PS3Fallout: New Vegas - Recensione

Fallout: New Vegas – Recensione

Publisher: Bethesda Softwork Developer: Obsidian Entertainment
Piattaforma: PS3 Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 18

Il 22 Ottobre è il giorno in cui tutti i videogiocatori europei potranno mettere le mani su Fallout: New Vegas, il nuovo capitolo della saga affidato quest’anno al team Obsidian. Abbiamo avuto la chance di provarlo in anteprima per poterlo analizzare fino in fondo e per potervi dare la nostra opinione riguardo i pregi e i difetti di questo titolo.

Alla conquista di New Vegas

Fallout: New Vegas parte ‘in medias res’ proiettandoci subito in una scena che ci vede prossimi alla morte. Le nostre mani sono legate e davanti a noi c’è un uomo in camicia a quadri che ci punta la pistola. I dettagli che sappiamo sono pochissimi: siamo un corriere che si è trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato, con la merce sbagliata. Lo scoppio della pistola echeggia nel silenzio del cimitero e ci accasciamo al suolo, dati per morti. Il giorno dopo ci risvegliamo nello studio del Dottor Mitchell trasportati da Victor, uno dei tantissimi robot intelligenti che abitano le terre contaminate. Perché ci volevano uccidere? Cosa stavamo trasportando? Queste sono le due domande a cui dovrete trovare risposta all’inizio della vostra avventura, ma ben presto vi accorgerete dell’esistenza di un quadro generale ben più ampio e contorto, che vedrà in conflitto tante fazioni interessate al dominio di New Vegas.

E’ evidente sin dall’inizio che Fallout: New Vegas è stato strutturato attorno all’ engine grafico GameBryo, a cui Bethesda ricorre sin da Oblivion – ovvero dal lontano 2006. Se vi state chiedendo cosa possa implicare una scelta simile, la risposta è molto semplice: a primo impatto potremmo credere di trovarci di fronte ad un titolo datato o addirittura ad una semplice mod di Fallout 3. Questa chiave di lettura non è del tutto errata, ma basta analizzare approfonditamente il mondo di New Vegas per rendersi conto di come i ragazzi del team Obsidian non si siano affatto adagiati sugli allori, ma si siano invece impegnati per migliorare le meccaniche e lo spessore del gioco.

Il Lucky 38: uno dei locali più importanti di New Vegas

La filosofia del gioco è rimasta invariata: il videogiocatore è Libero. Libero con la L maiuscola perché ci troviamo di fronte ad un titolo che fa realmente percepire l’importanza delle nostre scelte, con una storia che si interfaccia in base alle nostre risposte ed un mondo che reagisce diversamente in base alle nostre decisioni. Il tutto è perfettamente conciliato con il sistema di crescita del personaggio grazie al quale è possibile sfruttare le nostre abilità migliori per configurare in modo sempre differente gli eventi. I punti esperienza si otterranno abbattendo nemici o portando a termine le diverse missioni che vorremo affrontare, e verranno spesi per aumentare i nostri caratteri principali, quali Eloquenza, Armi, Riparazione, Baratto, Scasso, Medicina e tanti altri. Ognuno di questi, potenziato al punto giusto, aprirà nuove meccaniche di gameplay prima inaccessibili. Potenziando Baratto sarà più facile fare affari e risparmiare tanti tappi – l’unità di scambio di Fallout – , migliorando Scasso si potranno aprire tutti i tipi di lucchetti, e così via. Tuttavia, la caratteristica del gioco su cui vogliamo porre più enfasi è l’importanza di queste abilità in relazione ai dialoghi.
Il team Obsidian ha deciso di ridurre drasticamente le fasi di combattimento, in passato ridotte al puro dungeon-crawling, e di dare molto più spazio all’esplorazione e all’elasticità del mondo circostante. Per evitare di creare inutili confusioni, un esempio chiaro riuscirà a tratteggiare nel modo migliore il concetto a cui ci riferiamo:

Veniamo incaricati di andare da una signora per farci ripagare alcuni debiti da lei contratti, e questa comincia a giustificarsi dicendo che tutti i suoi soldi sono stati rubati da una banda di ladri. Se abbiamo voglia di esplorare il territorio e cacciare la gang, accettiamo di andare alla ricerca di questi furfanti; se sfruttiamo l’abilità Eloquenza la convinciamo a darci tutti i suoi gioielli – chiudendo così la sub-quest che si sarebbe aperta nella prima ipotesi – ; se abbiamo i pugni facili ricorriamo alla violenza per poi rubarle gli averi. Una volta raggiunto il nostro obbiettivo decidiamo di tornare da chi ci ha commissionato questo lavoro ‘sporco’ e la storia ricomincia: possiamo evitare storie ed accettare la nostra paga standard, ma sfruttando Baratto o Eloquenza riusciremo ad ottenere una percentuale maggiore. Per quanto questo sia un carattere proprio di tutti i titoli Bethesda appartenenti al genere, in Fallout: New Vegas questo aspetto viene talmente enfatizzato da diventare il vero fulcro del gioco.

Per quanto riguarda la direzione artistica, New Vegas è molto più ispirato del suo predecessore: nonostante il mondo sia sempre in totale decadimento come lo avevamo conosciuto nei precedenti capitoli di Fallout, questa volta è stata abbandonata la palette cromatica grigiastra che contraddistingueva Fallout 3. I colori adesso sono più vivi, e le città non sono più dei cumuli di cemento: basterà la visione in notturna delle luci di La Strip – la città del vizio di New Vegas – per farvi immediatamente innamorare di questa splendida skyline.

Bisogna inevitabilmente tornare a parlare del motore grafico per evidenziare l’impatto che avrebbe potuto avere un paesaggio simile con strumenti al passo con i tempi. E’ scontato dire che in un titolo vasto come Fallout questo aspetto passi rapidamente in secondo piano ma, si sa, l’occhio vuole la sua parte, ed una migliore resa grafica avrebbe potuto far cadere la mascella al suolo. Non sono stati fatti passi avanti nemmeno dal punto di vista delle animazioni, che sono rimaste abbastanza scadenti e ci costringono a muoverci con l’effetto “saponetta sul bagnato”: non c’è feedback dei passi e delle superfici, dandoci spesso l’impressione di scivolare sul terreno, anche nelle zone più ripide.

La mia fama mi precede

Una delle meccaniche di gioco che non funzionava molto bene in Fallout 3 era il Karma: agendo nel bene questo diventava positivo e, viceversa, agendo nel male diventava negativo. Un sistema fin troppo elementare per un mondo così vasto. Il team Obsidian ha colto la palla al balzo per trovare un nuovo sistema capace di modellarsi settorialmente, ed ecco che è stata introdotta la Fama. Come abbiamo detto all’inizio della review, New Vegas si troverà al centro di un’enorme contesa tra tante forze in conflitto. Favoreggiando una fazione ne guadagneremo le simpatie, e allo stesso tempo saremo considerati ostili dagli altri schieramenti. Sarà un costante ‘gioco di favori’ in cui dovremo abilmente destreggiarci per evitare di essere banditi ma, al contrario, supportati. Vi ritroverete spesso a fare i doppiogiochisti, e avrete anche la facoltà di organizzare la vostra autonoma ascesa nello scacchiere. Non vogliamo entrare nei dettagli per evitare di rovinare possibili sorprese, ma vi assicuriamo che percepirete vivissimamente il senso di libertà già citato righe addietro.

Come sempre potremo modificare il nostro equipaggiamento come meglio ci pare

Ad arricchire queste meccaniche contribuisce l’inventario: cambiando uniformi riusciremo a ‘mimetizzarci’ come membro di un determinato gruppo, e potremo più facilmente architettare i nostri piani. Sebbene ogni tanto appaia una piccola notifica a ricordarvi il tipo di uniforme da voi indossata, bisogna sottolineare che capita ogni tanto di recarsi in alcune zone della mappa ed essere involontariamente considerati ostili, costringendovi a sfruttare troppo macchinosamente il sistema di salvataggio anche in situazioni apparentemente innocue.

Una banda di ragazzacci

Altra novità di New Vegas consiste nella gestione di un party costituito da uno o più compagni di viaggio. Come sempre sta al giocatore stesso ‘se’ e ‘quando’ accettare la compagnia di altri viaggiatori, ma questi daranno man forte durante gli scontri a fuoco, ed averli al fianco sarà una comodità. L’ intelligenza artificiale che li anima è abbastanza buona nonostante ci sia capitato di perderli di vista senza preavviso – un indicatore della loro posizione sulla mappa globale non avrebbe fatto male – e noi avremo inoltre la capacità di dirgli esattamente come comportarsi. Cliccando su di loro si aprirà un menù radiale che ci offrirà diverse tipologie di ordini da impartire. A dire la verità, giocandolo alla difficoltà classica non si sente affatto il bisogno di suggerire azioni ai nostri compagni – il che per qualcuno può costituire un punto di forza e per altri una debolezza – ma avviando la Modalità Duro, la gestione del party sarà certamente più rigorosa. Poco dopo l’inizio del gioco vi verrà chiesto se affrontare l’avventura in questa modalità ‘simulativa’: se siete a caccia di una vera sfida, questa è l’opzione che fa per voi. Dimenticate vagonate di proiettili trovati per caso, le scorte saranno limitate; dimenticate di curarvi totalmente con gli steampack, gli arti andranno medicati dal dottore; e ricordatevi di andare a dormire ogni tanto, poiché i segni della stanchezza si percepiranno ben presto. Un’interessantissima modalità di gioco che, a causa della possibile frustrazione, viene esplicitamente sconsigliata dal gioco stesso.

Il menu radiale per la gestione dei compagni

Per quanto concerne i combattimenti, il giocatore potrà nuovamente contare sul sistema VATS (Vault-Tec Assisted Targeting System): premendo il tasto R2, l’azione di gioco si metterà in pausa, e potrete sfruttare i vostri punti abilità per sparare strategicamente a diverse parti del corpo del nemico. I meccanismi funzionano molto bene, ottimo feedback dei colpi andati a segno, e un filo di tatticismo in più.

Commento finale

Se avete apprezzato Fallout 3, non potrete che amare anche questo nuovo capitolo. Fallout: New Vegas ha fatto importanti passi avanti rispetto al suo predecessore, ma non riesce ad entrare nell’olimpo videoludico a causa di un motore ormai troppo datato, ad alcuni problemi tecnici non trascurabili e ad un doppiaggio italiano a tratti terrificante. Allo stesso tempo però va sottolineata l’elasticità del mondo di gioco, caratteristica capace di rendere New Vegas un’esperienza unica e imperdibile.

8/10

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Alex Camilleri
Fondatore e admin. Nel lontano 2008 apre UPSBlogIt, un blog personale dedicato al mondo PlayStation. Il progetto cresce rapidamente ed evolve dopo tanti anni in PlayStationBit. Adesso sviluppa videogiochi.