Cars 3: In Gara per la Vittoria – Recensione

Sviluppatore: Avalanche Software Publisher: Warner Bros. Interactive Games Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS3) Genere: Corse Giocatori: 1-4 PEGI: 7 Prezzo: 59,90 € Italiano:

Avalanche Software, volente o nolente, ha dovuto dare un taglio al proprio rapporto con il brand Disney Infinity, morto insieme a quasi tutti gli altri toys-to-life (per LEGO Dimensions la cosa è ufficiale, per Skylanders, invece, ufficiosa). Ad avere avuto una prematura dipartita non è stato solo il franchise, ma anche lo studio di sviluppo stesso in seguito all’uscita dai (video)giochi di Disney Interactive Studios, con annessi e connessi.

A resuscitare il team ci ha pensato, all’inizio di quest’anno, Warner Bros. Interactive Entertainment; il publisher ha anche affidato al redivivo studio lo sviluppo di un tie-in videoludico dedicato alla terza pellicola di Cars, che ne riprendesse gli eventi narrati. Probabilmente il progetto era già in essere; anche se così non fosse, la materia da cui partire abbondava. In passato avevano già visto la luce altri titoli dedicati a Saetta McQueen e soci, ma soprattutto in Disney Infinity le sezioni racing strizzavano esplicitamente l’occhio a quello che sarebbe stato Cars 3: In Gara per la Vittoria.

Hai visto il film?

In caso di risposta negativa, dovreste farlo, dato che, come detto, il videogioco riprende le peripezie della pellicola. Nessun particolare riferimento o spoiler che possa rovinare il godimento di quest’ultima, ci mancherebbe, ma è cosa buona e giusta puntualizzarlo in sede di recensione. Non fosse altro che in Cars 3: In Gara per la Vittoria sono presenti più di 20 vetture, e alcune di queste sono prese di peso proprio dall’ultimo film arrivato nelle sale cinematografiche. Poche righe di descrizione sono disponibili nel momento in cui sceglierete il vostro personaggio preferito, ma ovviamente conoscerne il background in maniera pregressa darà un altro tono al tutto.

Scelta la macchina-pilota, avremo la possibilità di scegliere, dal menù piuttosto essenziale, il tracciato, tra i numerosi disponibili. Anche questi sono più di una ventina, alcuni molto simili tra loro, altri meno, per un totale di tredici location differenti come Radiator Springs e la Florida International Speedway. Anche in questo caso lo sbloccaggio dei contenuti sarà progressivo, completando eventi e sfide. E ora vengono i tasti dolenti dopo quelle che sembravano buone premesse.

Cars 3: In Gara per la Vittoria è infatti praticamente priva di una modalità principale a tutti gli effetti. O, almeno, quest’ultima è un’accozzaglia informe di eventi, un ameba. Da una schermata di selezione anche piuttosto comoda da utilizzare e brutta da vedere potremo scegliere eventi a nostra totale discrezione, e arrivare o meno sul podio ci assegnerà tre, due, una o nessuna stella. Queste stelle sono più o meno inutili, nel senso che la loro unica utilità è quella di sbloccare sfide nella cosiddetta Hall of Fame, una schermata in cui sono presenti condizioni da completare di qualsiasi tipo (a livello di azioni-in game da completare, risultati da raggiungere e altro ancora). Le sfide della Hall of Fame, a loro volta, servono per sbloccare eventi, e così via, in un continuo e asettico scaricabarile che non dà alcun senso di progressione.

Arrivati a certi punti, sbloccheremo fino a un massimo di quattro boss fight, se vogliamo, che costituiscono anche la (altrove) cosiddetta modalità carriera. Questi eventi speciali non sono altro che normalissime gare con un avversario più ostico e noto del solito (Cricchetto Audace D’Impatto, Miss Fritter, Chick Hicks e Jackson Storm), precedute e seguite da banali cutscene. Ma, insomma, stiamo parlando di un gioco di guida, mica ci attendevamo chissà quale colpo di scena – anche se Need for Speed, ad esempio, ci aveva colpito per piacevolezza della narrazione. Il fatto è che in pista le cose non vanno molto meglio.

Cars 3: In Gara per la Vittoria è un gioco rivolto a un targer estremamente giovanile, e questo lo comprendiamo benissimo, senza farne una colpa a nessuno. Comprendiamo meno come sia possibile che il gameplay, inizialmente solido e piacevole, diventi un pastrocchio passo dopo passo, incapace di accontentare chi vuole un gioco elementare nelle meccaniche, così come chi mira a qualcosa di più complesso. Il modello di guida è tipicamente arcade, ci mancherebbe, ma Avalanche Software ha inspiegabilmente aggiunto comandi su comandi ed effettuato scelte che faranno passare la voglia di fare qualche partita rapida a quasi ogni bambino.

Iniziamo con il dire che Cars 3: In Gara per la Vittoria, anche a difficoltà normale, non è un gioco semplice, complice un effetto elastico portato ai limiti dell’assurdo. Che siate alle primissime armi o degli hardcore gamer poco importa, l’unica cosa che conta è conservare quanto più turbo possibile per l’ultima curva, altrimenti gli altri vi raggiungeranno e sorpasseranno. Inoltre il level design dà un peso specifico troppo marcato alle scorciatoie, presenti in numero cospicuo, cosicché il giocatore sia costretto a memorizzare traiettorie su traiettorie (vi lasciamo immaginare come possa reagire un ragazzino dai dieci anni in giù). Infine, per ricaricare il turbo sarete costretti a eseguire acrobazie in volo tramite stick analogico, oppure, sempre attraverso questo, decidere di andare in retromarcia, senza che questo vi rallenti, ma obbligandovi a dovere pensare al contrario in prossimità di una curva. Si aggiungono il comando per la derapata, il salto, l’urto sulla fiancata, la guida su due ruote… tutte pretese che, ribadiamo, ci paiono eccessive non in senso assoluto, ma considerato lo sbarbato target di riferimento.

Sei modalità

Il discorso migliora quando si parla di modalità presenti, ben sei. Si comincia con la classica gara, in cui colui che vince è il primo a tagliare il traguardo; non poteva mancare la variante della modalità precedente omaggiata però dalla presenza di power-up come missili, mitragliette e quant’altro.

Si prosegue con uno show acrobatico in cui, invece, la posizione al passaggio del traguardo non ha alcun peso, l’unica cosa che conta è il punteggio assegnato per le acrobazie eseguite in aria; la sfida per il giro veloce consiste nel realizzare il miglior giro singolo possibile a dispetto della prestazione complessiva; la modalità Eliminazione, forse la più particolare, ci chiede di realizzare il miglior punteggio possibile a suon di kart impazziti distrutti che ci compariranno davanti in vere e proprie ondate; infine ricordiamo la presenza degli eventi per esperti contro i piloti più attrezzati del normale a cui si è fatto riferimento alla pagina precedente e il parco giochi, in cui accettare sfide e raccogliere una decina di collezionabili legate al personaggio di Mack, il camion.

Le cose, complessivamente, migliorano nel caso in cui si giochi in compagnia di amici e parenti, per un massimo di 4, a schermo condiviso. E’ del tutto assente una qualsivoglia forma di multiplayer online, invece, lacuna piuttosto grave in un gioco racing uscito nel 2017. Non formidabile ma funzionale l’aspetto visivo, di buon impatto, curato e fluido; stesso dicasi dei brani che accompagneranno il gioco e del doppiaggio, interamente localizzato in italiano.

Trofeisticamente parlando: non sempre è platino quel che luccica

Nuovo gioco rivolto ai più giovani, nuovo Platino facile per noi vecchi? Manco per niente. Il trofeo azzurro di Cars 3: In Gara per la Vittoria richiederà almeno 15 ore di gioco e una dose di pazienza non indifferente di fronte ai numerosi eventi presenti, anche piuttosto vari ma comunque numerosi (e senza che il gioco sia così appagante, come abbiamo appena finito di dire). Per il resto nessuna coppa è poi granché difficile da ottenere, tolta quella che richiede di distruggere 15 obiettivi nella modalità Eliminazione con la sportellata, un’azione in-game non semplicissima da realizzare.

VERDETTO

Cars 3: In gara per la vittoria non è un cattivo gioco, ma con qualche accorgimento in più sarebbe stato certamente migliore. A meno che non abbiate in casa fanciulli che siano estremi fan di Saetta McQueen e compagni, potete tranquillamente guardare verso altri lidi.

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.