impegnati. Se infatti i temi trattati sanno molto di film poliziesco piuttosto mediocre, sono da lodare narrazione, impostata in stile serie tv e caratterizzazione dei personaggi, impeccabile non solo dal punto di vista grafico ma anche sotto il profilo narrativo. In sostanza non aspettatevi nulla di trascendentale, dopotutto è risaputo che la trama di ogni Battlefield è solo un antipasto del gioco vero e proprio, che si svolge in rete.
Un gameplay silenzioso
Trattando il lato gameplay, più nello specifico quello del single player, notiamo una grossa novità rispetto al passato, ovvero l’introduzione di fasi stealth. La campagna di Battlefield Hardline infatti è pensata per essere giocata per la maggior parte del tempo con un approccio silenzioso. Quindi una volta arrivati di fronte o alle spalle di un nemico avrete più scelte: sparargli allertando le guardie circostanti, abbatterlo silenziosamente alle spalle oppure arrestarlo (c’è infatti la possibilità di arrestare fino a tre nemici contemporaneamente, fondamentale per neutralizzare più di un malvivente senza spargere troppo sangue). Un difetto risiede sicuramente nella ripetitività di alcune meccaniche: le sezioni stealth in sostanza propongono sempre lo stesso schema fisso, immobilizza e arresta, che se all’inizio può sembrare divertente, dopo un po’ potrebbe annoiare sia perché c’è solo un’animazione per l’arresto, sia perché i nemici non si sognano di opporre resistenza anche quando magari sono in tre, armati fino ai denti, contro voi che siete solo e magari impugnate una misera Beretta. In ogni caso la ripetitività di alcuni schemi viene ampiamente compensata da un ottimo level design, con mappe della campagna piuttosto grandi che vi permetteranno di attaccare il nemico da diversi punti strategici.
Altro punto debole della produzione è senza alcun dubbio la difficoltà, veramente bassa anche a causa di un’intelligenza artificiale non troppo intelligente. Apriamo a questo punto una grande parentesi a proposito di armi, gadget e gradi sempre della campagna principale: nella storia avremo a disposizione tantissime armi di diverse categorie, ma non tutte saranno disponibili dall’inizio: infatti in Battlefield Hardline è presente una sorta di progressione a livelli che permette di sbloccare nuovi oggetti per l’equipaggiamento. Come ottenere i punti? Completando obbiettivi, eliminando i nemici silenziosamente o raccogliendo prove. Avete capito bene, in Hardline non mancano nemmeno i collezionabili, inseriti sotto forma di prove che dovrete scovare nelle diverse ambientazioni grazie ad uno scanner; prove che poi vi serviranno per risolvere i diversi casi e scoprire anche qualcosina in più sui personaggi della campagna principale. Infine c’è da parlare dei nuovi accessori Teleferica e Rampino, utili nella campagna per trovare segreti o punti d’osservazione vantaggiosi, ma soprattutto nel multiplayer per raggiungere punti altrimenti irraggiungibili degli scenari.
Rapine in compagnia
Analizzato il comparto single player, è ora di passare al multiplayer, vero cuore della saga di Battlefield. Le differenze sono molte rispetto al passato, positive e non, a partire dalle nuove modalità Rapina, Soldi Sporchi e Corto Circuito. In sostanza vengono riprese alcune modalità classiche come “ruba la bandiera” e adattate al contesto “guardie e ladri”, in maniera quasi sempre riuscita. In Rapina dovrete recuperare il bottino e filarvela sfuggendo alla polizia, o inseguire nel caso foste dalla parte della giustizia: all’inizio probabilmente la caoticità dell’azione vi spiazzerà, ma comunque una volta presa confidenza con tutto il contesto il divertimento è assicurato.
In ogni caso è Soldi Sporchi la modalità che ci ha più divertito: dovrete rubare soldi e portarli alla vostra base, con la variabile imprevedibile del denaro che oltre a poter esser recuperato dal punto di estrazione al centro della mappa, può essere rubato direttamente agli avversari sottraendo punti che andranno al proprio team. Infine tra le modalità inedite, troviamo Corto Circuito, in cui dovrete restare alla guida di un veicolo per realizzare più punti possibile: modalità che concettualmente e potenzialmente risulta distruttiva, ma in realtà spesso limita i giocatori a girare attorno alla mappa; speriamo in un miglior bilanciamento di questa modalità in tal senso. Poi ci sono tipi di partite più classiche come Conquista, sempre gradevolissima, e Deathmatch a squadre, che se in alcune mappe offre un ottimo intrattenimento grazie alla sua dinamicità ed esplosività, in altre ambientazioni risulta davvero frustrante anche a causa di un sistema di respawn ancora poco rodato per le nuove meccaniche molto più arcade. Infine citiamo le modalità in cui dovrete salvare l’ostaggio o difendere il VIP, mai troppo esaltanti e facilmente evitabili in favore delle modalità riportate in precedenza.
Al contrario delle nuove modalità, non tutte le mappe risultano pensate in maniera funzionale al gameplay: intendiamoci la maggior parte dei livelli risulta ben equilibrato e funzionale alle nuova modalità introdotte, ma in alcune località il level design è veramente povero e mal studiato, come se i quasi 70 giocatori fossero davvero di troppo. Inoltre, nonostante Battlefield si sia proposto da sempre come un titolo dalla forte impronta simulativa, a causa del ridimensionamento delle mappe e della quantità enorme di giocatori, vi ritroverete per le mani un gioco con una caratterizzazione molto più arcade rispetto al passato. Anche la riduzione all’osso dei veicoli e della distruttibilità degli ambienti confermano che Visceral Games ha cercato di sviluppare un titolo che potesse soddisfare le esigenze di un pubblico molto più ampio diminuendo visibilmente la componente tattica e cooperativa. Noi non lo consideriamo un difetto, ma certamente è un cambiamento che potrebbe far storcere il naso a chi aveva apprezzato l’estremo realismo di Battlefield 3 e 4.
A proposito di armi, sblocchi e accessori vari, rimane confermata la solita varietà a cui ci ha abituato la serie, con la differenza che per sbloccarle non basterà raggiungere determinati obbiettivi, ma bisognerà pagare con la valuta in game. Grazie a questi dollari potrete anche avere accesso a diversi “battlepacks” pacchetti in cui potrete trovare nuovi loghi, emblemi o accessori per le armi, ma soprattutto boost per progredire più velocemente di livello. Concentrandoci sulle armi a disposizione la qualità rimane sempre altissima, anche se la quantità è stata ridotta rispetto ai capitoli precedenti, proprio in virtù di un’approccio più ravvicinato e arcade ai combattimenti.
Frostbite conservativo
Passiamo a parlare della componente tecnica di Battlefield Hardline, sviluppato sul solito motore grafico Frostbite 3.0 che si conferma sugli ottimi livelli di Battlefield 4. Il frame rate è stabile e la risoluzione ottima, in sostanza dopo tanti titoli remastered e cross-gen possiamo dire di aver provato qualcosa che riesce a sfruttare l’hardware di PlayStation 4. Ottimi come al solito gli effetti particellari e i dettagli di ogni mappa, resi in maniera davvero molto accurata. A proposito della feature “Levolution” che consisteva nell’evoluzione dinamica delle mappe, dobbiamo segnalare un grosso passo indietro, ma dopotutto era prevedibile vista ridotta estensione delle mappe e la loro ambientazione spesso urbana. Il comparto sonoro è eccellente e forse nessun FPS è capace di arrivare a tali vette qualitative: effetti delle armi, echi, rimbombi, esplosioni, colpi ravvicinati o a distanza, tutto è reso davvero in maniera magnifica e con un paio di buone cuffie vi sembrerà di essere davvero nel bel mezzo di una rapina, almeno a livello sonoro.
httpvh://www.youtube.com/watch?v=VUmfg6enaog
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