Just Dance 2018 – Recensione

Sviluppatore: Ubisoft Publisher: Ubisoft Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS3) Genere: Party Giocatori: 1-6 (Online: 2-8) PEGI: 3 Prezzo: 59,99 € Italiano:

Tutto si può dire di fine 2018, tranne che Ubisoft non abbia svolto un ruolo da protagonista assoluto. Prima con il fantastico South Park: Scontri Di-Retti e poi con il faraonico Assassin’s Creed Origins, il publisher ha piazzato due pezzi da novanta proprio nel periodo pre-festivo, rendendo i propri titoli due tra i regali di Natale maggiormente desiderati.

Un po’ più defilato, vuoi per il target a cui si rivolge, vuoi per la cadenza annuale, c’è stato però anche Just Dance 2018, nuova iterazione della serie che ha fatto la felicità dei videogiocatori cosiddetti casual. Abbiamo ballato per voi, ed ecco come è andata.

Daddy Cool

Si è parlato di giocatori casuali, e questo fa certamente rima con semplicità e facilità, presumibilmente non accompagnate da superficialità. Just Dance 2018, almeno inizialmente, rispetta perfettamente questo canone, chiedendo prima al giocatore con quale periferica vuole giocare (PlayStation Move, PlayStation Camera o smartphone, tramite l’app scaricabile gratuitamente Just Dance Controller) e poi gettandolo subito nella mischia, facendogli scegliere una delle tre modalità principali.

La prima è la modalità Kids, una novità assoluta per la serie. Qui i bambini potranno divertirsi in completa autonomia grazie a specifiche migliorie legate a interfaccia, punteggio, coreografie più semplici e personaggi speciali, per un totale di otto tracce giocabili. Il gioco si dimostra più generoso verso i passi e i movimenti fuori tempo, incoraggiando così il ragazzino di turno (o l’adulto incapace, come il sottoscritto) a perseverare e migliorarsi.

Possiamo poi passare alla colonna portante di tutto Just Dance 2018, ossia la modalità pensata per gli adulti, che consente di ballare le principali hit del recente passato fino a un massimo di 6 giocatori offline e 8 giocatori online. Nella vasta tracklist, contenente più di 40 tracce, c’è spazio per Rockabye di Clean Bandit, con Sean Paul e Anne-Marie; 24K Magic di Bruno Mars; Side To Side di Ariana Grande con Nicki Minaj; Chantaje di Shakira con Maluma; Naughty Girl di Beyoncé ;The Way I Are (Dance With Somebody) di Bebe Rexha con Lil Wayne; Automaton di Jamiroquai; Bubble Pop! di HyunA; Love Ward della Hatsune Miku, cantante pop giapponese virtuale, tanto cara al nostro Ivan, un po’ meno al sottoscritto; Make it Jingle di Big Freedia, e ancora Daddy Cool di Groove Century.

Ce n’è davvero per tutti i gusti, ma davvero tutti, considerato che abbiamo scovato la possibilità di ballare anche l’apertura della Carmen suonata dalla Just Dance Orchestra. E poi è impossibile non fare menzione di Just Dance Unlimited, il servizio streaming collegato al gioco che mette a disposizione circa 300 (300) brani aggiuntivi, per una longevità che ha dello spettacolare (insieme al gioco è fornito un abbonamento di prova di 3 mesi, dunque tranquilli: nessuna spesa aggiuntiva, almeno sul breve termine).

Passiamo, infine, alla terza e ultima macro-modalità da selezionare, ossia il World Dance Floor, una pista da ballo online che offre sfide in cooperativa o competitive. Nel caso in cui la scegliate, vi ritroverete a ballare su una pista da ballo virtuale e in rete (nessun abbonamento PlayStation Plus è richiesto trattandosi di multiplayer asincrono, o quasi) in compagnia di centinaia di giocatori provenienti da tutto il mondo. La voce in capitolo che abbiamo sarà relativa, poiché l’unica cosa che potremo fare sarà votare il prossimo brano che balleremo – anche se l’ultima parola spetta alla maggioranza. Dopodiché sarà il gioco a imporci la partita in una rotazione di tipi di partita differenti, tra cui spiccano il torneo (vince il giocatore che ottiene più punti al netto di tre brani) e la competizione a squadre, due, nello specifico, la blu e la rossa.

Fatto dunque il punto sulle modalità, come è il gameplay, se di gameplay possiamo parlare? Beh, è prima di tutto molto divertente e garantisce sane risate per l’assurdità del contesto che si viene a creare, anche prima di iniziare a giocare. Mettersi davanti al televisore e dimenarsi come degli imbecilli senza avere la minima coordinazione fa ridere, punto e stop. Ma al di là di questo, abbiamo notato come un po’ troppo spesso gli input accolti dal sistema di gioco non siano del tutto veritieri e/o corretti, nel bene e nel male. Per capirci, potrete sbagliare clamorosamente un movimento e ricevere un Perfect, oppure essere discretamente sincronizzati con quello che si vede a schermo e ricevere un due di picche come ricompensa (perché in fin dei conti non si tratta di altro che di provare a far sì che il ballerino che si vede a schermo finisca con l’essere il vostro specchio).

Despacito

La cosa non succede con una frequenza tale da rovinare il divertimento, anzi, ma alla lunga infastidisce. Abbiamo storto il naso anche di fronte al fatto che il multiplayer in locale, pensato per sei giocatori (cosa ottima) non preveda che qualcuno possa giocare con il PlayStation Move mentre altri con l’app Just Dance Controller. O tutti usano il PlayStation Move, o tutti usano lo smartphone. Infine l’interfaccia, mentre si gioca, non è delle più intuitive, un po’, forse, per le coreografie molto colorate e accese, un po’ perché, sempre forse, ci sarebbe un modo più chiaro di dire al giocatore quale mossa dovrà effettuare a breve che non una sfilza di immagini anonime nella parte in basso a destra del teleschermo. Agli sviluppatori l’arduo compito di capire quale, in vista di Just Dance 2019.

A questi problemi sparsi qua e là, comunque risolvibili con un po’ di pratica (ossia: se ballate una traccia anche solo un paio di volte, i movimenti ve li ricorderete – si auspica – e il problema dell’interfaccia poco chiara viene relativamente meno), vediamo alternarsi anche intuizioni molto felici. C’è la possibilità di attivare una modalità fitness con il numero ipotetico di calorie perse dal ballerino; di creare playlist personalizzate in base ai vostri gusti; di vincere monete da spendere in adesivi, canzoni, costumi e coreografie alternative che vi daranno modo di tornare su pezzi già sviscerati.

L’aspetto sonoro di Just Dance 2018 è quindi fondamentale nell’economia del gioco, e ci mancherebbe altro. Questo, come detto, risulta di buon livello e discretamente vario, anche se a essere privilegiate sono ovviamente le hit che passano alla radio. Musicisti dal palato raffinato è meglio che spostino altrove la loro attenzione. Per quanto riguarda il profilo visivo confermiamo anche in questo caso la bontà del prodotto; le coreografie sono sempre al top e magistralmente realizzate, capaci di incarnare bene il ritmo e lo spirito del brano.

Trofeisticamente parlando: Roberto Bolle

Ottenere il Platino di Just Dance 2018 è un’impresa degna dell’Étoile del Teatro alla Scala di Milano (e forse nemmeno per lui, visto che il gioco, come detto, è piuttosto restio a cogliere esattamente i vostri movimenti). Il quantitativo di ore di gioco richieste è importante e, soprattutto, dovrete essere anche capaci di ballare più che decentemente, visto l’obbligo di raggiungere il livello Megastar in tutti i brani, ottenere tutte le ricompense della macchina dei regali e raggiungere il livello oro in tutte le statistiche del dancer profile.

VERDETTO

Just Dance 2018 è tornato con la solita, consolidata formula, un pizzico di novità e qualche atavico problema. Non si tratta di un gioco su cui passerete mesi in maniera continuativa, allo stesso tempo, però, sarà molto gradevole fare qualche saltuaria partita in compagnia degli amici oppure online tra un titolo tripla A e l'altro.

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.