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Limbo – Recensione

Developer: Playdead
Piattaforma: PSN Genere: Puzzle-Platformer Giocatori: 1

Limbo, uno dei giochi indie più acclamati dalla critica, è da pochissimo approdato sulle coste del PlayStation Network ad un anno di distanza dalla sua originaria release su Xbox 360. Per chi accidentalmente non ne avesse mai sentito parlare, vi proponiamo la nostra analisi del gioco.

Tra inferno e paradiso

Limbo: nella concezione teologica del cattolicesimo, il luogo e lo stato in cui vengono a trovarsi coloro che la morte abbia colto col debito del solo peccato originale.

La trama di Limbo è criptica, evanescente, semplicemente accennata: nei panni di un innominato personaggio, attraversiamo oscuri e misteriosi luoghi nella speranza di riabbracciare la nostra piccola sorella. Tra foreste desolate, piccoli villaggi ed ambientazioni urbane, il nostro viaggio di scoperta riesce a farsi apprezzare per la sua ottima fattura, la sua direzione artistica sopra le righe e la sua capacità di trasportare il giocatore in un setting tetro, angosciante e ricco di mistero, senza ostacolare il procedere degli eventi.

La prima cosa che colpisce di Limbo è il modo in cui esso si presenta: quasi a riprendere i primi versi dell’Inferno dantesco, ci risvegliamo come d’improvviso in una oscura foresta. Addio tediose introduzioni, prologhi o spiegazioni: il giocatore viene subito portato al centro dell’azione senza alcuna informazione di supporto. Oltre alla trama, infatti, anche i comandi di gioco – per quanto semplici – non vengono spiegati, ed è il giocatore a dover esplorare le meccaniche di gioco fino ad arrivare al compimento definitivo della breve avventura.

Non c'è spazio per i colori nel Limbo

Il nostro viaggio sarà scandito da interessanti puzzle basati sull’utilizzo della fisica e da diversi elementi platform che contribuiscono a rendere più rapido il ritmo di gioco. Spostare casse, invertire la gravità e sfruttare elementi dello scenario saranno alcuni dei requisiti necessari per portare a compimento la nostra misteriosa quest. Ogni puzzle è intelligente e si integra con lo stile di gioco che lo stesso team di sviluppo danese Playdead ha definito “trial and death”. Più e più volte, infatti, il nostro eroe finirà accidentalmente dilaniato dalle trappole presenti nell’oscuro mondo di Limbo, e sarà nostro compito quello di trovare sempre una rapida soluzione ed andare avanti ostacolo dopo ostacolo.

Mosca bianca

Se c’è un elemento che rende Limbo un’eperienza unica, è il comparto audio-visivo su cui pone le fondamenta il gioco. Caratterizzato da una palette cromatica su scala di grigi, Limbo porta con sé diversi elementi noir che trovano espressione sia nel comparto visivo sia in quello auditivo. L’effetto ‘grain’ contribuisce ad amplificare l’atmosfera cupa del gioco, mentre gli effetti sonori ovattati e urbani permettono di dare carattere in più all’avventura.

Gli ultimi enigmi diventeranno abbastanza tosti

Limbo è un puzzle-game unico più per il suo stile che per le sue meccaniche di gioco, ma in ogni sua sfaccettatura risulta essere ottimamente realizzato. Il gameplay non lo rende tanto maestuoso quando Braid – giusto per tirare in ballo un meraviglioso gioco indie di successo – ma tutti i suoi elementi gli danno quel tocco di sofisticatezza in più da renderlo una vera mosca bianca del palcoscenico indipendente.

Giusto per accennare ad una piccola critica, dopo un anno di attesa sarebbe stato bello poter mettere le mani su un massiccio making of o su un diario di sviluppo, ma pare che il team Playdead si sia limitato ad effettuare uno stretto porting privo di interessanti extra.

Commento finale

Una storia particolare con un finale imprevedibile che senza ombra di dubbio riesce a lasciare un’aura di mistero attorno al gioco. Cosa ha significato il nostro viaggio? In che dimensione si è svolta la nostra avventura? Non siamo di fronte ad un capolavoro imprescindibile, ma Limbo è sicuramente un gioco che vale la pena giocare. Il prezzo è forse eccessivo per chi vive dell’equazione “più soldi = più ore di gioco”, ma ci troviamo di fronte ad un titolo che ogni appassionato di videogames dovrebbe giocare.

8/10

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Alex Camilleri
Fondatore e admin. Nel lontano 2008 apre UPSBlogIt, un blog personale dedicato al mondo PlayStation. Il progetto cresce rapidamente ed evolve dopo tanti anni in PlayStationBit. Adesso sviluppa videogiochi.

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