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Diablo III: Ultimate Evil Edition – Recensione

Publisher: Activision Blizzard Developer: Blizzard Entertainment
Piattaforma: PS3 (disponibile anche per PS4) Genere: RPG Giocatori: 1-4 (Online: 2-4) PEGI: 12

Diablo III è stato uno dei giochi per console più attesi ai tempi della sua uscita su PlayStation 3. L’Action RPG targato Blizzard è stato un titolo che ha fatto aspettare molto i suoi fan, sia su PC che su console, ma l’attesa è stata ripagata da un gioco completo e coinvolgente, con l’unica pecca legata al fatto che il troppo giocarci faceva sì che subentrasse la noia. Ma la casa produttrice non si è arresa e ha dato alla luce l’espansione Reaper of Souls che, modificando alcuni schemi di gioco, ha trasformato il suo già ottimo titolo in un capolavoro. Ora questo DLC sbarca anche su PlayStation 3 e PlayStation 4, sotto forma della Ultimate Evil Edition, contenente anche il gioco base. Vediamo com’è andata questa rivisitazione.

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Ci eravamo tanto amati

Per chi non conoscesse la storia, in Diablo III impersoneremo un avventuriero che inizia un viaggio volto a sconfiggere il re degli Inferi, Diablo appunto, superando mille difficoltà e ostici avversari. Spazieremo da tombe infestate a fogne putride, per giungere fin nel Regno dei Cieli dove prenderà parte lo scontro finale con l’entità maligna. E proprio qui, dopo una battaglia tra il bene e il male destinata a decidere le sorti dell’umana stirpe, si interrompe il gioco, lasciandoci con alcune domande ancora irrisolte e un grosso vuoto dentro.
Il modo migliore per colmarlo è allora l’espansione Reaper of Souls, che introduce il quinto e ultimo Atto della storia, pronto a svelarci tutto quello che ci siamo sempre domandati ma non abbiamo mai osato chiedere. Durante quest’ultima temeraria avventura affronteremo Malthael, l’ex Arcangelo della Saggezza, trasformatosi a seguito di misteriosi eventi nell’Angelo della Morte. Senza nulla troppo svelarvi, sappiate che tra colpi di scena e personaggi che ritornano inaspettatamente non ci sarà da annoiarsi nelle cinque ore buone di avventura nuova di zecca da affrontare.
Oltre a questo capitolo aggiuntivo, il gioco permette ovviamente di fruire dei primi quattro Atti, per una durata totale di circa trenta ore, tempistica che può variare a seconda di come affronterete il gioco. Diablo III infatti si basa prima di tutto sulle ricompense, e chi sarà così temerario da avventurarsi fin nei meandri della mappa potrà trovare un forziere nascosto pieno di tesori da saccheggiare, oppure un’intera area da esplorare a caccia di mostri rari e premi incredibili. E’ comunque possibile affrontare l’avventura seguendo solo la storia principale, attenendosi a svolgere le missioni primarie ignorando la donna che chiede aiuto all’angolo della strada oppure la porticina socchiusa della cantina da cui provengono strazianti lamenti, anche se facendo in questo modo gran parte del divertimento va perso.

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Malthael, l’ex Arcangelo della Saggezza, dall’alto della sua esperienza ci dice che non è poi così saggio provare a ostacolare i suoi piani. Ma noi non ascoltiamo mai…

L’aspetto del Male

Per quanto concerne la grafica, Blizzard non ha voluto strafare, riproponendo grossomodo la stessa vista qualche mese fa su PlayStation 3, già parecchio appagante considerato quanto si muove su schermo. Le ambientazioni sono come sempre avvolgenti e ricche di dettagli, e il design di personaggi e nemici è veramente ben fatto. Parlando della parte nuova, ossia dell’espansione, la zona del quinto Atto non perde nulla rispetto al gioco base in quanto a ricercatezza degli ambienti e presentazione dei nemici, anzi, forse si migliora anche, mettendo in mostra tutta la bellezza di Diablo III.
Gli angeli, che saranno i vostri principali avversari, sono stati realizzati con un occhio di riguardo, e pur senza voler entrare nei dettagli possiamo dirvi che i modelli poligonali sono eccezionali, ricchi di animazioni e vividi come non mai. In particolare Malthael, il boss finale, ci ha lasciati veramente a bocca aperta, come già era successo al cospetto del possente Diablo, durante lo scontro finale per le sorti del Mondo affrontato nell’Atto 4.
Detto della splendida grafica, parliamo del sonoro, che risulta anch’esso essere su livelli elevatissimi. Sebbene molto spesso sia un qualcosa che passa non viene notata , complice anche il caos spesso presente sullo schermo, ogni evento e ogni zona possiede una sua colonna sonora, orchestrata con archi o comunque in stile “classico”, che immerge il giocatore ora nella cupa atmosfera tipica dei cimiteri, ora in un caldo ribollire di lava sul fondo di una montagna. Anche gli scontri con i Boss sono accompagnati da questi incalzanti ritmi musicali, che trasformano una bella esperienza di gioco in un tripudio. A completare il tutto, segnaliamo un doppiaggio completamente in italiano, sia per dialoghi che per sottotitoli, il che, vista la quantità di frasi presenti nel gioco, ci fa veramente interrogare sul perché questa non sia una pratica diffusa anche per giochi molto meno “parlati” che trarrebbero sicuro giovamento da comunicazioni nel nostro idioma, oltre ad attirarsi quella fetta di clientela refrattaria all’apprendimento della lingua anglosassone.

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Il livello di dettaglio di questo Arcangelo, così come quello di tutti gli altri, è incredibile e vi lascerà senza fiato

E’ tutto qui quello che sai fare?

Finora, a parte aver parlato di un nuovo capitolo di gioco, le novità sembrano davvero marginali. Ma Blizzard ovviamente non ha voluto fermarsi ad aggiunte di così lieve entità e ha deciso di modificare radicalmente alcune strutture di gioco. Partiamo dalle cose semplici, ossia la difficoltà e il livello. Per quanto riguarda il primo punto, in Diablo III: Ultimate Evil Edition è stata aggiunta un nuovo livello di difficoltà, ossia Tormento, che va quindi a scalzare quella Maestro (che era divisa a sua volta in cinque sotto-difficoltà). Troveremo quindi Tormenti che vanno dall’1 al 5, in un crescendo di potenza dei mostri, numero degli stessi ma anche di aumento di ricompense, sia come quantità che come qualità.
Il livello massimo del giocatore è stato invece aumentato da 60 a 70, il che ha permesso di introdurre alcune nuove abilità e soprattutto una sfilza di nuovi oggetti che ci permetteranno di potenziare il nostro eroe ben oltre ogni più rosea aspettativa, fornendo anche a chi si era creato un equipaggiamento degno di questo nome sulla versione precedente del gioco un motivo per rimettersi alla ricerca di pezzi rari da indossare o da usare come arma. E’ stato inoltre rivoluzionato anche il sistema di ricompense legato alle uccisioni multiple e alla distruzione. Con le prime infatti otterremo un bonus in punti esperienza, con le seconde un bonus in velocità di movimento.
Assieme alle modifiche, Blizzard ha voluto fare anche delle aggiunte esclusive, ossia una nuova classe e un nuovo mercante. Il Crociato è la classe ideale per chi vuole fare tutto e bene. Si tratta infatti di un guerriero ottimo nel copro a corpo, in grado all’occorrenza di lanciare la sua Magia Sacra per aiutare se stesso o i suoi alleati. Assieme a lui, il Crociato si porta appresso un nuovo tipo di scudo, lo Scudo Crociato, e una nuova arma, il mazzafrusto, che potrà equipaggiare per diventare devastante sul campo di battaglia. Il Mistico invece è la nuova figura che si unisce al Fabbro e all’Artigiano. Esso ci permetterà di modificare una caratteristica di un oggetto in nostro possesso, sia esso arma o armatura, sostituendo un’abilità per noi inutile con qualcosa che andrà a migliorare nel complesso l’item. Se ad esempio recupereremo una bella armatura con attributo intelligenza, ma saremo dei violenti barbari, potremo scambiare tale attributo con uno più consono a noi, così da poter sfruttare al meglio l’oggetto stesso. Ovviamente tutto ciò richiede il giusto prezzo e una piccola dose di materiali, oltre ovviamente a dover conquistare il diritto a servirvi dell’NPC svolgendo una bella Quest.

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Una delle particolarità del Crociato è la possibilità di impugnare un’arma a due mani e in contemporanea lo scudo. Saranno dolori per gli avversari!

Tutti per uno, uno per tutti

Detto delle aggiunte fatte a livello di personaggi e di oggetti, dobbiamo parlare delle ultime due novità introdotte con l’espansione Reaper of Souls, che sono la Modalità Principiante e la Modalità Avventura. Sulla prima non ci dilungheremo molto, infatti si tratta semplicemente di un modo per aiutare i giocatori a cooperare. Se ci uniremo infatti ad un gruppo dove non saremo a livello degli altri personaggi, il gioco adeguerà automaticamente le nostre statistiche per renderci competitivi e non essere l’ultima ruota del carro. Si tratta a dirla tutta di un modo intelligente per permettere a chi acquistasse il gioco ex-novo di collaborare con chi ha sfruttato la funzione di import del profilo per recuperare i personaggi potenziati giocando alla versione base di Diablo III.
La Modalità Avventura invece merita un esame più approfondito, in quanto è il vero pezzo forte di tutto il pacchetto. Una volta terminata la storia principale infatti ci sarà permesso di rigiocare i singoli Atti o Capitoli con la possibilità di completare degli Incarichi, che possono essere l’uccisione di un determinato mostro o l’eliminazione di tutti i nemici da una stanza o da un dungeon. Una volta completata la nostra missione, verremo ricompensati con denaro, oggetti meravigliosi e anche un Frammento della Pietrasigillo. Una volta ottenuti cinque di questi frammenti avremo la possibilità di accedere a dei dungeon appositamente studiati per la modalità Avventura, randomizzati ogni volta e con nemici provenienti da tutti i Capitoli di gioco, tramite un portale che potrà essere aperto una sola volta per ogni Pietra completa di cui disporremo. Inoltre sempre in questo modo ai giocatori verrà concessa l’opportunità di cimentarsi in un labirintico schema ispirato al videogioco “The Last Of Us”, ovviamente in esclusiva per PlayStation (come è giusto che sia). Si tratta di sfide che non vanno prese sottogamba, in quanto pur essendo all’apparenza facili, certi incarichi risultano essere molto ostici, il che rende anche più interessante la possibilità di cooperare con un massimo di altri tre giocatori, sia offline che online, per portare a termine le proprie Quest e reclamare la meritata ricompensa.

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La mappa di gioco, dove le missioni completabili in Modalità Avventura sono evidenziate da un punto esclamativo. Le teste demoniache invece indicano un boss da sconfiggere

Il Diavolo fa le pentole e i coperchi

Di meglio, in buona sostanza, non si poteva chiedere a questo gioco, che ha dato il massimo per fare la sua bella figura anche su PlayStation 4, riuscendoci alla perfezione e migliorando anche quegli aspetti che avevano fatto lamentare alcuni dei fan più sfegatati della serie. Il gioco oltre a essere bello e divertente poi, è anche fluido, che considerato ciò che si muove su schermo non è cosa da poco. Anche durante le sessioni di Hardcore Gaming più intense i server di Diablo III non hanno vacillato, rimanendo solidi e garantendo una connessione fluida e una giocabilità degna della controparte su PC.
Sia offline che online, anche con un’orda di venti nemici che attaccano quattro personaggi intenti a sparare magie, frecce e quant’altro a più non posso il motore di gioco non esita un attimo, andando incontro solo saltuariamente a rallentamenti che non danno comunque un gran fastidio, sopratutto perchè veramente sporadici. Anche i caricamenti in questa versione Ultimate sono stati velocizzati e ridotti al minimo, dando anche ai giocatori con più GB a disposizione sul loro Hard Disk di installare sulla console buona parte dei contenuti per rendere il tutto veramente una scheggia.
Abbiamo quindi esaurito i termini per elogiare un capolavoro che abbiamo atteso per anni, e abbiamo potuto rivivere comprensivo anche della sua osannata espansione, ma non ci sono quindi note negative per quello che riguarda Diablo III: Ultimate Evil Edition? Sinceramente, a livello di gioco, a meno che il genere dei dungeon crawler non sia esattamente il vostro preferito, questo è uno di quei titoli da avere assolutamente nella vostra collezione. Proprio qui però si insinua un cavillo che è abbastanza fastidioso per chi ha già acquistato la versione base qualche mese fa. Infatti il DLC Reaper of Souls non è stato diffuso come espansione ma solo in abbinato a questa nuova versione, rendendo impossibile per chi ha già in casa Diablo III aggiornare la sua versione alla Ultimate e obbligandolo a comprare di nuovo un qualcosa già acquistato a suon di euro qualche mese fa.
Per chi ovviamente ha scelto di prendere una copia fisica del gioco, è sempre presente la possibilità di rivendere il vecchio per acquistare il nuovo, ma chi ha preso una Digital Copy è, per così dire, rimasto a bocca asciutta. Ovviamente è superfluo dire che, seppur valida come scelta di acquisto su PlayStation 4, prendere la Ultimate Evil Edition su PlayStation 3 tenendosi anche il gioco base sa molto di presa in giro. In ogni caso, come detto, questo è un problema marginale, perchè le migliorie apportate valgono comunque i soldi spesi sia per una versione Next-Gen che per la riedizione per vecchie console, venduta comunque a un prezzo ribassato.

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Un nugolo di nemici aggredisce il nostro eroe. Queste scene sono all’ordine del giorno in Diablo, e a dire il vero qui la situazione è ancora tranquilla…

Commento finale

Diablo III: Ultimate Evil Edition è un capolavoro nel suo genere, adatto sia ai giocatori in cerca di una sfida sia ai neofiti che vogliono avvicinarsi in grande stile al genere degli hack’n’slash. Inoltre, questa edizione completa di espansione aggiunge delle caratteristiche in grado di colmare i difetti lamentati da molti relativi al primo titolo. Si tratta di un’esperienza di gioco completa: l’unico difetto è che crea dipendenza.

9/10

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.