Primo PianoLightning Returns: Final Fantasy XIII - Recensione

Lightning Returns: Final Fantasy XIII – Recensione

Publisher: Square Enix Developer: Square Enix
Piattaforma: PS3 Genere: Action-RPG Giocatori: 1 PEGI: 16

Fin dalla sua nascita, la saga di Final Fantasy è stata per tutti i videogiocatori un punto di riferimento nel genere degli RPG orientali. Avventura, strategia, incredibile realizzazione tecnica, colonne sonore epiche, storie coinvolgenti, personaggi carismatici e atmosfere magiche hanno reso Final Fantasy una delle saghe videoludiche più amate di sempre. Poi però nel 2010 arrivò Final Fantasy XIII, criticato aspramente dai suoi fan (spesso ingiustamente) per via dei cambiamenti radicali rispetto ai suoi predecessori: esplorazione troppo lineare e sistema di combattimento che dava più spazio alla spettacolarità rispetto alla strategia, giusto per citarne un paio.
Nonostante ciò il titolo ebbe un buon riscontro commerciale e Square Enix decise di sviluppare Final Fantasy XIII-2, cercando di esaudire le richieste degli appassionati. Il risultato non fu dei migliori, in particolare a causa di una storia e dei protagonisti mai coinvolgenti, compensati però da un gameplay più variegato e divertente. Oggi Square Enix ci riprova con Lightning Returns, terzo ed ultimo capitolo di Final Fantasy XIII, incentrato interamente sulle vicende della guerriera Lightning. Il finale di una saga memorabile nel bene e nel male, sarà all’altezza del brand di Final Fantasy? Scopriamolo!

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Dopo 500 anni di sonno, Lightning sarà pronta a salvare nuovamente il mondo?

Dove eravamo rimasti?

Lightning Returns ovviamente riparte dal controverso finale di Final Fantasy XIII-2 (sappiate che qualche spoiler sulla seconda parte è inevitabile!), in cui avevamo lasciato il mondo in preda al Caos. Dal secondo capitolo sono trascorsi ben 500 anni, durante i quali Lightning è rimasta cristallizata sul trono della Dea Etro dopo aver saputo della morte di Serah, sua sorella minore. Il Dio Bhunivelze, però, decide di risvegliarla per fare di lei la “salvatrice”, affidandole il compito di salvare il mondo destinato a scomparire.
Queste sono le premesse per il viaggio di Lightning, in cui ritroveremo tantissime vecchie conoscenze rimaste in vita nei secoli a causa del Caos che impedisce agli esseri umani di invecchiare. Ognuno di loro sarà alla ricerca di risposte e l’incontro con Lightning sarà un’occasione per riscattare il proprio passato e guardare al futuro con nuove certezze. L’evoluzione caratteriale di personaggi secondari e antagonisti è uno degli aspetti più riusciti della trama, sollecitando spesso il lato emozionale del giocatore (soprattutto di chi ha giocato i due capitoli precedenti).

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Vecchi amici e nemici torneranno in questo capitolo, per chiarire questioni irrisolte del proprio passato

Questo fattore rende ancora più evidente il carattere un po’ troppo distaccato della protagonista, che nonostante il suo carisma non riesce mai a far affezionare i giocatori a sè (parla per te, Gennaro… NdD): in generale quindi la trama convince grazie agli interpreti e alla sua struttura semplice che risulta piacevole, seppur lontana dagli antichi fasti di Final Fantasy.

L’abito non fa il monaco

Una delle caratteristiche che più mi aveva lasciato perplesso provando la demo era relativa al vestiario, in riferimento ad alcune scelte di design. Si, perché alcuni costumi sono semplicemente inadatti all’indole “mascolina” di Lightning. Per fortuna, la concentrazione degli sviluppatori è andata tutta sul nuovo sistema di combattimento, che risulta fresco e divertente, bilanciando perfettamente strategia e azione. Grazie ai tantissimi vestiti con le proprie abilità peculiari (alcuni disponibili attraverso DLC, altri due regalati avendo in memoria i salvataggi dei capitoli precedenti) abilità, magie, armi, scudi e accessori potrete divertirvi a creare tattiche diverse per ogni nemico, in modo da sfruttare al meglio i loro punti deboli.

Gameplay rinnovato, con una buona dose di azione

Parlando di gameplay vero e proprio, il titolo ha subito un profondo rinnovamento rispetto al passato: ogni magia o attacco sarà assegnato ad uno dei quattro tasti del gamepad, rendendo i combattimenti più dinamici. Lightning potrà parare e schivare grazie al tempismo del giocatore, introducendo fasi molto più vicine ad un action. In sostanza avrete una barra ATB (Active Time Battle) per tutti e tre gli “assetti”, cioè l’insieme di abiti e armi, che si consumerà ogni qual volta effettuerete un’azione di difesa o di attacco. L’abilità del giocatore sta nel ruotare velocemente ogni assetto, poiché le barre ATB si ricaricheranno solo quando inutilizzate.
Per questo ogni avversario, dal più grande al più piccolo, non potrà essere sottovalutato obbligandovi a rimanere concentrati sulla battaglia per cambiare assetto e non rimanere con la barra ATB a secco. I boss e i mostri più impegnativi risultano di gran lunga l’elemento più divertente e stimolante del gioco, dato che non basterà colpire i loro punti deboli così da mandarli in stato di “Crisi”, senza una buona strategia e un equipaggiamento ben bilanciato.

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Il sistema di combattimento è in grado di regalare battaglie entusiasmanti, in particolare nelle boss fight

Concludendo quindi, la nuova struttura del gameplay è totalmente promossa e anche se inizialmente non riuscirete ad apprezzarla, con il passare del tempo, l’espansione del vostro equipaggiamento e l’aumento della forza dei nemici riuscirà sicuramente a regalarvi molte soddisfazioni. Oltre alle azioni di difesa e di attacco, in battaglia potrete utilizzare oggetti e abilità. Per quanto riguarda gli oggetti un ulteriore elemento di sfida è rappresentato dal numero limitato di pozioni curative che potrete portare con voi.
Guardando alle abilità invece, non c’è molto da dire: alcune vi permetteranno di recuperare energia, rimuovere status negativi, altre di bloccare il tempo sia in battaglia che fuori, anche se di questo ne riparleremo più avanti. Ottima anche l’interfaccia di gioco, sempre chiara e funzionale ai ritmi frenetici delle battaglie. La vera pecca relativa al gameplay in Lightning Returns è l’assenza di un sistema di sviluppo del protagonista, infatti potrete migliorare le vostre abilità solo portando a termine missioni primarie e secondarie o comprando nuovi equipaggiamenti. Una mancanza pesante e che avrebbe potuto rendere questo titolo molto più appetibile, soprattutto ai fan del genere RPG.

Open world.. a tempo?

Lightning Returns si presenta con una struttura molto più aperta rispetto ai suoi due predecessori. Il vero problema, almeno inzialmente, è riuscire a convivere con la questione delle ore “contate” del mondo. In Lightning Returns infatti il tempo scorre inesorabilmente e un giorno di gioco equivale a due ore reali. Inizialmente è scoraggiante trovarsi davanti ad un gioco abbastanza vasto e un timer che non si ferma mai, soprattutto per i perfezionisti a cui piace esplorare ogni anfratto di ogni ambientazione. Con l’avanzare del tempo per fortuna riuscirete a gestire questa feature in maniera molto serena, anche grazie alle abilità che vi permetteranno di bloccare lo scorrere del tempo in cambio di punti ottenuti in battaglia. Potrete riuscire tranquillamente a completare le missioni principali entro la metà del tempo totale a disposizione di Lightning, avendo quindi tante ore libere per esplorare il mondo e completare tutte le sub quest, che tra l’altro cambieranno anche a seconda dell’orario: giorno e notte incontrerete gente diversa e alcune zone saranno accessibili solo in determinati momenti della giornata.

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L’HUD in combattimento è chiaro e semplice, funzionale al gameplay dinamico

Sempre a proposito delle missioni secondarie, in ognuno dei quattro scenari di gioco, vi verranno assegnati diversi compiti da svolgere. Le missioni secondarie sono tutte accompagnate da piccole sotto trame, che rendono la maggior parte delle sub quest piacevoli e interessanti. Un ultimo appunto a proposito dell’esplorazione riguarda le fasi platform: Lightning infatti potra saltare e correre piuttosto liberamente, anche se soprattutto i salti non risultano sempre precisi. Per fortuna, queste sezioni sono presenti in maniera esigua e non intralciando eccessivamente il giocatore durante l’esplorazione.

L’introduzione della rigiocabilità

Tornando all’esplorazione bisogna riconoscere l’ottimo lavoro di Square Enix: le ambientazioni non sono tantissime, ma tutte diversificate e ben caratterizzate, ogni luogo inoltre avrà i propri abitanti, mostri e negozi diversi. Parlando proprio dei venditori si è cercato di riprendere alcune meccaniche dai capitolo storici della saga di FF: potrete trovare in giro per il mondo armaioli, negozi di vestiti, di magie, locande e ristoranti tutti diversi tra di loro a seconda dello scenario di appartenenza. Inoltre se sceglierete di giocare Lightning Returns in modalità difficile (sbloccabile dopo aver completato il gioco per la prima volta) potrete addirittura potenziare armi e scudi presso il fabbro, feature capace di aggiungere ulteriore profondità al titolo.
Concludendo, Lightning Returns a dispetto delle poche missioni principali non è un gioco corto, anzi. La longevità complessiva è ottima e si aggira sulle 30 ore escludendo le tantissime sub-quest che ve porteranno via almeno un’altra ventina, ma soprattutto bisogna considerare la rigiocabilità del titolo; certo è un termine nuovo per FF, dato che di solito una volta finito il gioco si continuava ad esplorare il mondo alla ricerca di mostri più forti e nuove missioni, ma grazie ad essa Lightning Returns risulta per certi versi anche più stimolante. Una volta portata a termine la storia infatti, potrete accedere alla modalità difficile capace di mettere ulteriormente alla prova le vostre doti da stratega con mostri più forti e meno risorse a disposizione, regalandovi una nuova prospettiva dell’avventura.

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Ogni località avrà i propri negozi con le proprie merci esclusive

Bello da giocare, ma da vedere?

La risposta è nì. A mio avviso la realizzazione tecnica è uno dei punti deboli della produzione Square Enix, che ha puntato su altri aspetti tralasciando l’impatto grafico generale. Nonostante i filmati in computer grafica siano come sempre di altissima fattura, le battaglie risultino piacevoli grazie alle ottime animazioni e nelle varie ambientazioni si riesca a godere dell’alternarsi di notte e giorno, i frequenti cali di framerate e diverse texture di bassa qualità mettono in luce tutti i limiti del Crystal Engine, che soffre parecchio la struttura open world e risulta meno convincente rispetto ai capitoli precedenti.

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Dopo la grafica, il sonoro: infatti una delle cose che più sorprende in Lightning Returns è il doppiaggio inglese incredibilmente espressivo. I poligoni dei protagonisti sembrano prendere vita grazie a delle voci perfette, con il giusto pathos e i toni adatti ad ogni contesto. Interessante inoltre la possibilità di scaricare gratuitamente il doppiaggio originale giapponese, anch’esso ben realizzato. Colonna sonora ed effetti sono in gran parte ripresi dai capitoli precedenti, introducendo poco di nuovo e comunque senza mai lasciare il segno. Un ultimo aspetto da sottolineare è la componente online. Potrete mostrare i vostri risultati in combattimento o scattare fotografie e condividerle, assieme a frasi e oggetti da voi scelti: durante l’avventura troverete altri giocatori segnalati da un nickname, con i quali potrete interagire e scoprire i loro punteggi alti, migliori foto oppure trovare oggetti ed equipaggiamenti da loro condivisi. Inoltre Square Enix promette concorsi a premi per i migliori fotografi e per i più bravi in combattimento: da segnalare infine la possibilità di condividere il tutto sui principali social network direttamente dal gioco.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=QgXpsvlh7iw

Commento finale

Lightning Returns conclude in maniera degna e convincente la saga di Final Fantasy XIII: ottimo gameplay, trama gradevole, buon doppiaggio, difficoltà stimolante, introduzione di meccaniche online e open world ben strutturato fanno di questo titolo un buon Action-RPG. Peccato per alcune mancanze come il sistema di sviluppo, un motore grafico da rivedere per certi aspetti, una colonna sonora in parte riciclata e una protagonista che non riesce mai a lasciare un segno tangibile di sè, emotivamente parlando. Lightning Returns è consigliato a chi ha apprezzato i due capitoli precedenti, risultando in diverse occasioni anche migliore dei suoi predecessori. Siamo lontani dai capolavori di trama, caratterizzazione e narrazione del passato, ma comunque vicinissimi ad un gioco divertente capace di offrire tante, tante ore in compagnia della guerriera dai capelli rosa.

8/10

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Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.

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