Primo PianoDark Souls - Recensione

Dark Souls – Recensione

Publisher: Namco Bandai Developer: From Software
Piattaforma: PS3 Genere: Action RPG Giocatori: 1 (Online: 2-4) PEGI: 16

Cammino a testa alta tra le rovine di una città perduta, spada in una mano, scudo nell’altra. Alle mie spalle centinaia di scheletri, zombie, cavalieri: hanno assaggiato la mia lama affilata, li ho privati delle loro anime. Ecco però che arrivo ad un vicolo cieco. Un enorme demone mezzo uomo mezzo toro si scaglia su di me. Le mie ossa sono frantumate, la morte mi afferra per il collo. E’ la quarta volta che ha la meglio su di me. Provo e riprovo. Prima o poi ce la farò.

Autoflagellazione

Dark Souls è un action RPG in terza persona dal sapore unico che fa da sequel spirituale all’acclamatissimo Demon’s Souls di From Software. Un gioco capace di elettrizzare, travolgere e trascinare il giocatore in un tetro mondo fantasy, urlando a squarciagola come la peggiore delle mogli in piena crisi matrimoniale. L’utente viene trasportato in diverse e singolari ambientazioni, tra centinaia di minacce, nemici assetati di sangue e mostruosi boss che non hanno la piu’ pallida idea di cosa sia la pietà.

Sebbene la frustrazione spesso faccia da repellente per i giocatori, Dark Souls è in grado di usarla nello stesso modo in cui questa ti assale quando il bullo di turno ti prende in giro davanti a tutti: l’unica cosa che puoi fare è rimanere calmo, fare un respiro profondo, rifutare di arrenderti e continuare a batterti.

Un incrocio tra architettura classica e toni gotici

La trama di Dark Souls è sviluppato in modo atipico: invece di fornire chiari dettagli, protagonisti, antagonisti e colpi di scena, gran parte della narrazione viene raccontata dal mondo stesso in cui il gioco pone le proprie radici. Si esplora un antico castello, si annientano diversi nemici, si scende in una macabra zona paludosa. Ogni ambientazione è ben definita e contraddistinta da nette variazioni cromatiche.

La nostra avventura inizia con la creazione dell’eroe, la cui classe può essere scelta tra un discreto numero di alternative capaci di modificare nettamente l’impostazione di gioco: alcune prediligono il combattimento a lunga distanza, altre a corto raggio, e così discorrendo. Il team From Software ha lavorato molto sull’Equip, inserendo una notevole quantità di armi e oggetti utilizzabili nel corso dell’avventura.

In Dark Souls – a differenza di gran parte dei giochi di ruolo disponibili sulla piazza – non è solo l’equipaggiamento a fare la differenza. Ogni movimento del nostro alter-ego virtuale va calcolato con scrupolo, poichè saranno le nostre azioni a consumare la barra Stamina: questo sistema rimuove totalmente l’approccio button-mashing e aumenta esponenzialmente il livello di tatticismo degli scontri. Anche il sistema di level-up è studiato con cura, differenziando nettamente la possibile evoluzione del personaggio, permettendo ad esempio di diventare un impavido stregone o, nella direzione opposta, un fiero samurai.

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L’avventura ha così inizio in un tetro sotterraneo. Non ci è dato sapere nè perchè nè percome, ma ci ritroviamo rinchiusi in una antica cella. Fortunatamente dal soffitto cade una chiave che ci permette di uscire e cominciare ad esplorare il dungeon. Da questo momento in poi si susseguono eventi raccontati per grandi linee dalla voce narrante durante le cutscene che separeranno le diverse sezioni del gioco, trovando punto cardine nel Firelink Shrine, una sorta di terra di mezzo tra le diverse location di Dark Souls.

Percorrendo la stessa linea di design che aveva contraddistinto il suo predecessore, Dark Souls basa il suo successo sulla difficoltà. Invece di strutturarsi attorno a set di abilità particolari necessarie per proseguire, Dark Souls vuole che il giocatore sbagli, impari, si adatti alle diverse situazioni ed agisca di conseguenza. Questo elemento lo si denota soprattutto durante i combattimenti con i boss: durante l’avventura ne incontreremo tanti, tutti difficili da sconfiggere, e sarà necessario imparare i diversi pattern, prevederne gli attacchi tramite le varie animazioni e attaccarli di conseguenza. Certe volte saranno davvero crudeli con voi, e vi basterà un singolo errore per arrivare al game over. Non bisogna però sottovalutare anche i più deboli dei nemici: questi saranno in grado di sconfiggervi in pochi secondi, soprattutto se avrete troppa confidenza in voi stessi, sottovalutandone il comportamento spesso imprevedibile.

Dark Souls non conta sulla veste grafica per stupire

Una volta che verrete sconfitti (e, credetemi, morirete tantissime volte) il gioco non si interromperà: verrete riportati all’ultimo checkpoint – ‘bonefire’ – perdendo tutte le anime collezionate uccidendo i vari nemici. Sono proprio le anime a fare da valuta nel gioco, e possono essere sfruttate per acquistare oggetti, per salire di livello o ancora per acquisire nuovi incantesimi. E’ possibile però recuperare le anime perdute ritrovando la nostra stessa pozza di sangue nel posto esatto in cui eravamo morti. Morendo un’altra volta, però, potrete dire addio a tutte quelle anime che avevate collezionato. Questo elemento, combinato con il sistema di combattimento, fa di Dark Souls un gioco nettamente più difficile della media, ma allo stesso tempo più appagante.

La compagnia del tranello

Invece di avere diverse modalità multiplayer, Dark Souls integra l’esperienza online all’avventura singleplayer. Durante l’avventura, infatti, sarà possibile notare sulle pareti diversi messaggi lasciati da altri giocatori. Queste note, per fortuna, saranno in numero limitato per cui il mondo non assumerà le sembianze di un’antica landa invasa da graffitari. Mai però affidarsi troppo alla community: alcuni messaggi vi potrebbero indirizzare verso trappole mortali tramite consigli errati. Starà a voi decidere se seguire il vostro istinto o i consigli degli altri giocatori.

Gli utenti possono inoltre darsi manforte nelle partite, cosa che torna utilissima nel caso non si riesca ad andare avanti nell’avventura a causa di un combattimento troppo ostico. Allo stesso tempo, però, questo elemento causa anche qualche problema tecnico: spesso il frame rate crollerà al punto tale che risulta quasi impossibile giocare, specialmente in spazi aperti ricchi di nemici e poligoni in movimento.

In compagnia ci si diverte di più, limiti tecnici permettendo

E’ inoltre possibile unirsi a delle Alleanze, vere e proprie fazioni caratterizzate da specifici perks e stili. Nove sono quelle disponibili, ognuna di esse con un obiettivo ed un ruolo all’interno del mondo di gioco. Alcune metteranno i giocatori l’uno contro l’altro, altre punteranno sul gioco cooperativo. A completare l’offerta di gioco ci pensa una modalità Player vs Player che, nonostante risulti in certi frangenti davvero elettrizzante, sfocia ogni tanto in situazioni di gioco caotiche e meno raffinate.

Commento finale
Il titolo targato From Software riesce a prendere tutti i punti forti del suo predecessore; il gameplay impegnativo, il livello di difficoltà alto e l’atmosfera generale, migliorandoli sotto diversi aspetti. Dark Souls non riguarda il completare un livello senza intoppi, bensì il graduale padroneggiare le meccaniche di gioco. In sostanza, un’esperienza appagante (non per tutti) che difficilmente gli amanti delle sfide riusciranno a dimenticare, o perchè lo ameranno fino alla morte, o per il record di controller disintegrati sul pavimento.

8/10

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